Il bonsai giapponese

Novembre 12, 2001 in Giardinaggio da Redazione

Sappiamo che una delle tante vie dello Zen, tramite i monaci buddisti, portò la conoscenza del bonsai dalla Cina al Giappone. Qui fu sempre a cura dell’élite culturale l’assimilazione e lo sviluppo concettuale, così come per la cerimonia del Tè, dell’Ikebana, il tiro dell’arco, il kendo, ecc..

Questi “paesaggi dello spirito” riaccostano il bonsai alle religioni praticate, come il Buddismo Zen ed il Tao, dove perfezionano il concetto già in voga del giardino giapponese, dandogli una dimensione più intima e peculiare. Il giardino giapponese è un microcosmo composto di diversi elementi, quali acqua, alberi, rocce, sabbie, pietre, fiori. Tutti elementi con una sola prerogativa, e cioè la creazione di un ambiente il più naturale possibile, dove il verde esalta tutta la fragilità orientale tra la vita che muore e quella che nasce. Nel taoismo il tempo viaggia in un circolo, dato che una cosa si origina dal non-essere e ritorna al non-essere.



ginepro

Si ritiene che le prime testimonianze documentate sul bonsai in Giappone risalgano al periodo Kamakura (1185-1333). Lo provano le pergamene di vita quotidiana (makimono) in cui sono raffigurate piante in coltivazione.

Un’altra fonte è l’opera teatrale “Hachi-No-Ki” o La Storia degli alberi in vasi di Seam (1363-1443), che narra di un povero samurai che brucia i suoi bonsai per riscaldare il suo ospite Tokyori, uno shogun (letteralmente ‘generale’, governatore-dittatore al posto dell’imperatore, cui sottraevano tutto il potere) che viaggia in incognito.



melograno

Nel periodo Edo (nome antico dell’odierna Tokyo), 1603-1868, il Giappone passò da una società di tipo feudale ad una moderna, dopo la chiusura al mondo esterno dello shogun Hidetada (1624). In questo arco di 250 anni, in cui si succedettero quindici imperatori ed altrettanti shogun, il Giappone si vide limitato in una situazione di pace indisturbata. Se si esclude la classe nobile (militari e cortigiani), il resto delle popolazione era divisa in samurai (guerrieri), contadini, artigiani e commercianti. Tutti vivevano, eccetto i samurai, in condizioni di quasi schiavitù e tutti dovevano lavorare per mantenere le classi più agiate. Tre generazioni di shogun, Ieyasu, Hidetada e Iemitsu, diffusero la passione per la coltivazione delle piante ed il giardinaggio in generale.

Durante questo periodo Edo (o Tokugawa) appaiono gli stili bonsai e, poiché la legge vietava ai borghesi di possedere grandi giardini, lo sviluppo di quest’arte si fece più prepotente, anche perché si rinsaldarono i concetti dello Scintoismo Giapponese (la religione indigena di stampo animistico-naturalistico), la quale pensava che negli alberi ci fosse la sede degli Dei e dello Zen.

Nelle città di Kyoto e Hosaka, alcuni pensatori assunsero un sentimento distaccato dalla moda superficiale del tempo e si riavvicinarono alla letteratura cinese delle dinastie Ming e Shing. Si diffusero allora poemi di stile cinese, dipinti cinesi e bonsai nello stile literati (Bunjing) in vasi piatti, la cui forma era in contrasto con gli stili di moda ad Edo.



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Verso la fine del periodo Edo, fu aperto, con enorme soddisfazione della classe nobile, il primo vivaio dedicato al bonsai nel parco Asakusa a Tokyo. Dal 1781-1788 (epoca Ten Mei) si cominciò a tenere un’esposizione di pini provenienti da cinque provincie. A partire da questo momento anche la letteratura del bonsai si sviluppò e si cominciarono a vendere numerose pubblicazioni sull’argomento con riguardo non solo alle piante, ma anche ai vasi.

Nel 1892 a Tokyo si tenne il primo Concorso Artistico di Bonsai, cui fece seguito la pubblicazione in tre volumi “Bonsai artistici nella pittura” (Bijutsu Bonsaizu). L’imperatore Meiji (1868-1912), poeta assai dotato, incoraggiò l’interesse per il bonsai assurgendolo a livello di arte e fu coniato il termine di “Bijuku Bonsai” (arte del bonsai) per potere differenziare questi alberi da piante scadenti poste in vaso.



Panorama su un vivaio bonsai giapponese

Attualmente ci sono due mostre nazionali Giapponesi a Tokyo, una a Febbraio(Kokufu-ten) e l’altra alla fine di Ottobre (Taikanten), che consacrano i migliori esemplari dell’anno .Nel prossimo articolo affronteremo la filosofia di base del bonsai sviluppando i concetti di wabi,sabi,…

di Gaijin Ronin