Il clone
Aprile 1, 2001 in Racconti da Redazione
Il clone: termine sulla bocca di tutti ed argomento di innumerevoli disquisizioni socio-etico-filosofiche: un salotto non è degno di tale nome se non si è almeno per una volta trattato l’argomento.
“Hai sentito di quel laboratorio americano dove …….”
“Ma va?”
“Si, e figurati che vogliono ripetere l’esperimento anche sull’uomo!”
“Ma va; interverrà la Chiesa e tutto verrà messo a tacere!”
“D’altra parte è forse ancora un po’ presto”
“Si però non è giusto fermare il progresso solo per dei preconcetti e delle convinzioni anacronistiche, senza poi contare che dovrebbero essere gli ultimi a parlare: la storia insegna …..”
Si dice tutto e il contrario di tutto ma continua, a mio modo di vedere, ad essere un argomento alquanto dubbio e nebuloso; il termine scientifico indica un processo artificiale attraverso cui è possibile riprodurre un essere a partire dalla struttura genetica dell’esemplare di partenza. E qua nascono i primi dubbi e la gente comune incomincia a confondersi; si sente ad esempio parlare di telefonini “clonabili”; che cosa vuol dire esattamente?
Una spiegazione dettagliata di tale processo implica conoscenze informatiche e telematiche del mestiere e quindi le omettiamo volentieri, ma la gente spesso travisa; un caso eclatante è quello di un anziano pensionato di Napoli che, prendendo alla lettera la definizione sopracitata, ha comprato un telefonino di ogni modello, spendendo tutti i suoi risparmi, con la speranza di rivenderne milioni e diventarci ricco. Personalmente credo che l’argomento sia comunque molto delicato, specialmente se si tratta di esperimenti umani; oddio, la possibilità di arrivare a casa dal lavoro e trovare ad attendermi Claudia Schiffer e Cindy Crawford non mi dispiacerebbe per nulla (sogno ed incubo già interpretato con maestria dal grande Alberto Sordi in “Io e Caterina”) ma non vedo, a breve termine, uno sviluppo industriale in tal senso.
Immaginiamo peraltro il clone di un tossico che incontri l’originale.
“Oh ciao tipo! com’è?”
“E tu chi xyzzo sei?”
“Sono il tuo clone!”
“Cos’èè che vuoi?”
“Sono il tuo clone, sono uguale e identico a te!”
“No! Non è vero!”
“Giuro!”
“Secondo me sei uno sbirro!”
“Ma che sbirro; sono la tua copia perfetta, sono identico a te in tutto e per tutto!”
“Oh minchia ma proprio uguale?”
“Preciso!”
“Allora vai a picchiare un marocchino e rubagli il fumo!”
“Non posso”
“Perché?”
“Perché senno’ finisco in galera”
“Lo sapevo che eri uno sbirro!”
Situazioni di questo genere si ripeterebbero all’infinito con non pochi problemi per il genere umano; personalmente mi comprerei il clone di Pippo Baudo e lo riempirei di mazzate.
di Emanuele Dealessi