Il bucato in una bottega all’americana?
Settembre 22, 2002 in Viaggi e Turismo da Redazione
Che le esperienze nuove non finiscano mai, é fatto noto a chiunque abbia più di cinque anni e un briciolo di consapevolezza. Dette esperienze possono riguardare tutti i possibili campi del sentire e del conoscere ed essere di volta in volta spirituali, interpersonali, geografiche, tecniche, letterarie, politiche, e chi ne ha più ne metta. L’esperienza nuova di cui vi voglio parlare oggi é di tipo tecnico, ma presenta implicazioni psico-sociali niente affatto trascurabili. In breve: ieri, per la prima volta in vita mia, sono andata a fare il bucato in una di quelle botteghe all’americana, qua nelle Fiandre tanto diffuse, che sono aperte ventiquattr’ore su ventiquattro e in cui, con cinque comuni monete da 50 centesimi di euro l’una, puoi farti il bucato completo nel giro di trentacinque-quaranta minuti. Detersivo a carico del cliente, cinque programmi di lavaggio a disposizione (bianco, poco colorato, sintetico 1, sintetico 2, lana), e, a seguire, puoi pure asciugare il tutto nell’apposita apparecchiatura.
Chi ha avuto l’idea era indubbiamente dotato di una forma di intelligenza pratica che rasenta la genialità: qualsiasi single, studente, spiantato-senza-lavatrice, può agevolmente farsi il bucato a qualsiasi ora del giorno e della notte, con la possibilità di abbinare la prima fase delle operazioni (lavaggio) ad un veloce spuntino nel bar di fianco, dato che neppure il più incauto dei ladri di biancheria si azzarderebbe ad aprire una lavatrice in piena attività di risciacquo, lavaggio o centrifuga. Maggiore prudenza s’impone nel corso delle operazioni di asciugatura (questa volta, l’apparecchio é apribile ed il contenuto é agevolmente rubabile): per sopravvivere decentemente a questo secondo periodo é consigliabile ricorrere ai seguenti mezzi e mezzucci:
Attenzione, se non abbordate il vicino di essiccatrice o se almeno non vi leggete un libro più o meno intelligente, rischierete di stravaccarvi mollemente sulla panca di fronte all’essiccatrice stessa, contemplando con sguardo vuoto le vostre magliette, mutande e calzettoni che girano e rigirano e rigirano su se stessi; inizierete a riflettere sulla ruota della vita, sui corsi e ricorsi storici, sull’eterno ritorno, sull’infinita vanità del tutto ed uscirete (se mai ne uscirete) dalla bottega della lavatrice in stato di totale alienazione, specie di cloni del protagonista di 1984 a fine romanzo. Ma con la biancheria pulita, asciugata e morbidissima, perché per qualche misterioso motivo l’essiccatrice fa tutto più morbido e vellutato.
di raffa