Francia: fra tradizione ed innovazione
Febbraio 12, 2001 in Cinema da Redazione
Una buona stagione quella del cinema francese, una stagione a cavallo fra tradizione ed innovazione, nella quale, forse, è mancata la voce dei grandi autori. Né Rohmer, né Chabrol, né i nipotini di Truffaut sono usciti nelle sale. Allo stesso tempo si è portato avanti un discorso innovativo che ha trovato in Lovers e in Una relazione privata i suoi punti saldi.
Lovers, con la magnifica Elodie Bouchez, ha portato Oltralpe i dettami di Dogma 95: niente luci, realismo e camera a braccio. Un buon risultato per una tecnica di ripresa che vuole togliere fronzoli alla regia (il regista, infatti, non dovrebbe nemmeno comparire nei titoli di coda) per rendere ancora più granitica la sceneggiatura. Ma attenzione, se non si accompagna alle riprese “secondo Von Trier” un’adeguata sceneggiatura, si rischia di creare un’opera effimera. costa rica . Se si spoglia il film dell’involucro, bisogna che il suo contenuto sia solido, “sacco vuoto non sta in piedi” recita un vecchio adagio. Lovers sta in piedi, vuoi per la storia, vuoi per gli attori.
Una relazione privata è l’asciutto resoconto dell’incontro fra un uomo ed una donna maturi che decidono di soddisfare in una camera d’albergo una loro fantasia sessuale. Fantasia che rimane nascosta allo spettatore, il quale conosce solo il lato amoroso della relazione fra i due. I due, spaventati dall’imprevedibilità di questo sentimento, decidono di lasciarsi. L’amore descritto come solo il cinema francese sa fare, con grazia e senza banalità.
La tradizione è Patrice Leconte: il suo La ragazza sul ponte, tanto bistrattato da alcuna critica italiana, è un gioiello di classicità dove l’inimitabile Daniel Auteuil e Vanessa Paradis, un lanciatore di coltelli e la sua collaboratrice, danno corpo ad una coppia che non ha più nulla da perdere, un uomo e una donna che scoprono come l’amore (il loro) non sia altro che l’unione di due solitudini. Delicatamente ironico, tratteggiato da un affascinante bianco e nero e da un’azzeccata colonna sonora, il film conferma le doti di Auteuil, che nonostante tutto non oscura la Paradis.
Riton e Garrit sopravvivono come possono nella Francia contadina degli anni Venti, hanno come amici un professore romantico e sognatore ed un vecchio industriale che rimpiange la sua povertà nella palude. I ragazzi del Marais è un film classico, fatto di semplicità e buoni sentimenti, un film sulla gioia di essere liberi. “Non sono mai stato così ricco come quando abitavo nella palude” afferma Michel Serraut, l’industriale tediato dalla vita cittadina. L’equilibrio è tale da non far mai scadere quest’apologia della semplicità nello stucchevole. Questo sì che è un film classico, un po’ Resnais, un po’ Tati e un po’ il Milou di Louis Malle.
In conclusione La cena dei cretini, tempi teatrali, situazioni paradossali, perfetta commedia degli equivoci. Thierry Lermitte deve portare ad una cena un cretino per prenderlo in giro con gli amici. domain generator Il colpo della strega lo blocca a casa ed il cretino rivoluzionerà la sua vita. Da non perdere.
di Davide Mazzocco