Franco Borrelli – Le stanze dell’anima
Maggio 8, 2012 in Fotografia, Net Journal, Primo Piano da Meno Pelnaso
Mostra fotografica alla Sacra di S. Michele fino al 03 Giugno 2012.
Di Franco Borrelli avevo già visto e recensito la mostra “FROM INSIDE” (https://www.traspi.net/2011/06/15/franco-borrelli-from-inside/), che evidenziava la caratteristica ricerca “pittorica” e la salvaguardia dei dettagli alla base degli scatti dell’autore.
Questa volta l’utilizzo dell’HDR (“High Dynamic Range imaging”, che consente di superare i limiti fisici delle attrezzature di ripresa) è sempre il meccanismo fondamentale delle elaborazioni delle immagini, ma il contenuto emotivo supera prepotentemente quello tecnico.
Bisogna ammettere che la sacralità e la spettacolarità del luogo dell’esposizione, la Sacra di S. Michele appunto, contribuisce non poco a creare l’atmosfera meditativa, svincolata dai limiti del tempo, che avvolge lo spettatore fin da quando calpesta i primi scalini d’ingresso.
Il culto di San Michele arriva in Val di Susa presumibilmente a cavallo dei secoli V e VI, ma è verso l’anno mille, un’epoca di grandi, tragiche e violente trasformazioni del territorio e della società, che probabilmente gli viene intitolata una delle strutture più spettacolari che siano arrivate fino a noi.
Appollaiata sul monte Pirchiriano ad osservare lo scenario suggestivo della valle che si snoda fino ad esondare nella pianura attorno alla città di Torino, l’abbazia si trova lungo la via francigena, percorso di pellegrinaggio di oltre duemila chilometri, che attraversa l’Europa da Mont-Saint-Michel in Francia a Monte Sant’Angelo in Puglia.
Affacciandosi ai bordi della salita ed osservando lo spettacolo che si offre al visitatore, il pensiero può solo stupirsi cercando d’immaginare di quanti e quali mutamenti questo imponente monumento deve essere stato muto spettatore.
Ogni singola pietra oggi sembra rivestita delle sofferenze ma, soprattutto, delle speranze di tutti i pellegrini, credenti o meno, che le hanno avvicinate e quest’aura avvolge di sacralità e rispetto l’intera austera struttura.
È questo, non semplicemente mura o paesaggi, che Franco Borrelli ha ritratto e mostra nelle foto e nei video esposti.
Ascoltando l’autore durante la visita, ho infatti la sempre più netta impressione che abbia cercato con questo superbo sforzo, durato un intero anno di lavoro, proprio non tanto di realizzare un impeccabile lavoro di “superficiale”, si fa per dire, fotogiornalismo, bensì un’opera emozionante per esaltare ciò che la Sacra ha rappresentato e rappresenta per le popolazioni che l’hanno vista e visitata, da dedicare a coloro che la amano e adorano ciò che rappresenta.
Ogni singolo scatto, stampato in grandi dimensioni, apre una spettacolare finestra di fronte all’osservatore, che ha quindi l’impressione di poter “vedere” il monumento attraverso gli ostacoli dei muri e del tempo, in un lungo periodo che abbraccia diverse stagioni e condizioni meteorologiche.
Grazie alla grande professionalità di Franco Borrelli la tecnica non è invadente rispetto al soggetto, per quanto rimanga comunque evidente, ma diventa lo strumento per fare risaltare il primato del monumento nel suo elemento naturale e lasciare che l’osservatore rimanga a bocca aperta di fronte allo spettacolo della natura che abbraccia l’abbazia, quasi a proteggerla o coccolarla in ogni periodo dell’anno.
Viceversa la Sacra sembra vegliare, severa e materna, in meditazione secolare, l’ambiente che la circonda e la vita che vi brulica.
Nei video in particolare, la Sacra si rivela a poco a poco attraverso le nuvole e la luce che vira dall’alba al tramonto.
Ogni filmato è composto in realtà da fotogrammi ad alta risoluzione elaborati singolarmente e poi montati a formare un lungometraggio.
Per comprendere la gran mole di certosino lavoro composto dall’autore basti pensare che ogni minuto di filmato è composto da circa 1500 foto a alta risoluzione!
Per non parlare delle sue foto di grande formato, stampate con meticolosa precisione e montate su lastre di alluminio, disposte a formare tre ambienti che consentono allo spettatore di sentirsi immerso nella magica atmosfera a 360 gradi.
Nondimeno anche la musica che si diffonde nella sala, scelta per l’accompagnamento dei video, amplifica le emozioni.
Manuel Torello ha composto le musiche delle prime due fotosequenze, realizzandole con hang e accompagnamento di chitarra, mentre Enrico Euron ha composto il pezzo per orchestra del terzo filmato.
L’hang, uno strumento a percussione a forma di disco volante creato da due artigiani di Berna, ha un suono vibrante ipnotico e leggero che trasmette un senso di serenità all’ascoltatore e lo invita dolcemente ad entrare in sintonia con l’atmosfera della mostra.
L’allestimento difficilmente lascia lo spettatore indifferente e viene voglia di tornare a vederlo o di portarsene un pezzetto a casa sotto forma di catalogo della mostra corredato del DVD dei filmati.
Lascio la Sacra alle spalle sotto una pioggerellina leggera.
Poco a poco lei si immerge nelle nuvole che la avvolgono come una coperta e mi osserva muta fino all’ultima curva per poi nascondersi tra le fronde della vegetazione.
Franco sta già pensando ai nuovi lavori, ma certamente in questo ha speso grandi energie e messo cuore ed anima e tutti coloro che l’hanno visto lo sentono e lo apprezzano e tornano a casa con un grande senso d serenità.
“… se ti sembra che tutto sia contro di te, fai prima pulizia nella tua mente e nel tuo cuore e vedrai il mondo sorriderti di nuovo.”
Per arrivare in auto dalla tangenziale nord di Torino guidare seguendo l’indicazione autostrada A32: Torino – Bardonecchia Frejus. Uscire ad Avigliana,
andare in direzioni dei laghi. Prendere la strada panoramica che passa nei pressi dei laghi di Avigliana e seguire le indicazioni per la Sacra di San Michele.
Ci sono anche vie da percorrere a piedi … ma … quelle ve le lascio scoprire.
… e non vale sbirciare su internet!!!
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso