I Cousteau per Traspi.net
Ottobre 9, 2002 in Musica da Gino Steiner Strippoli
Una band d’altri tempi che sa realizzare suoni malinconici, romantici e profondi. Musica che ha nella profondità delle composizioni e nei toni caldi e bassi del cantato le sue caratteristiche peculiari. Nati nella multietnica Londra, al loro primo album hanno semplicemente sbancato. La critica li ha osannati e il pubblico li ha immediatamente amati grazie al sentimentalismo delle loro canzoni, con la voce di Liam Mc Kahey delicata e calda, a ricordare, talvolta, il Bowie degli anni d’oro.
L’ispirazione della loro musicalità sembra emergere (e riecheggiare) dalla “classicità” di grandi artisti come Burt Bacharach e Leonard Cohen ma anche i più moderni Smiths. In concerto amano usare strumenti veri senza campionamenti. Sebbene il loro successo faccia pensare ad un gruppo unito da molto tempo, i Cousteau, in realtà sono insieme da soli due anni e mezzo. A volte un album maturo non nasce necessariamente dall’affiatamento nel tempo di una band con all’attivo già molti album! Se in questi anni Duemila imperversa la musica elettronica, la musica dei Cousteau è talmente raffinata che fra trent’anni risulterà sempre moderna, mentre altre sonorità più tecnologicamente avanzate forse saranno già dimenticate.
Proprio da qualche mese è uscito il loro secondo album, “Sirena”, titolo in italiano in chiaro omaggio al nostro paese, anticipato da un singolo che è già un gran successo, “Heavy Weather”, a conferma di quanto di buono la band inglese aveva fatto sentire nell’acclamato esordio. Con “Sirena”, i Cousteau disegnano un nuovo scenario da favola, costruito con l’amore per la grande musica degli anni ’70, per la profondità e il carisma di David Bowie e dei Roxy Music, per la grazia spezzata di Chet Baker, per la vena intimista che dentro di se deve possedere una perfetta canzone, da Nick Cave a Tom Waits. Vere emozioni, veri musicisti, vere canzoni.
Davey le scrive, Liam le canta e Joe, Craig e Robin le accudiscono con amore e rispetto. Dal walzer countreggiante con tanto di wha wha che apre il disco “Nothing so bad”, all’intro di tromba in stile “This guy’s in love with you” che apre “(Damn these) hungry times”, dalla sezione fiati targata Stax presente su “Talking to myself” attraverso il Jacquesbrelismo di “No medication”. “Sirena” è un album per niente rivoluzionario, ma, se l’amore e la grazia possono essere una mezza rivoluzione, allora i Cousteau sono dei rivoluzionari che hanno fatto del loro farsi ascoltare la propria arma vincente. Sirena è un album fatto per dare le parole e la musica ai silenzi: parte dal non detto per affermare la magia della musica, la sua dolcezza la sua capacità innata di dare sollievo, emozioni e bellezza. Questi ragazzi, sono poeti di note, insomma!
Sirena, un titolo italiano per un album internazionale: da cosa nasce quest’ispirazione?
Liam
E’ un omaggio ai fan italiani, visto che in Italia abbiamo trovato una vera seconda casa. E poi le Sirene sono figure mitologiche che a me affascinano molto.
Siete definiti una band d’altri tempi grazie ai vostri suoni romantici; forse questo sapore retrò è quello che mancava al pubblico di oggi?
Liam
Principalmente il pubblico ha bisogno di questi suoni, ma non è che non esistano altre band che facciano le stesse cose: piuttosto mancano perché le compagnie discografiche non danno la possibilità a questi gruppi di andare avanti per via di un puro discorso commerciale. A parte l’Italia questa musica non vende molto in Europa. Voi siete intenditori!
Il vostro stile è molto anni ’70: si nota molto l’influenza di artisti come Cave, Bowie, Bacharach, non trovi?
Liam
Ti ringrazio per questi accostamenti molto importanti, ma nessuno di noi ha intenzionalmente voluto imitare questi grandi della musica. Semplicemente siamo stati influenzati sin da adolescenti dalle cose che ascoltavamo per radio; questi paragoni sono veramente troppo.
Ti ricordi il primo disco che hai ascoltato nella tua vita?
Liam
Certamente, “Tubular Bells” di Micke Oldfield.
Due album in due anni: tanta fatica per questo successo! Come state vivendo questo momento, da sconosciuti a famosi?
Liam
Non ci rendiamo ancora conto di quanto siamo realmente famosi, ci vediamo in TV, nei servizi giornalistici, ma ancora ci sembra tutto nella normalità. Siamo però consapevoli che il successo, se oggi è arrivato, domani potrà andare via, quindi spendiamo il nostro tempo a fare il lavoro che ci piace, a suonare, e siam contenti di essere pagati per fare questo. Una cosa che non tutti hanno la fortuna di fare. Non abbiamo il tempo per pensare al successo e quindi, per il momento, per rendercene conto: è stato tutto cosiì veloce!
Per te qual è il significato di musica?
Liam
E’ qualcosa di cui io ho bisogno di nutrirmi, come molte altre persone, e poi digerirla, altrimenti potremmo diventare solo dei contenitori vuoti senza vita.
Oggi molti scrivono testi sul sociale o parlano di guerre: tu invece nelle tue canzoni parli d’amore, quello romantico.
Dave
Sì, è vero, ci sono artisti che sono più portati a parlare di guerre e di problematiche che sono successe, però io penso che la cosa che più importa è l’amore, quella piccola grande cosa che fa andare avanti la vita. L’amore è vera nutrizione.
Il nome Cousteau riporta a profondità marine, cosi come il titolo Sirena: ma amate così tanto il mare?
Dave
Il mare è la metafora migliore, più ottimale, per esprimere il nostro genere di musica, le tempeste, la calma, i silenzi nel mare. Poi io vivo su una barca sul Tamigi… quindi il mare, l’acqua, è strettamente connesso alla nostra personalità ed al nostro modo di vedere la vita.
Quindi le tue canzoni nascono su una barca?
Dave
Sì, molte di esse sono nate sull’acqua!
Voi cosa conoscete della musica italiana, visto che vi piace il nostro paese?!
Dave
A Liam piace molto la canzone di Luigi Tenco, lo definisce geniale; io poi sono un fan di Cristina Donà, bravissima. E’ un vero genio, e poi ho conosciuto Umberto Tozzi, anche lui molto bravo.
Hai un sogno che si ripete sempre durante il tuo sonno?
Dave
L’ho avuto per circa 15 anni, dovevo vedere i risultati del fine anno scolastico e finiva che io dovevo ripetere l’anno. Era ossessionante!, poi però è finito con la promozione.
Qual è il rapporto tra i Cousteau e il pubblico?
Dave
A parte l’Italia, dove siete tutti molto calorosi ed entusiasti (qui hai la sensazione che al pubblico piaci!), negli altri paesi vediamo sempre facce strane quando ascoltano la nostra musica, per cui ci chiediamo subito ma che stiamo facendo!!!??
Poi, magari dopo il concerto vengono nel back stage a farci i complimenti, però guardando il pubblico non riusciamo a vedere proprio se andiamo bene o meno. Tutto questo a parte voi italiani, che siete fantastici.
Qual è il significato che dai alla musica?
Dave
E’ una domanda difficile, diciamo che è il modo in cui le persone comunicano le loro cose più intime e profonde. E’ una sort
a di struttura architettonica dove ci si incontra. La musica è come un sogno, è magica.
di Gino Steiner Strippoli