Elio e Torino: l’attrazione continua…
Marzo 28, 2004 in 006 da Redazione
La band milanese a Torino, dopo l’apparizione estiva con i Toto, spopola il Colosseo nella serata primaverile di domenica 21 marzo.
Nella seconda consacrazione presso il teatro di Via Madama Cristina, la prima risale a quattro anni fa, Elio e i suoi “ragazzi” si fanno attendere per un quarto d’ora. Ad aprire la scena un giovane (talento!?) torinese, Alan Magnetti, invocato dal pubblico e dal cantante stesso con la solita velata ironia e a seguire, a sipario aperto e luci spente, una sequenza di motivi e canzonette prive di senso che esasperano il pubblico.
Quando i fischi e il calore dei numerosi spettatori si fanno sempre più grandi, eccoli salire sul palco. Un’ entrata che si addice molto allo stile goliardico del gruppo. Poi il concerto. Due ore di musica intervallata dalle battute della voce del gruppo, ancora una volta molto abile ad interagire con il pubblico.
I pezzi esibiti sono vari, tra quelli storici e quelli del nuovo album Cicciput; i testi sono supportati da una musica degna di un’ambientazione teatrale, soprattutto nello sfruttarne l’acustica. Ed è proprio la straordinaria abilità musicale, oltre alla sagace stravaganza, la principale caratteristica che ha ormai reso la celebre band demenziale un cult della musica rock italiana.
Novità gradita della serata è stata quella di vendere direttamente “dal produttore al consumatore” il compact-disc del concerto “appena masterizzato”. Successo anche da questo punto di vista, a giudicare dalla lunga fila che si è protratta sino a ben dopo la mezzanotte e mezza.
Elio Belisari, il suo originale nome, dà alla vita con i suoi ragazzi (Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Cristian Meyer e l’indimenticabile Feiez) un sogno maturato nel lontano 1979 dopo gli studi in ingegneria e una laurea in flauto traverso presso il conservatorio.
La scalata culmina con il mitico festival di Sanremo nel 1996 dove, come tutti ricorderanno, si piazzarono al secondo posto con il celebre successo “La Terra dei Cachi” colpendo la critica con le loro performance.
Il loro modo di intendere la musica è prima di tutto evasione. Amano divertire ma soprattutto divertirsi; temi vicini alla vita giovanile in costante battaglia contro la categoria dei “Matusa”, gli uomini vissuti, critici e snob.
Anche questa sera la loro musica ci ha fatto sorridere e svagare, una cosa preziosa al giorno d’oggi alla luce di tutto quello che abbiamo davanti ai nostri occhi. Elio e Le Storie Tese ci comunica una volta di più come l’arte musicale sia una vera opinione.
Ci colpisce una volta di più sentire la sua voce trasferirsi dai microfoni del palcoscenico a quelli di Radio Due nel commentare il de Bello Gallico di Cesare; che si tratti di stravaganza o atto nobile non sta a noi giudicare.
Quello che è vero è che siamo davanti ad un ciclone che chissà quante altre sorprese riserberà.
di agente Guido Caprioglio