IL COLORE INCISO – PICASSO AL FORTE DI BARD
Settembre 19, 2014 in Arte, Primo Piano da Cinzia Sfolcini
Sino al 26 ottobre il forte di Bard ha ospitato la mostra “Pablo Picasso.Il Colore Inciso”, a cura di Markus Müller e Gabriele Accornero coprodotta dall’Associazione Forte di Bard in partnership con il Museo Picasso di Münster.
L’esposizione è stata la più grande mai realizzata in Europa di linografie del grande maestro, per numero e importanza delle opere, che sono 140, dedicate ai grandi temi della cultura del Medierraneo – Arcadia, Minotauro, Mitologia e che documenta la progressiva acquisizione della tecnica da parte del pittore andaluso. Quindi dalle prime prove, sino al culmine di “Fausto e Satiro” ela copia del “Ritratto di giovane donna” di Lucas Cranach il Giovane, realizzata con un multiblocco di lineoleum. Nel progetto espositivo grande importanza è data al processo creativo che portava il genio spagnolo a creare i suoi capolavori con la tecnica dell’incisione. Esposta anche una sequenza completa di undici prove con varianti di colore sul tema Baccanale con toro. Sequenza che testimonia la grande vitalità e il virtuosismo del processo creativo dell’artista.
Un confronto interessante è dato dal dialogo con le ceramiche che in parallelo l’artista realizzava, sapientemente accostate, nel percorso espositivo, alle opere grafiche. Pezzi di pregio, provenienti dal Museo della Ceramica di Vallauris e da collezioni private. Pablo Picasso è l’artista che, nel XX secolo, ha portato l’arte della stampa su linoleum ai più alti livelli stilistici: la sua produzione di linocuts rivela, ancora una volta, il genio grafico di colui che è considerato il maestro indiscusso dell’arte del Novecento. Solo Henri Matisse si è avvicinato a tali virtuosismi. La produzione di linocuts si inserisce in una più vasta attività nel campo della grafica, che lo vede impegnato anche come illustratore, disegnatore, incisore e stampatore: Picasso produsse nella sua vita più di 2.500 incisioni (la prima fu eseguita a Barcellona nel 1899) e si afferma dunque come il più originale e innovativo incisore del suo tempo. La sua produzione grafica si snoda, infatti, in un percorso parallelo a quello pittorico, ispirando e talvolta anticipando soluzioni formali e tecniche che la maggior duttilità espressiva del mezzo grafico gli permetteva di mettere in atto prima che in pittura.
L’interesse per la stampa su linoleum ha inizio nel 1939, quando, stabilitosi nel sud della Francia, in Costa Azzurra, con l’assistenza del giovane tipografo Hidalgo Arnéra, comincia a esplorare le potenzialità di questa tecnica, di cui sviluppò procedure mai tentate prima, ottenendo opere grafiche di grande formato, caratterizzate da una sempre più ricca e vivace varietà cromatica. Determinante per la fecondità dell’artista è stato l’incontro con Jacqueline Roque che ha ridato fiato al suo Eros dopo l’abbandono subito dalla Musa di sempre Françoise Gilot: il nuovo amore dà una nuova ispirazione all’artista, che ora è come rinnovato. Fu questo inconfondibile cambiamento di umore che portò la critica francese ad abbandonare le etichette tipicamente assegnate alle fasi artistiche picassostituite da categorizzazioni che derivano dal nome delle sue muse ispiratrici (“periodo Françoise”, “periodo Jacqueline”).
L’interesse per la stampa su linoleum ha inizio nel 1939, quando, stabilitosi nel sud della Francia, in Costa Azzurra, con l’assistenza del giovane tipografo Hidalgo Arnéra, comincia a esplorare le potenzialità di questa tecnica, di cui sviluppò procedure mai tentate prima, ottenendo opere grafiche di grande formato, caratterizzate da una sempre più ricca e vivace varietà cromatica. Determinante per la fecondità dell’artista è stato l’incontro con Jacqueline Roque che ha ridato fiato al suo Eros dopo l’abbandono subito dalla Musa di sempre Françoise Gilot: il nuovo amore dà una nuova ispirazione all’artista, che ora è come rinnovato. Fu questo inconfondibile cambiamento di umore che portò la critica francese ad abbandonare le etichette tipicamente assegnate alle fasi artistiche picassostituite da categorizzazioni che derivano dal nome delle sue muse ispiratrici (“periodo Françoise”, “periodo Jacqueline”).
I temi delle prime produzioni, quali la tauromachia, i baccanali, le nature morte sono affiancati, nella fase più intensa dell’attività tra il 1954 e i primi anni ’60, da teste di donne, studi di figure, ritratti, e, soprattutto, dalle celebri ‘variazioni’ da maestri del passato (Cranach, El Greco, Ingres). Un corpus di oltre 200 opere create in un periodo di tempo relativamente breve e secondo una modalità in costante evoluzione.
Si può a ragione affermare che Picasso ha rivoluzionato, con la sua incessante sperimentazione, i principi di questa tecnica. Ciò che interessava a Picasso, infatti, era l’esplorazione dei limiti della tecnica e il desiderio di fissare in una forma definita le fasi del procedimento creativo dell’opera, in una continua interazione fra idea di partenza ed esito finale, passando attraverso gli stadi intermedi.
In mostra anche wall papers di immagini dell’artista dei fotografi Magnum Robert Capa e René Burri e trenta fotografie scattate da David Douglas Duncan, fotoreporter americano legato da una stretta amicizia con Picasso, di cui diventerà uno dei fotografi prediletti.
Duncan, nato a nel 1916 a Kansas City (Stati Uniti), durante la Seconda Guerra Mondiale, fu reporter nel fronte sud del Pacifico e tra il 1946 e il 1956 fu fotoperiodista per la rivista Life, e catturò immagini della fine dell’occupazione britannica in India, il boom del petrolio in Arabia Saudita, la guerra civile in Grecia e, in particolare, le guerre in Corea e Vietnam. Nel 1957, con il tramite del comune amico Robert Capa, conosce Pablo Picasso, a cui sarà legato da una stretta amicizia. Duncan pubblicherà sette libri fotografici su Picasso, ritratto sia in momenti della sua vita privata e familiare sia al lavoro nel suo studio. Duncan sarà anche l’unico fotografo ad avere accesso ai dipinti privati di Picasso.
Le fotografie in mostra sono state scattate tra la Villa La Californie (Cannes) e il castello di Vauvenargues (Provenza). All’interno delle Cannoniere, proiettato il film “Il Mistero Picasso” documentario del 1956 per la regia di Henri-Georges Clouzot, con la fotografia di Claude Renoir, che ottenne al Festival di Cannes del 1956 il Premio Speciale della Giuria (durata 78 min, lingua francese, sottotitoli italiano)
Informazioni
Associazione Forte di Bard
11020 – Bard (Aosta)
T. +39 0125 833811
www.fortedibard.it
Orari
Martedì-venerdì 10.00-18.00
Sabato-domenica 10.00-19.00
Chiuso lunedì
Tariffe
Intero: 8,00 €
Ridotto: 6,00 €
Ragazzi: 4,00 €
Cumulativo mostra Sergio Larrain 12,00 €
Audioguide: 3,50 € (coppia 5,00 €)