Il Don Giovanni al Superga di Nichelino
Aprile 11, 2008 in Spettacoli da Redazione
Il personaggio di Mozart e Da Ponte ritorna in un allestimento completamente nuovo. Nelle due date di Torino e Aosta, firmato Pasquale Buonarota
Si racconta che il Don Giovanni sia stato scritto quasi per scommessa, in pochissimo tempo. Le prime scene furono persino compilate in una manciata di giorni, sotto un’ispirazione quasi magica. A dirlo è Lorenzo Da Ponte stesso, il librettista che collaborò con Mozart anche per “Le nozze di Figaro” e “Così fan tutte”.
Pare che, per iniziare, il Da Ponte si sia messo al tavolino per circa dodici ore di fila, per unica compagnia una bottiglia di buon Tocai, il calamaio, e una scatola di tabacco di Siviglia. Molto curioso. Sembra che per ispirarsi meglio, abbia anche indugiato sulla bellezza di una “giovinetta, che avrei voluto non amare che come figlia, ma…”, che aiutava la famiglia presso la quale Da Ponte era ospite. Appena l’estro gli veniva meno, suonava un campanello e la ragazza compariva, portando un biscotto o una tazza di caffè, e la composizione riprendeva con energia.
Ad ascoltare la sua versione dei fatti nelle Memorie, l’opera nacque con estrema disinvoltura, senza intoppi, e non emerge quasi per nulla l’intera complessità del Don Giovanni. Curioso anche questo. Vero è che Mozart aveva in mente un’opera molto più seria, forse una tragedia, e che fu proprio Da Ponte a convincerlo a inserire una più leggera e incantata vis comica.
Nel 1787 andò dunque in scena Il Dissoluto punito, o sia il Don Giovanni, ed ottenne immediatamente un enorme successo. Era passato oltre un secolo e mezzo dal testo di Tirso da Molina, e più di centoventi anni da quello di Molière, e il personaggio nel frattempo aveva acquisito forza. Depurato dalla malvagità barocca, il Don Giovanni di Mozart divenne un libertino affascinante, un emblema della vitalità e della spensieratezza della generazione di fine settecento. Sicuramente nessuna epoca fu in grado di comprendere e rappresentare meglio il Don Giovanni che l’Epoca dei Lumi.
Ora l’opera di Mozart e Da Ponte tornerà in scena al Superga di Nichelino e al Giacosa di Aosta, per la regia di Pasquale Buonarota. Un impegno importante, di complessa realizzazione, che giunge dopo l’esperienza positiva di almeno altre tre opere liriche realizzate dallo stesso regista. Segue infatti a Cenerentola, L’italiana in Algeri e Norma, che hanno ottenuto un ottimo consenso di pubblico e di critica.
Non a caso, in questi anni di esperienze nel campo lirico, l’intento del regista è sempre stato quello di dare all’opera allestita rilievo e qualità, non solo all’aspetto musicale, ma anche a quello visivo e recitativo, in modo che musica e teatro possano fondersi sul palco in maniera omogenea e con pari dignità. Per raggiungere questo risultato si è sempre avvalso di un’equipe composta da figure artistiche e professionali, come Iole Cilento per le scene, Federica Genovesi per i costumi e Francesco Dell’Elba per la creazione luci, da anni sono presenti e attivi nel panorama teatrale italiano.
“Don Giovanni è luce e tenebra, movimento e stasi,” commenta il regista Pasquale Buonarota “ma ognuna di queste condizioni è vissuta in maniera assoluta senza sfumature. Don Giovanni è energia vitale nella massima espressione. Per questo, nella mia lettura, assume il ruolo di polo d’attrazione, un centro gravitazionale intorno al quale vengono attratti tutti gli altri personaggi che, a differenza del protagonista, trattengono i loro impulsi e le loro emozioni, sia per convenienza sociale ed educazione, sia per timore delle conseguenze”.
Una buona definizione, che presuppone una piena conoscenza della storia del personaggio e della sua forza drammatica. Ma Don Giovanni non è inarrestabile, come molti tenderebbero a considerarlo. Anzi, è una sorta di viaggiatore nell’esperienza, un collezionista di conoscenze che in qualche modo tende a restituire ciò che ha vissuto. Con la sua vitalità. E a ricercare, come un ultimo domicilio, qualcosa o qualcuno che lo possa per sempre immobilizzare.
“In Don Giovanni convivono energia, pensiero e pulsione emotiva,” conclude Buonarota. “Ed è per questo che l’unico che può contrapporsi è anch’esso un essere che vive la sua natura in un contrasto assoluto: uno spirito in un corpo di pietra”.
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti
Musica di: Wolfgang Amadeus MOZART
Libretto di: Lorenzo DA PONTE
Direzione: m° Emmanuel SIFFERT
Regia: Pasquale BUONAROTA
Teatro SUPERGA
sabato 12 aprile 2008
ore 20.30
Nichelino (Torino)
Teatro GIACOSA
martedì 15 aprile 2008
ore 21.00
Aosta
PER L’ALLESTIMENTO TEATRALE:
Scene: Iole CILENTO
Creazione luci: Francesco DELL’ ELBA
Costumi: Federica GENOVESI
Assistenza regia: Davide VIANO, Assistenza scenografia: Valeria DI MUNNO,
Assistenza costumi: Rossana MARCHESI, Assistenza tecnica: Francesco MAFFIONE, Stefano TROIANO
Stagista: Isabella CHIARIGLIONE, Organizzazione: Monica DELMONTE, Eleonora MINO
PER LA PARTE MUSICALE:
Interpreti: Emilio MARCUCCI (Don Giovanni), Marco PAULUZZO (Commendatore),
Alexandra ZABALA (Donn’Anna), Marcello NARDIS (Don Ottavio),
Susie GEORGIADIS(Donna Elvira), Davide ROCCA(Leporello),
Gabriele D.G. BOLLETTA(Masetto), Francesca LANZA (Zerlina)
Coro: ‘Mario Braggio’ – Orchestra ‘Sinfonica’ della Valle d’ Aosta
Direzione del coro: m° Gianluca FASANO
di Davide Greco