Il come al di là della fine | Sudate Carte Racconti I edizione
Dicembre 2, 2002 in Sudate Carte da Redazione
Mi scivola giù, giù dall’anca, sfiora l’adduttore sinistro, precipita per il femore contiguo; non è niente solo un piccolo graffio, dolce è il suo scorrere, caldo ed accogliente, provo quasi piacere nell’assaporarlo.
Sento un tremore al petto ora, ed è come se il bagliore degli occhi mi venisse meno, non me la sarei mai immaginata così, sinuosa, elegante, leggiadra come il nulla[…]
Non mi sembrava distante la strada vista dall’orifizio posto sul muro ad essa parallela, saranno stati ottocento, mille metri al massimo, ed il pulviscolo che si agitava allo sbuffare del simun, quasi ne offuscava la visuale.
Le mie prime settimane in quella terra tanto affascinante quanto dimenticata e colma di contrasti, trascorsero pietose e solitarie da unico europeo in questa landa straniera.
Tutto il tempo ad osservare, scrutare e capire le sensazioni e le piccole porzioni di mondo che si intravedevano da quello scantinato maleodorante e polveroso, dove i vapori, resi ancora più irrespirabili dal caldo afoso e dallo zolfo mi cingevano in una morsa strappa viscere.
Preservato lì, come una sorta di garante giacevo, ed intanto, a poco a poco, a turno essi morivano; chi non sarebbe più tornato l’aveva scritto in fronte, lo si capiva dal modo in cui salutava, dagli sguardi, era come un prescelto, traghettato negli inferi prima ancora di lasciare il purgatorio terreno.
Ero piuttosto scosso ma sapevo di essere nel giusto o meglio ne ero certo, così si diceva, almeno tra noi, pochi, ebbri di libertà, assopiti dal nulla e scoraggiati dal proprio tedio[…]
Un tonfo improvviso mi scrollai di dosso tutti gli ideali e con essi il grosso macigno che li conteneva, l’integrità abbandonata per un istante;
un secondo agghiacciante botto, il mio corpo.
Purtroppo è realistico notare, che anche in queste circostanze i capisaldi scomodi sono sempre i primi a cadere, ma, questa pseudo trinità, unita da vincoli sottilissimi, ma radicati nel bagaglio di comparazione che è anche il terzo termine è di nuovo una, sola!
Quasi martirizzata pronta ad un divenir merce[…]
Ecco che nel buio denso di miraggi cominciai ad assaporare le gioie della conoscenza convinto della loro genuinità e poco consapevole del loro vizio o abitudine al compiacersi.
Catturato da quest’ossessione continuavo il mio autoindottrinamento, ero pronto al martirio[…]
La difficoltà dell’uomo nel concedere liquidi al suolo, fluidi in credito per lo più, non si assapora che al momento del saldo: questo è giunto; poche gocce mi separano dal buio terreno.
Nonostante ciò continuo ad essere avido di fatica, trattengo tutto, la vita ora mi sembra quasi preziosa rivedo le immagini salienti del percorso che sto per portare a termine, le imprese, lo scorrere dei giorni, la quotidianità .
Un brivido secco ora mi attraversa dal basso ventre in su, il terreno polveroso vuole il proprio dazio in cambio di un ricordo, una piccola goccia appare sulla tempia e scorre giù , sulla linea marcata degli zigomi, sino a staccarsi al ruvido contatto con la barba, l’ennesimo debito è stato pagato; un sorriso incondizionato mi si disegna lentamente, le labbra rilassate, gli occhi abbassati, ed è come vivere…
di Danilo Peano