Giuseppe Riccardo Lanza: artista ritrovato
Marzo 1, 2010 in Arte da Benedetta Gigli
Sabato 27 febbraio è stata nuovamente inaugurata, dopo un accurato restauro, la grande scultura ambientale dell’artista Giuseppe Riccardo Lanza, che domina la collina di San Valeriano a Piossasco.
Per l’occasione è stata anche allestita una mostra nella ex Chiesa della Madonna del Carmine a Piossasco (Via Roma 60). Nonostante sia un luogo sconsacrato, entrando si ha comunque una sorta di timore reverenziale, quello che ti porta a camminare in punta di piedi e a sussurrare. Con questa delicatezza ci avviciniamo alle opere di Lanza che si trovano lungo le due navate laterali e il presbiterio e che evidenziano subito la poliedricità dell’artista, uomo interessato ad affrontare il valore artistico in tutte le sue forme, dai dipinti alle sculture in legno alle opere in plexiglass, a maschere modellate sui volti, agli arazzi, ai gioielli, alla fotografia.
Lungo il percorso incontriamo così dipinti in cui il tema dominante è il pennino, che diventa campanile di una chiesa oppure parte di un elmo di guerriero: Scrivere, dipingere, scolpire, inventare, incidere, aspetti diversi della creatività umana. Un pennino che penetra nell’umanità o nella natura è il piccolo segno di questo rapporto tra l’uomo e la sua rappresentatività.
Andiamo avanti e siamo coinvolti dai giochi illusionistici di cubi in perpex al cui interno specchi metallici e lastre colorate deformano noi e tutto ciò che ci circonda: sono come scatole a sorpresa dove troviamo un universo immaginario pieno di illusioni. Inevitabile trovare divertente specchiarsi e vedere il proprio viso ripetersi all’infinito da tante angolazioni diverse.
Tutta una sezione è dedicata poi all’ideazione e alla creazione della grande scultura che è stata riportata al suo splendore originale sulla parete rocciosa denominata “la cava” della collina di San Valeriano. Si tratta di una stele di metallo alta 12 metri, con geometrie di vuoti e di pieni sulla cui sommità, le quattro parti che la compongono, tendono ad arco delle braccia-uncino che donano al tutto un senso di vuoto e contemporaneamente di unità.
Molte fotografie ci testimoniano il lavoro sul campo dell’artista, sottolineandone la fatica, ma soprattutto la gioia e l’orgoglio di poter esprimere quella che era una delle sue idee più ferme e radicate, quella cioè di unire la natura e l’arte sotto l’unico grande abbraccio dell’armonia: io mi sono sempre preoccupato di trovare un nuovo concetto di città e di ambiente, di collegare fino alla fusione i valori artistici e naturali, fantasia e geologia, nonché di sperimentare contaminazioni tra arti diverse. Anche se le vicende della vita mi hanno costretto ad operare in altre città, mi sento sempre vincolato alla città di Piossasco, sentendomi erede di quella tradizione che tante opere d’arte ha lasciato nel tempo.
Proprio per questo attaccamento alla città in cui è nato ci è sembrato di grande valore, simbolico e gioioso, giustapporre alle opere di Lanza disegni realizzati dai bambini di alcune scuole elementari. Se un’opera d’arte si dimostra capace di stimolare la scintilla della creatività nei suoi più piccoli (di età) fruitori, allora si può dire che sia viva davvero.
La mostra sarà aperta fino a Sabato 6 Marzo, nei seguenti orari
Dal lunedì al venerdi ore 9 – 13
Sabato ore 9 – 12, 15 – 18
Giuseppe Riccardo Lanza nasce a Torino il 23 dicembre 1933. Vive a Piossasco e fin da giovane rivela forti interessi pittorici. Negli anni ’50 viaggia all’estero intrattenendo rapporti con gli ambienti artistici europei e specialmente a Parigi entra in contatto diretto con esponenti delle diverse avanguardie. Ha un esordio figurativo, alternando i temi umani e naturali, influenzato dall’espressionismo-fauve. L’incessante sperimentazione di materiali e colori lo conduce alla scultura, al legno, ai teatri-scultura. Nel 1966 nascono i cubi in perpex che creano l’eclatante avvenirismo delle città futuristiche. Nel periodo successivo al 1968 il primitivo interesse per le nature riprende il sopravvento, ma sperimenta anche tutta la gamma dei polivinilici, della fotografia nelle sue diverse soluzioni di stampa e sviluppo, la serigrafia. È del 1969 l’idea di una scultura in metallo da collocare sulla punta rocciosa della collina di S.Valeriano a Piossasco. Durante la lavorazione di questo progetto denominato “montagna di Piossasco”, l’autore partecipa ed espone in moltissime mostre nazionali (ad Aosta, Roma, Firenze, Torino, Milano, Venezia, Padova, Sanremo, Bologna) ed internazionali (Parigi, Menton, Dusseldorf, Barcellona) ricevendo significativi riconoscimenti per le sue opere: degno di essere segnalato il premio “Mirò” a Barcellona nel 1972. Dal punto di vista della ricerca artistica, questi sono gli anni dello studio e del lavoro sul corpo umano attraverso la rappresentazione di tragiche maschere che modellano il viso e il corpo. Purtroppo una tragica morte nel 1986 pone fine all’estro di G.R. Lanza, la cui arte stava riscuotendo sempre più successo presso i contemporanei.
di Benedetta Gigli