I segni del corpo in ottanta scatti

Novembre 6, 2006 in Fotografia da Cinzia Modena

80scatti per Tiziana e Gianni Baldizzone hanno realizzato una mostra fotografica in cui mostrano, attraverso ottanta scatti le incredibili capacità umane di mostrare e catturare sentimenti. Ottanta fotografie a colori in grande formato (80 x 120), illuminate di sera in piazza San Carlo, a Torino, ciascuna commentata da un testo.

  • Espressività

    Pose, sguardi, espressioni, ma anche i segni impressi dalla vita: tatuaggi, rughe e cicatrici. In tutte le culture il corpo umano comunica attraverso un linguaggio che non ha bisogno delle parole perché le precede. I fotografi torinesi Tiziana e Gianni Baldizzone girano il mondo per documentarlo, ormai da anni.

    La mostra

  • I segni del corpo

    E’ un progetto originale di Tiziana e Gianni Baldizzone che vuole mostrare la capacità dell’uomo di comunicare attraverso i segni rivelatori di pensieri ed emozioni inviati all’altro attraverso il proprio corpo.

    Sguardi, sorrisi, gesti che riflettono – nella mescolanza di età e razze – il genio espressivo della nostra specie: una gamma di emozioni e stati d’animo: ciò che il viso e il corpo umano dicono e tacciono, mostrano e nascondono. Ma anche i segni che il corpo porta su di sé, e che parlano di noi all’Altro: tatuaggi, scarificazioni, pitture, segni rivelatori di identità o appartenenza o che la vita vissuta ha lasciato sul corpo come rughe o cicatrici. In altri termini, il linguaggio del corpo come prima forma di comunicazione che precede la parola.

    Il tema è trattato come un discorso trasversale alle culture e alle civiltà attraverso i visi, gli sguardi, le mani e i gesti di uomini, donne, bambini, vecchi e giovani di diverse parti del mondo e di diverse culture e religioni. Il messaggio che ne scaturisce è l’universalità del linguaggio del corpo come elemento unificante dell’Umanità.

  • Gli autori Gianni e Tiziana Baldizzone

    Fellows della Royal Geographical Society, i torinesi sono autori di numerosi libri pubblicati all’estero e in Italia.

    Specializzati nel «libro d’autore» e nella fotografia di reportage, concentrano da circa trent’anni la loro attenzione sull’uomo, la sua cultura e l’ambiente nel progetto di contribuire a salvaguardare culture che sono patrimonio dell’intera umanità. Pubblicano presso i più importanti gruppi editoriali internazionali (La Martinière-Seuil, Hachette, Flammarion-Rcs, Thames & Hudson, White Star). Sul tema della mostra hanno pubblicato a Parigi presso Phèbus due volumi: La main qui parle e Visages, con testi del celebre neuropsichiatra e saggista francese Boris Cyrulnik, studioso del comportamento umano e fondatore della etologia umana.

    Le loro fotografie sono state oggetto di varie esposizioni in Italia e all’estero. Hanno partecipato alla prima biennale internazionale della fotografia di reportage sul tema Obiettivo Uomo Ambiente (Viterbo, 2005).

    Collaborano con riviste quali Geo (Francia, Germania, Russia, Spagna), Grands Reportages, Terre Sauvage, Le Pèlerin, The Geographical, D di Repubblica, Quark, Airone, Lufthansa Magazine…)

  • Gli autori raccontano l’esposizione…

    I segni del corpoNel corso di un trentennio di viaggi nel mondo siamo stati portati a fissare con il nostro obiettivo migliaia di figure umane, prendendo coscienza della bellezza,della diversità e della straordinaria capacità espressiva e di comunicazione del corpo.

    Osservare il viso e i gesti dell’uomo è iniziarsi a un linguaggio che – a differenza di quello articolato costretto entro i limiti di un numero convenzionalmente ristretto di fonemi e, in ogni caso, del vocabolario – ha infinite sfumature.

    È grazie all’uomo che abbiamo colto la straordinaria forza di impatto della fotografia diventata per noi un mezzo per comunicare all’Altro e con l’Altro attraverso il linguaggio della luce, dei colori, delle forme, ma soprattutto dell’intimità. Un linguaggio ideale per emozionare e informare al tempo stesso.

    Il nostro concetto di fotografia obbedisce ad un’etica: condividere il tempo con le persone e cominciare a scattare solo quando sentiamo di aver stabilito un’intesa e un rapporto di complicità. E lo scatto rivela cosa ha voluto dire essere stati lì, in quel preciso momento, con quell’uomo o quella donna. Guardare con l’obiettivo dentro un viso o uno sguardo è cercare di capire. E capire è il minimo per compensare l’intrusione in uno stato d’animo altrui.

    Questa esposizione, lungi dall’essere esaustiva, può servire da guida nel labirinto dei segni che il corpo manda all’Altro, rivelatori di pensieri ed emozioni, e dei segni che il corpo porta su di sé, rivelatori di identità o appartenenza: segni impressi dalla mano dell’uomo o dalla vita e testimoni delle trasformazioni del corpo per cultura o oltre la cultura.

    In un faccia a faccia tra diverse civiltà, le foto mostrano l’espressività umana nelle sue diverse manifestazioni, dalla gestualità ai segni corporali: provvisori – come pitture, acconciature, gioielli – o permanenti – come tatuaggi, scarificazioni, cicatrici – scritti o scolpiti sulla pelle.

    Segni radicati in una certa cultura e segni che, svuotati del loro significato originario, passano da una società all’altra come un abito che ciascuno pesca da un guardaroba planetario per mettere in scena se stesso.

    Fotografi erranti, costretti al ruolo di eterni stranieri, abbiamo imparato a misurare l’importanza di uno sguardo, di un gesto o di un sorriso, idioma universale che, compreso ovunque, annulla d’incanto la maledizione di Babele. Abbiamo incontrato personaggi fuori dal comune e popolazioni destinate all’estinzione che lottano per un riconoscimento del proprio patrimonio culturale e per difenderne la sopravvivenza. Abbiamo preso coscienza delle conseguenze delle nostre azioni e della nostra indifferenza, prima ancora che sulla natura, sull’uomo e sulle culture più antiche e del paradosso di uno sviluppo che associa al miglioramento del tenore e della qualità di vita di alcuni, un progressivo degrado e impoverimento del pianeta a scapito anche della diversità delle culture e della capacità espressiva del corpo umano.

    Ecco allora un viaggio che attraversa continenti, culture e civiltà dentro a visi, sguardi, mani e gesti di uomini e donne di diversa età, razza, cultura e religione alla scoperta del genio espressivo dell’Uomo e dell’unicità e universalità del linguaggio del corpo.

    Un viaggio alle origini, per non dimenticare –nell’epoca di internet e dei messaggi via etere – il “lato umano” della comunicazione rappresentato dal primo strumento(il corpo) che l’uomo ha usato per comunicare e fornire informazioni.

    Un’esposizione per lanciare – attraverso il linguaggio comune dell’espressività fisica – un messaggio di unità,rispetto e salvaguardia delle reciproche diversità che caratterizzano, come ogni specie, anche quella umana.

    Tiziana e Gianni Baldizzone

  • Informazioni

    I Segni del Corpo

    Piazza San Carlo – TORINO

    da martedì 7 novembre 2006 a giovedì 21 dicembre 2006

    Gratuito

    La mostra è accompagnata dal libro-catalogo «I Segni del corpo», 5Continents Editions, Milano 2006.

    80 fotografie e introduzione di Tiziana & Gianni Baldizzone, un testo di Francesco Remotti, professore di antropologia culturale all’Università di Torino

    www.fonazionetorinomusei.it

    www.baldizzone.com

    di Cinzia Modena