Enrico Mentana a Torino
Gennaio 30, 2006 in Attualità da Redazione
Riprende il ciclo di incontri “Martedìsera”, serie di appuntamenti al Centro Congressi dell’Unione Industriale. Il conduttore del primo incontro, il 24 gennaio, Enrico Mentana, giornalista televisivo e conduttore di Matrix, ha parlato del ruolo, dell’importanza e della responsabilità del Talk Show televisivo.
Ripresa in grande stile degli incontri dei Martedìsera, con la presenza di Enrico Mentana all’Unione Industriale di Via Fanti. Il noto giornalista televisivo, introdotto dal vice direttore de La Stampa, Massimo Gramellini, ha raccontato di sé e del suo nuovo rotocalco televisivo “Matrix”, con la consueta verve e la grande energia che lo contraddistingue. Matrix, ha svelato Mentana, è nato da una sua proposta, dal momento che si era liberata la fascia della seconda serata, che, da anni, era dominio incontrastato del Maurizio Costanzo Show. Ma si voleva realizzare un talk show diverso da quelli che erano già presenti in video, perciò differente dal salotto di Costanzo e anche dal Porta A Porta di Vespa.
“Soprattutto si volevano prediligere i temi di forte impatto sociale e quindi catturare maggiormente l’interesse di un pubblico più giovane -ha spiegato Chicco-. Ma non perché il pubblico più giovane sia necessariamente più intelligente di quello maturo, ma perché è semplicemente il pubblico del futuro. Inoltre, dai dati consueti, si evince che l’età media degli utenti di Canale 5 è più bassa di quella degli utenti di Rai Uno.”
Scelte ed orientamenti che, comunque (e si poteva dubitare del contrario?), stanno dando ragione al suo fautore, dal momento che Matrix è già diventato, per molti, un appuntamento irrinunciabile della seconda serata della rete ammiraglia di Mediaset e il faccia a faccia televisivo, andato in onda venerdì 20 gennaio, tra Berlusconi e Rutelli, ha avuto talmente successo, da dover essere replicato la sera successiva. A tale proposito, Mentana ha svelato alcuni aneddoti interessanti.
“Ho avuto la fortuna -ha raccontato- di essere presente anche all’incontro di dodici anni fa tra Berlusconi e Prodi. Il Berlusconi di allora, piegato psicologicamente dal voltafaccia della Lega e dalle note vicende giudiziarie, era molto meno determinato del Berlusconi di adesso, che ho trovato davvero molto in forma”.
Quindi la conversazione, godibilissima e seguita attentamente dal pubblico delle grandi occasioni, non ha potuto che incentrarsi sulle prossime elezioni politiche e sulla campagna elettorale che, già dalle prime battute, si annuncia senza esclusioni di colpi. Enrico Mentana, con un’attenta e lucida analisi, ha ripercorso l’ascesa e il forte impatto che aveva avuto, sulla scena politica di allora, la realtà di una forza che, all’epoca, non era presente in Italia, e cioè un centro-destra, per intenderci, alla De Gaulle. Franco e diretto come sempre, non ha avuto esitazioni ad esporre le sue idee politiche, che, del resto, non sono mai state un segreto per nessuno e gli hanno comunque consentito di dirigere per ben tredici anni e, con enorme successo, il TG5, e ha ammesso di avvertire nostalgia per un periodo bellissimo della sua vita, ma, al tempo stesso, di provare uguale e forte entusiasmo per le proiezioni del futuro. E, benché pungolato dall’ineffabile Gramellini, da vero professionista, non ha voluto dare giudizi sulla nuova conduzione di Carlo Rossella, anche se, ha ammesso, nel clima arroventato di una campagna elettorale, è sicuramente uomo più comodo per la direzione di un telegiornale di Mediaset.
Riguardo alla presenza degli uomini politici in video, e, nella fattispecie all’onnipresente Berlusconi di quest’ultimo periodo, in risposta alla domanda di uno spettatore, ha categoricamente negato che le apparizioni continue possano servire per avere il favore sicuro dell’elettorato. Anche se si è detto simpaticamente pronto ha fare pubblica ammenda nel caso che i risultati elettorali gli diano torto. Al termine dell’incontro gli è stata consegnata la targa che già lo scorso anno lo consacrava come il giornalista televisivo più simpatico, com’era emerso da un sondaggio indetto tra i lettori de La Stampa. Anche quello con una marcia in più, consentiteci di dire, e, in accordo con Gramellini, quello che ha introdotto un modo assolutamente nuovo di fare giornalismo televisivo in Italia.
di Cinzia Sfolcini