Giorgio Soavi vince Biella Letteratura
Maggio 3, 2002 in Attualità da Stefano Mola
A volte ci sono delle coincidenze (verrebbe quasi da dire delle profezie). Presentando il premio “Biella letteratura”, (riservato a opere di narrativa, saggistica, epistolari eccetera che descrivano il rapporto tra la letteratura e l’industria, le trasformazioni della società legate al lavoro), avevamo citato Paolo Volponi (scrittore che amiamo moltissimo). Ora, Volponi ha lavorato all’Olivetti, durante quella straordinaria stagione in cui “la Olivetti è stata, a partire da prima degli anni Cinquanta, l’unico punto di riferimento, e di ammirazione, per tutti coloro, scrittori, filosofi, politici, giornalisti, grafici, copywriter, industrial designer, architetti, urbanisti e progettisti di qualcosa che in Italia non era mai apparsa, di giovani di quella petite bande che voleva veder spuntare, nel nostro paese malconcio, il sole, i simboli e le nuove realtà di un progetto da ammirare”.
Di chi sono le parole tra virgolette? Sono di Giorgio Soavi, che non solo ha vinto il premio “Biella letteratura”, come avete visto dal titolo, con “Adriano Olivetti: una sorpresa italiana” (Rizzoli), ma che di quella stagione è stato anche protagonista, insieme, tra gli altri, a Ludovico Quaroni, Cesare Musatti e Giovanni Giudici, Franco Ferrarotti e Franco Fortini, Ottiero Ottieri, Giorgio Soavi, Paolo Volponi (già questi stessi nomi danno l’idea di quanto potesse essere straordinario il clima), all’Olivetti stessa o alle Edizioni di Comunità.
Adriano Olivetti. Industriale, uomo politico, ingegnere, uomo di cultura, fondatore di una casa editrice. Protagonista di una ipotesi di cambiamento della società italiana, in cui la fabbrica potesse essere non solo luogo di produzione, ma anche di cultura, o meglio, punto d’incontro tra le culture. Insomma, un personaggio straordinario e affascinante, nulla di meglio allora che conoscerlo attraverso le parole di chi ha potuto lavoragli fianco a fianco.
Nulla di meglio di questo libro quindi per coronare in pieno la missione del premio. Ricordiamo per finire le altre opere entrate nella cinquina del premio: “Patrie smarrite: racconto di un italiano”, di Corrado Stajano, (Garzanti); “Modernizzare stanca: perdere tempo, guadagnare tempo”, di Franco Cassano, (Il Mulino); “Le pietre verbali”, di Maria Corti, (Einaudi); “Legami e conflitti: lettere 1931-1965”, epistolario di Alberto e Giovanni Pirelli, (Archinto). Quest’ultimo lavoro ha vinto il premio speciale assegnato dalla giuria.
PS: Ci piace ripetere un altro degli aspetti meritori del premio: dell’opera vincitrice saranno acquistate dagli organizzatori trecento copie che verranno date in omaggio alle biblioteche pubbliche e scolastiche del biellese
PPS: per chi volesse saperne di più su Adriano Olivetti, uno speciale on-line http://www.lasentinella.quotidianiespresso.it/sentinella/nonquotidiano/speciale/olivetti/editoriale.html
di Stefano Mola