Il dottor Glas
Giugno 22, 2005 in Libri da Tiziana Fissore
Titolo: | Il dottor Glas |
Autore: | Hjalmar Söderberg |
Casa editrice: | Giano |
Prezzo: | € 14,00 |
Pagine: | 171 |
Questa lunga novella dello scrittore e giornalista svedese Söderberg è in realtà la storia di un omicidio. Ma in che modo è scritta? Non certo come una cronaca ricca di colpi di scena, d’effetto….è scritta sotto forma di diario in cui il protagonista, il dottor Glas, che vive ed esercita a Stoccolma, cerca giorno dopo giorno, una motivazione per eliminare il pastore Gregorius, che non sopporta per quello strano motivo che ti porta, senza un senso preciso, a sopportare un tuo simile, già a livello epidermico. Il suo motivo viene avvalorato dalla giovane e bella moglie del pastore che chiede al dottore aiuto in quanto non ama il marito bensì un altro e vorrebbe sfuggire ai cosiddetti doveri coniugali che il pastore invece rivendica, in qualità di marito, fino a usarle violenza.
Inutile dire che Glas è turbato e affascinato dalla signora Gregorius e prova forse, per la prima volta, quel sentimento che si chiama amore.
Dopo aver cercato di eliminare per un certo periodo l’uomo dalla scena, mandandolo alle terme con la scusante di un rimedio di fronte ai rischi di una sua malattia di cuore, il dottor Glas dovrà affrontarne l’eliminazione definitiva.
Quello che più colpisce è il ragionamento che l’autore fa fare al protagonista. Glas è il tipico nevrotico della letteratura tra Otto e Novecento, preda di grandi passioni tipo sogni e miserie che si alternano giornalmente o l’amore che non si riesce ad avere.
I destini del dottor Glas e della signora Gregorius s’incontrano, s’intrecciano ma non si uniscono perché saranno sempre due vite alla deriva, anche lei infatti verrà disillusa perché il suo amore sposerà un’altra.
Ma al di là della storia quello che colpisce è la continua riflessione del protagonista che diventa un’ossessione: si ha il diritto di uccidere il prossimo se questa persona ci ripugna? Possiamo modificare il corso di un’esistenza? Abbiamo il diritto di afferrare la vita oltre ogni morale, per avere un briciolo di felicità? Ecco questa è la follia razionale che pervade tutta la novella, questa forma maniacale di vivere che si svolge con lo scenario di Stoccolma, affascinante con i suoi quartieri, i suoi sobborghi e che diventa a sua volta una protagonista della storia stessa, storia che finirà con il dolore e l’abbandono e subentrerà l’attesa dell’inverno con la neve come unica soluzione, perché tutto coprirà e cancellerà, quasi un mezzo purificatore; si legge infatti a pagina 171:
E presto verrà, la neve. La si avverte nell’aria.
Sarà la benvenuta. Che venga. Che cada pure.
di Tiziana Fissore