Gennaio | Sudate Carte Curiosità III edizione
Marzo 8, 2005 in Sudate Carte da Stefania Martini
In questo giorno sono nato io.
In questo giorno, tra i denti gelidi del freddo, si smorza trattenuto
l’ultimo urlo delle bufere di neve. L’Orsa Maggiore rabbrividisce
irrigidita, bianca, di ghiaccio; tra i suoi denti sfavillanti trovo il
disco spezzato della Stella Polare.
Silenzio e immobilità sul ghiaccio azzurro; sotto le albe impassibili
dell’Aurora Boreale.
Sulla soglia del mio destino sta il vecchio Acquario: il flusso
ininterrotto del mio destino che egli fa sgorgare – si è agghiacciato –
il destino mio.
In questo giorno sono nato io e il mio cuore neonato, ad un tratto, si è
raggelato: un pezzo di ghiaccio, enorme e lucido.
Io credevo che un angelo soave e trasparente avesse portato con le sue dita
delicate il mio cuore – lontano dai beati orizzonti. Egli non è giunto: è
morto il mio tenero cuore tra gli artigli gelidi del ghiaccio.
In questo giorno sono nato io. Il mio cuore si è raggelato: un pezzo di
ghiaccio, enorme e lucido.
Non amo io. Il mio cuore è di ghiaccio – una pietra – spietato – come il
ferro. Non amo niente e nessuno. Non amo!
Oh, libro delle inimicizie!
Io strappo e prendo in mano il mio cuore – una pietra enorme e gelida – in
attesa – pronto a combattere!
Guai alle fronti fragili!
Geo Milev (1895 – 1925) è un personaggio molto eclettico nel panorama degli autori bulgari del primo Novecento. Nella sua breve e tormentata vita fu poeta, critico letterario, traduttore da nove lingue, redattore, pittore, regista, modernista. Formatosi sul simbolismo europeo e l’espressionismo tedesco, partecipò agli esperimenti del futurismo russo.
Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, fu gravemente ferito in battaglia e perse l’occhio destro.
Nel 1924, compose il poema “Settembre” dove descrisse la tragica, cruenta sconfitta della rivolta degli operai ed i contadini del 1923, organizzata dal Partito Comunista. Per questa sua opera, considerata dal regime dittatoriale bulgaro sovversiva, fu processato e condannato ad un anno di reclusione.
La mattina del 15 maggio 1925, un agente della Sicurezza Civile si presentò a casa sua per operarne l’arresto e condurlo in carcere. Geo Milev non ne uscì mai: scomparve per sempre all’età di trent’anni.
Nel 1954, in una fossa comune fu rinvenuto il suo occhio di vetro.
di Stefania Martini