Ferrante ora insegue Graziani
Dicembre 20, 2001 in Sport da Giovanni Rolle
E’ un Romero raggiante quello che scende in sala stampa dopo la vittoria contro il Parma. “Devo fare i complimenti a tutta la squadra, – dichiara felice il presidente granata – con una nota particolare per Sorrentino, che ha compiuto alcuni interventi da veterano. I ragazzi hanno giocato tutti benissimo, soprattutto mi sono piaciuti Sorrentino, Vergassola, Galante e Garzya”. Il presidente ha al collo una vistosa sciarpa granata, dono dagli Ultras: “Me l’hanno regalata prima della partita ed è stata un ottimo portafortuna”.
Il successo contro gli emiliani soddisfa anche Camolese, il quale invita tuttavia l’ambiente granata a non cedere ai facili entusiasmi e a non sottovalutare i prossimi avversari: “La classifica è sempre corta e la partita col Parma deve fungere da esempio. Contro gli emiliani, gli episodi ci sono stati favorevoli, mentre altre volte siamo stati puniti eccessivamente. Anche se non è stata una partita eccelsa sul piano estetico, sono comunque soddisfatto della prova dei ragazzi, che hanno saputo interpretare la gara in modo giusto, concedendo poco agli avversari, che, nonostante la classifica, restano una squadra molto forte, a cui manca forse un po’ di convinzione nei propri mezzi. Comunque, per noi c’è ancora tanto da lavorare, per esempio oggi potevamo gestire meglio certe situazioni nel secondo tempo quando si sono creati più spazi a nostra disposizione.
Per quanto riguarda i risultati delle dirette concorrenti, avrei preferito una serie di pareggi, invece hanno vinto sia il Piacenza che il Perugia. Attenzione a non considerare il Venezia come già spacciato, perché bastano un paio di vittorie di fila per rilanciare una squadra in crisi”. Infine, il tecnico spende parole d’elogio per Marco Ferrante: “I cento gol con la maglia del Toro erano un traguardo a cui teneva molto e che ha meritato con i fatti e non con le parole”.
Ed è ora il turno dell’eroe di giornata: “Sono felicissimo di aver segnato cento gol con questa maglia. Dovessi sceglierne uno, direi che il più bello è stato quello realizzato due anni fa in un Torino-Bologna 2-1, spalle alla porta, girata e tiro vincente. Sono entrato in campo emozionantissimo, perché sentivo che oggi avrei raggiunto il traguardo delle centro reti, e l’emozione mi ha giocato uno scherzo in occasione del rigore sbagliato, che poi, per fortuna, sono riuscito a ribattere in rete. Per me è stata una tripla soddisfazione, perché questo gol, oltre ad essere servito a battere il Parma, l’ho potuto festeggiare sotto la Maratona, dove c’è tanta gente che mi vuole bene. Ringrazio in particolare i ‘Cedrata’, che hanno sprecato lenzuola su lenzuola per tenere il conto dei miei gol. Con i compagni avrò modo di festeggiare dopo Natale; devo ancora studiare il modo, ma sicuramente si tratterà di qualcosa di più che una semplice cena. Ora, il mio prossimo obiettivo è raggiungere Graziani, che ha segnato 23 reti più di me”.
Alla gioia di Ferrante fa da contraltare la delusione di Carmignani, che ha battezzato con una sconfitta l’esordio sulla panchina gialloblù: “Ai miei giocatori non posso rimproverare nulla, perché hanno corso per tutti i novanta minuti pur non giocando un gran calcio. I ragazzi si sono calati pienamente nella nostra situazione, infatti abbiamo giocato più con la spada che con il fioretto. Il gioco c’è stato, purtroppo è mancato solo il gol per una questione di centimetri: Marchionni era convinto che Di Vaio gli stava arrivando alle spalle e forse ha ritardato un po’ l’esecuzione del passaggio. Purtroppo, ogni sconfitta contribuisce ad abbassare il morale, ma piangersi addosso non serve a niente”. Dello stesso avviso del tecnico è anche Sartor: “Se noi giocatori non riusciremo a fare qualcosa, in panchina potrebbe sedersi chiunque ma i risultati sarebbero sempre gli stessi. Anche un pizzico di fortuna in più non guasterebbe”.
di Giovanni Rolle