I figli del fuoco
Ottobre 31, 2002 in Viaggi e Turismo da Redazione
Fantasiosi, creativi, brontoloni, dinamici, attivi, mammoni, eroici. Chi? I popoli etnei.
Stiamo lì, fermi, apparentemente apatici e indifferenti a tutto quello che ci circonda. Stiamo lì, immobili, a subire la storia del mondo… poi, all’improvviso, ci diamo una scrollata e rivoluzioniamo tutto. Un po’ come il nostro vulcano, l’Etna.
I primi ricordi di imponenti e distruttive eruzioni del vulcano risalgono ad almeno duemila anni prima di Cristo; oggi “il gigante buono” sta cambiando carattere e sta diventando più aggressivo. Fontane di fuoco alte centinaia di metri illuminano le nostre notti offrendo uno spettacolo straordinario quanto terribile.
Pochi hanno dimostrato la stessa costanza, lo stesso coraggio, lo stesso amore per la propria terra, la stessa cocciutaggine a voler restare dove si è nati. Non si può dire certo che molliamo tanto facilmente! La lava scende fino al mare a seppellire tutto… i terremoti radono al suolo le nostre case… Non c’è problema. Basta sbracciarsi, spianare la lava, togliere le macerie e ricostruire.
Comincia un’eruzione? E dove siamo? Forse a fare le valigie per andarcene in posti meno pericolosi? Macchè! Siamo lì, a pochi metri dal fiume di fuoco, affascinati, estasiati, orgogliosi, fieri e incoscienti.
La nostra gente ha una propria coscienza, la nostra gente ha un cuore grande. Un cuore che a volte sa essere crudele e spietato, ma che per lo più è sensibile e generoso, genuino e limpido come il vino delle nostre vigne. E poi, male che vada, c’è sempre Sant’Agata o Sant’Alfio o Santa Barbara o Sant’Egidio o qualche altro Santo a cui rivolgersi.
Noi siamo i figli dell’Etna, i figli del fuoco.
di Anna Milazzo