IL CODICE DA VINCI
Giugno 6, 2005 in Libri da Barbara Novarese
Titolo: | IL CODICE DA VINCI |
Autore: | Dan Brown |
Casa editrice: | I Miti – Mondadori |
Prezzo: | € 5.00 |
Pagine: | 519 |
Quanti di voi hanno riconosciuto queste parole?
Sono le prime righe della dibattuta pagina 9, contenuta nel libro più discusso degli ultimi due anni: “IL CODICE DA VINCI” di Dan Brown
Un thriller scorrevole, intrigante, a tratti un po’ scontato ma capace di rapire l’attenzione del lettore fino a pochi fogli dalla conclusione.
A quel punto, l’elettrizzante desiderio di sapere lascia il posto al disinganno: nessun ritrovamento miracoloso, niente sconvolgenti scoperte… solo la fine di un’opera come tante.
Qualcosa d’insolito, tuttavia, accade!
Il tipico romanzo da pomeriggio d’estate si trasforma nel best seller che scuote coscienze e risveglia il lato inquisitorio del Vaticano (ops, non dovevo dirlo?). Probabilmente, Dan Brown non avrebbe potuto sperare in tanto successo, considerando che il suo precedente libro (Angeli e Demoni) passò quasi inosservato.
Indiana Jones non regge il confronto con lo studioso di codici che si ritrova, suo malgrado, coinvolto nella folle ricerca del Santo Graal o, per essere più precisa, Sang Real (Sangue Reale). Riferimenti ad istituzioni esistenti, personaggi che popolano i libri di storia ed opere d’arte famose in tutto il mondo costituiscono i pilastri portanti di un viaggio tra ipotesi segrete e fatti sconosciuti.
Ogni anno, vengono pubblicati migliaia di libri dissacratori a cui quasi nessuno attribuisce rilevanza provocatoria ma, al contrario, le polemiche s’insinuano copiose tra i capitoli del Thriller Mondadori, dichiarato “scandaloso”, offensivo e falso. Che cosa possiede di strano questo stampato che altri non hanno?
Rientra nella categoria dei cosiddetti “gialli”, senza la presunzione di essere un saggio di storia o un trattato di Teologia. Se Dan Brown avesse voluto svelarci grandi segreti, (forse) avrebbe scelto una strada più convenzionale…invece no: l’ambiguo autore lancia messaggi subliminali attraverso un thriller.
Ingegnoso,
scaltro,
geniale,
…ridicolo.
Non posso negare che tutto appare possibile in un mondo in cui il progresso avanza di pari passo con la menzogna, ma da questo a credere di essere in “matrix” c’è molta differenza. E’ più razionale immaginare che si tratti di un’azzeccata campagna pubblicitaria o di un caso fortuito, piuttosto che la rivelazione del secolo. E mentre noi ci domandiamo quanto di vero ci sia tra le righe del libro, l’autore sta dissipando “il compenso” che si è meritato a pieni voti.
Ciò nonostante, qualcuno non si arrende e domanda: “Esiste una remota possibilità che proprio le 523 pagine del “Codice da Vinci” possano svelarci i misteri della fede Cristiana?”
Di fronte ad una risposta positiva, i ricercatori di tutto il mondo si trasformerebbero in cospiratori che, per qualche ignota ragione, tentano di mantenere segreti i dettagli più sconvolgenti del Cristianesimo. Intrighi, silenzi e menzogne avrebbero costellato la loro esistenza nell’attesa del cavaliere senza macchia, pronto a rivelarci gli antichi arcani.
Meglio ancora: il Vaticano stesso avrebbe omesso importanti reperti, per paura di sovvertire l’equilibrio perfetto della società, avrebbe ucciso per conservare la segretezza ma (ahimè) non sarebbe riuscito a bloccare la diffusione del pericolosissimo scritto.
O è fantascienza o è follia…
Peccato che la Chiesa non sorrida di fronte alla probabile barzelletta ma si affretti prima a smentire, poi a censurare, il sorprendente romanzo.
Curioso, vero?
In un certo senso, Dan ha studiato e si è anche diligentemente impegnato nella ricerca di dettagli farraginosi e di situazioni di dubbia interpretazione. Poi, con destrezza, li ha mescolati alla sua velleità di scrittore, al suo passato da insegnante d’inglese e di critico d’arte.
“Una formula esplosiva nelle mani dell’incauto lettore”, avranno pensato i referenti diocesani alla cultura; “…e se riuscisse ad insinuare il ragionevole dubbio? Meglio censurarlo e vietare alla Comunità Cristiana di leggerlo”
Sarà più forte l’ubbidienza o il fascino del proibito?
Ecco ciò che di singolare ha fatto Dan: innescare una catena di domande e risposte con il risultato di vendere ancora copie.
Dibattiti, conferenze, controprove… per uno “scherzo” perfettamente riuscito.
Naturalmente l’ho letto anch’io, in tre giorni. Mi è piaciuto. Leggero, fluente, molto gradevole, per nulla impegnativo. L’ho acquistato, per caso, in un supermercato: stava lì, insieme ad altri titoli famosi: l‘ho messo nel carrello con l’insalata e le crocchette per il gatto.
Siamo esseri pensanti ed abbiamo trasformato in virtù il libero arbitrio. Se il libro ha solleticato la nostra curiosità, allora prendiamoci del tempo per approfondire un argomento conosciuto troppo superficialmente; se il libro ci ha disgustato, allora consideriamolo un thriller come tanti.
Solo noi possiamo dare una risposta alla nostra fede, tutto il resto è storia e, se ci sarà una verità da conoscere, arriverà il tempo giusto per comprenderla.
di Barbara Novarese