Festa rurale del Cevrin
Ottobre 14, 2005 in Enogastronomia da Stefano Mola
Come un personaggio di Dostoevskij, devo confessare una passione e una colpa. La passione è quella per i formaggi di latte caprino, secondo me tra le più sublimi transustanziazioni del latte in tutte le loro varietà, siano essi freschi o stagionati. La colpa è invece più grave: pur abitando a pochi chilometri (circa 20, secondo la stima di viamichelin) da Coazze, non ho mai assaggiato il famoso cevrin. Qui la dimensione tragica si stempera in pusillanimità, che, per restare alla letteratura russa, potremmo definire oblomoviana. Valgono a questo punto due considerazioni. La prima è che può essere assolutamente non interessante per molti il mio problema personale di formaggi e letteratura russa. La seconda è che la vita, a tenere gli occhi e le orecchie bene aperti, offre sempre una possibilità di redenzione.
Proprio questa fine settimana (ed è di questo in realtà che avrei dovuto parlare fin dall’inizio) c’è a Coazze la Festa Rurale del Cevrin. Se volete sapere qualcosa di più di questo formaggio, generato dal latte di capre della razza Camosciata, vi consiglio una visita al sito di SlowFood. Seguendo il link troverete informazioni dettagliate sulle sue caratteristiche (il cevrin è infatti un presidio slowfood).
Cosa vi aspetta a Coazze in questi due giorni? Innanzi tutto, domenica 16, dalle 9 alle 19, un mercatino rurale (che vi permetterà di comprare il cevrin). Il formaggio sarà anche protagonista, sempre domenica, alle 11:30, di un tradizionale incanto, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza. E poi mostre di disegno e di pittura, castagnate, cene (sabato) e pranzi (domenica) rurali, balli e danze popolari, un cicloraduno… In molti ristoranti di Coazze saranno offerti menù a tema a prezzo fisso in cui il cevrin interpreterà un ruolo fondamentale.
Date un’occhiata al sito del comune, ma soprattutto vincete il vostro oblomivismo, sfruttate il pallido sole autunnale (sembra che le previsioni del tempo siano buone) e fate un giro a Coazze.
di Stefano Mola