Gli Astronauti della ISS atterrano al CERN
Settembre 18, 2012 in Net Journal, Primo Piano, Technology da Gino Steiner Strippoli
Pochi mesi or sono, esattamente il 25 luglio, Ginevra ha ospitato al CERN, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, l’incontro con i sei astronauti che il 16 maggio 2011 hanno portato in orbita e installato l’AMS (Alpha Magnetic Spectometer), lo strumento progettato per indagare sull’antimateria e sulla materia oscura. Quattordici mesi dopo la missione, il CERN ha celebrato l’evento con una giornata dedicata ai protagonisti di questa impresa. Ospiti dell’incontro con glia astronauti anche Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro, di Ecospirituality Foundation, che hanno potuto scambiare qualche parola con i sei uomini dello spazio.
Barbadoro ma cosa è successo realmente il 16 maggio 2011? “Lunedì 16 maggio 2011 lo Shuttle Endeavour è partito dalla base di Cape Canaveral, in Florida, per la sua ultima missione, con a bordo l’equipaggio formato dai sei astronauti e capitanato da Mark Kelly. La missione STS-134 aveva lo scopo di installare l’Alpha Magnetic Spectrometer a bordo della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale.
L’AMS, progettato dal CERN di Ginevra per individuare la materia oscura e l’antimateria, è stato installato, configurato e testato dall’equipaggio dell’ STS-134, in collaborazione con gli scienziati e i tecnici del CERN a terra”.
Nattero quando si pensa al mondo degli astronauti, vengono in mente i confini del cielo, la ricerca spaziale, l’infinitamente grande. “ E’ vero, l a ricerca in questo caso sulla fisica delle particelle invece porta alla
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A bordo della navicella spaziale insieme al Comandante Mark Kelly erano a bordo gli astronauti della NASA Gregory Johnson, Michael Fincke, Greg Chamitoff, Andrew Feustel e Roberto Vittori dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. “Si – Barbadoro – l’equipaggio della missione STS-134 è stato ricevuto con tutti gli onori dal CERN che ha organizzato una giornata per celebrare degnamente l’avvenimento. Gli astronauti, accompagnati dalle mogli, erano visibilmente entusiasti dell’accoglienza e della visita alla “casa madre” del progetto”.
Un evento iniziato al mattino con una conferenza stampa presso il POCC, Payload Operations Control Centre, il centro di controllo che gestisce le attività di ricerca realizzate tramite il collocamento in orbita di esperimenti e strumenti progettati al CERN. Ma cos’è il progetto AMS? “Il progetto AMS
– ricorda Nattero – effettua ricerche complementari a quelle realizzate con l’LHC – Large Hadron Collider, il più grande e più potente acceleratore di particelle finora mai realizzato”. “L’LHC del CERN – continua Barbadoro – è balzato alla cronaca mondiale il 4 luglio scorso, quando il CERN ha annunciato al mondo la clamorosa scoperta del Bosone di Higgs, detto anche “la particella di Dio”, che dal 1964 e fino a pochi giorni fa è stato solo una intuizione teorica del fisico britannico Peter Higgs, ma la teoria è stata confermata proprio tramite l’LHC”. Ma su cosa sta indagando l’AMS ? “Indaga – sottolinea Rosalba Nattero – sulla struttura dell’universo e sui segreti che ancora sono da svelare, come l’origine della materia, la materia oscura e l’antimateria, tematiche che affascinano anche i non addetti ai lavori per via dei lati nascosti che comportano e che inevitabilmente portano ad interrogarci su chi e che cosa siamo, da dove proveniamo, verso che cosa stiamo andando”.
La conferenza stampa si è svolta in un clima molto informale, pur se si intuiva l’importanza dell’evento, sottolineato da anfitrioni d’eccezione: il professor Samuel Ting del Massachusetts Institute of Technology, Premio Nobel per la Fisica; Alvaro Giménez Cañete, direttore dell’Agenzia Spaziale Europea e Rolf Heuer, direttore generale del CERN.
“L’AMS ha realizzato tutto quello che ci eravamo aspettati” ha detto il professor Ting, portavoce dell’esperimento AMS, alla conferenza stampa nel discorso di benvenuto. “Il grande merito va alla squadra che ha costruito lo spettrometro e alla squadra che lo ha installato sull’ISS. Siamo onorati di averli qui oggi a celebrare un anno dell’AMS nello spazio”.
L’Alpha Magnetic Spectrometer è in sostanza un rivelatore di particelle progettato per operare come modulo esterno sulla Stazione Spaziale Internazionale. Lo strumento è nato da una collaborazione internazionale coordinata dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti sotto la guida scientifica del Nobel Samuel Ting. Alla missione l’Italia ha collaborato per il 25% con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
Le osservazioni dell’AMS contribuiranno a rispondere ad alcune domande fondamentali, per esempio: “Da che cosa è composta la materia invisibile dell’Universo?” o “Che cosa è successo all’antimateria primordiale?”
“L’AMS – ricorda Barbadoro – è in orbita intorno alla Terra sulla ISS ad un’altezza di circa 300 chilometri e studia, con un livello di accuratezza mai raggiunto prima (una parte su dieci miliardi!), la composizione dei raggi cosmici primari, indagando nuove frontiere nel campo della fisica delle particelle alla caccia dell’antimateria primordiale e della vera natura della materia oscura. L’AMS raccoglie centinaia di milioni di raggi cosmici primari che, dopo essere stati accelerati da forti campi magnetici, hanno viaggiato moltissimi anni-luce prima di raggiungere l’esperimento. Dal momento dell’installazione l’AMS ha già inviato 18 miliardi di raggi cosmici dallo spazio al CERN”.
“Il desiderio di guardare alle stelle accompagna l’uomo da sempre – sottolinea Rosalba Nattero – Varcare i confini del nostro Universo è un sogno che ci portiamo dentro, e la “normalità” di questi sei uomini dello spazio ci fa ancor più venire voglia di andare “là dove nessun uomo è mai giunto prima”.