Evviva il castello degli errori
Novembre 4, 2005 in Racconti da Simona Margarino
Proprio mentre s’abbassa il crepuscolo sopra le Alpi e un lupo bofonchia qualche timida protesta, quattro merli cominciano a spennarsi sui torrioni del maniero, piuma dopo piuma, gracchiando e grattandosi il becco, vorrebbero volare alle stelle che vedono dietro la luna, ma c’è una rete di corda a coprirne la pelle, e non sanno come bucarla. Per questo abbassano il sedere bruciato sulla pietra, col petto inviperito.
Poco lontano, nascosto da uno stendardo regale, un cervo si stacca le corna e va appenderle sopra il camino del salone bello, vuol diventare famoso a tutti i costi, e crede di poterci riuscire. Ma la principessa è fuori, non lo vede. Nel cortile si tiene la pancia bianca, fischiando verso il cavallo, sa bene ch’è meglio schioccare una domanda in una lingua bassa che si lascia avvolgere; il principe azzurro, non capendoci nulla, avvicina il suo fisico impegnativo e, col fiatone in mano e il cuore sul portamonete, arranca per seguirla, tenendo il cerchietto fra i capelli, non sa ancora ch’è eleganza fermare in bocca una promessa che non può mantenere.
Intanto è sempre più buio lì intorno. Intanto c’è sempre più luce per i fuochi della gente. Allo scoccare delle 9, infatti, i guardiani calano il ponte e dalle mura si affacciano migliaia di cortigiani, con in tasca un biglietto e davanti al naso qualche miccia accesa, pronti a mettersi in coda e godersi lo spettacolo, ecco come: davanti a loro una signora alza la gonna e si fa pagare, almeno fino all’arrivo della carrozza di zucche. Da ogni angolo, allora, si levano bandiere, sventolano occhi entusiasti, affamati, arrabbiati, disgustati.
Ultimo è un bambino. Guarda in su, sorride a un uccellino, sbatte le palpebre, poi sputa un sorso d’acqua a terra, pesta i piedi, scalcia a destra e manca per farsi largo, alza tre dita –pollice, indice e medio- e infine, quando tutti son lì a guadare meravigliati, allunga in fretta un tulipano nero verso il grembo della madre, e, sempre in fretta, corre a farsi un bagno prima di dormire, felice. Beata juventus…
di Simona Margarino