Ho visto Carl Lewis ed ora sogno Bolt
Luglio 15, 2010 in Sport da Claris
Carl era sempre impettito ed altezzoso, fiero degli ori olimpici, di aver emulato Jesse Owens, di ergersi a paladino dello sport pulito al contrario di quell’ammasso di muscoli sorridenti di Ben Johnson…
Eh già, i muscoli sorridenti… proprio quelli che erano di Ben e ora sono di Usain.
Anche se i due sono diversi in tante cose, come il mondo in oltre vent’anni. Dal figlio del vento contro il dopato Ben, Usa contro Giamaica, alla sola lotta in casa gialloverdenera, tra Usain Bolt e Asafa Powell. E il mondo attorno? Cellulari e allenamenti studiati con la scienza a supporto, meno doping, anche se la lotta è sempre calda, tartan più veloci, ma quello che conta sono sempre e solo più di tutto le gambe e la testa degli atleti.
E la testa almeno quanto le gambe, e il piatto eretico è presto servito. Asafa poteva dominare il mondo, ma è soggiogato dalla brillantezza del connazionale, brillantezza non soltanto nei tempi di reazione ai blocchi di partenza o nelle accelerazioni ai 75 metri, ma nel sopportare la pressione dei grandi, nel sapere correre per divertirsi e stupire, convinti dei propri mezzi senza aria di superiorità.
E comunque Usain rappresenta il cavallo di razza non ancora domato dalle convenzioni, in un mondo che si stupisce con retorica e ipocrisia se si fa festa quando si vince, pensando che il pensiero sia irridere gli avversari, invece che gioire per se stessi. La gioia viene prima di qualsiasi pensiero, di certo dell’arroganza… Ma in un mondo cosi quadrato e standardizzato e sempre meno capace di capire (e a volte tollerare) le deviazioni dai comportamenti guidati e dai sentieri predisegnati, stupiscono i balli a bordo pista, gli hamburger nella dieta di un atleta…
E ora capite perché non ce n’è per Carl Lewis e per nessuno? Usain è il Tomba dell’atletica, è il Valentino Rossi delle moto, é la classe legata alla simpatia, ma, come chi vince tanto, troppa gente lo aspetta al varco ed allora ogni sfida diventa una sfida non solo contro gli avversari, ma anche e soprattutto contro i miti da abbattere.
E quella del 16 luglio a St Denis è una di quelle cruciali della stagione. I due uomini più veloci della storia e anche di questa stagione. Dei 9 atleti in gara, ben sette hanno un personal best sotto i 10 secondi… ovvero lo spettacolo è assicurato, anche per la presenza dell’idolo locale Christophe Lemaître, primo sprinter bianco ad aver abbattuto il muro dei 10 secondi.
Ma la serata sarà anche all’altezza di una giornata olimpica per altre sfide molto nobili, a cominciare da quella tra le russe Tatyana Kotova e Darya Klishina nel lungo femminile. Nei 400 metri maschili sfida europea in vista di Barcellona tra il francese Leslie Djhone, il belga Jonathan Borlée e l’inglese Michael Bingham. Nell’asta maschile la sfida è tra il primatista stagionale Renaud Lavillenie e il campione olimpico Steve Hooker. Nei 110 ostacoli uomini non ci sarà purtroppo l’attesissima sfida tra i dominatori di questa stagione, ovvero Dayron Robles e David Oliver. Il primo ha dato forfait per problemi di salute.
Per quanto riguarda l’Italia, occhi puntati sui 4 ragazzi terribili della 4×100. Emanuele Di Gregorio, Roberto Donati, Simone Collio, Giovanni Tomasicchio e Maurizio Checcucci dopo aver ottenuto il secondo posto al Golden Gala 38″72 e la vittoria in Coppa Europa hanno ancora voglia di stupire… sognando un titolo europeo a Barcellona.
Il programma completo del meeting
di Claris