Il fascino della vita
Maggio 26, 2002 in Technology da Sonia Gallesio
Presso il Centro Congressi Unione Industriale, lunedì 20 maggio, ha avuto inizio il secondo ciclo di conferenze Conoscere la vita, iniziativa presentata dalla Fondazione CRT in collaborazione con la case editrice UTET. Sapevate che in Inghilterra è stata realizzata una rete di canali sotto le strade per favorire la migrazione delle colonie di rospi? E che alcuni nidi di volatili possono essere considerati veri e propri esempi di ingegneria statica? E, ancora, che un gruppo di corvi statunitensi ha imparato a far schiacciare le noci dalle automobili (al momento della partenza al semaforo), per poi riprenderne i pezzetti al successivo blocco del flusso? Questo e tant’altro abbiamo appreso assistendo all’incontro Adattarsi per sopravvivere, condotto da Alessandro Minelli, Ordinario di zoologia all’Università di Padova e da Giusto Benedetti, zoologo e collaboratore RAI. Il mondo animale è straordinariamente vasto, esistono creature che neppure potremmo immaginare. Addirittura non è ancora mai stato realizzato un inventario completo della bio-diversità, anche se il primo tentativo in tal senso risale a ben 250 anni or sono. Intorno al 1750, al momento della redazione de Systema Nature, mancava un aspetto fondamentale del sapere scientifico moderno, ovvero la capacità di riconoscere una certa continuità storica delle varie specie, di fatto la concezione che tutti gli esseri viventi sono legati tra loro da una parentela più o meno lontana, possibile proprio grazie agli adattamenti che via via gli stessi hanno dovuto compiere (vedi studi di C. Darwin). Ogni creatura è continuamente costretta ad adattarsi, cominciando da quelle dal corpo molle e trasparente come le meduse per finire alle super-corazzate come i granchi, dagli esseri apparentemente immobili come le spugne a predatori e prede, dai parassiti ai cosiddetti animali sociali quali api e formiche. Una chiave interpretativa di gran rilevanza, in relazione ai processi di adattamento, ci viene proprio dalla terra di Carlo Darwin, grazie ad una famosa farfalla che fu ampiamente studiata dai suoi successori. La nota Carbonara – dalle ali piuttosto scure, di un colore affumicato – è, infatti, un esempio lampante di come, mutando l’ambiente e dunque la selezione dei predatori, una precisa sottospecie possa prendere il sopravvento su un’altra. Quando, intorno alla metà del 1800, la corteccia delle betulle era ancora chiara, gli esemplari di una certa famiglia di farfalle, avendo le ali bianchicce appena screziate, si mimetizzavano appoggiandosi agli alberi con un certo successo, al contrario di quelli bruni che venivano predati dagli uccelli – proprio perché più visibili. Con il propagarsi dell’industrializzazione, la corteccia delle betulle si è ingrigita di smog favorendo la mimetizzazione delle farfalle scure (e dunque una loro maggiore riproduzione), nonché la conseguente diminuzione di quelle dalle ali chiare.
Nessun essere vivente potrà mai considerare definitiva la condizione raggiunta: saranno sempre necessari nuovi tentativi, nuovi azzardi, nuove lotte. Il significato e l’essenza dell’adattamento si possono propriamente riassumere, come simpaticamente fa il Dott. Minelli, con una citazione da “Alice nel paese delle meraviglie”. Il noto coniglio bianco, a seguito della specifica domanda della protagonista, risponde – infatti – dicendo: “corriamo per rimanere dove siamo”. Con un interloquire cadenzato di passione, il relatore si destreggia – se pur rapidamente – tra i grandi eventi della storia evoluzionistica: ci racconta i passaggi dall’acqua alla terra (l’inizio della conquista dell’asciutto si fa risalire al periodo siluriano) e dalla vita terrestre a quella aerea, per poi accennare alle grandi estinzioni che arrivarono a coinvolgere addirittura l’80-90% delle forme viventi. E così scopriamo che le libellule, inizialmente, erano creature acquatiche ed – inoltre – che rane e granchi (nonostante questi ultimi abbiano una dura corazza!) non sono attrezzati per impedire la perdita dei liquidi attraverso il corpo, a differenza – e questo ci sorprende – di serpenti, mosche e ragni. Apprendiamo, in materia di riproduzione, come la consistenza del guscio fu strettamente legata al passaggio dall’acqua alla terra ferma (le uova senza gusci duri, per essere protette, venivano deposte in anse tranquille o ancora all’interno degli steli delle piante acquatiche) fino a scoprire che, in buona misura, le cure parentali dei mammiferi hanno comportato una diminuzione progressiva dei concepimenti, proprio per la riduzione dei rischi di mortalità della prole. Minelli accenna anche ad un interessante processo inverso, il ritorno all’acqua dei mammiferi – che ha dato vita ai cetacei – e, altresì, ricorda quegli strani uccelli che curiosamente non volano (pinguini, moa, struzzi, emù). Tante sono le notizie affascinanti che potrebbero arrivarci dal mondo animale: potremmo scoprire che un tempo il dodo abitava le isole Mauritius (ed io che pensavo fosse una creatura fantastica!), apprendere nozioni in merito all’estinzione delle tartarughe spinose o ancora spiare la quotidianità del ragno. Un piccolo accenno meritano anche i fossili, di grande importanza scientifica poiché risultanti i più attendibili documenti del passato della fauna terrestre. Purtroppo non esistono preziosi reperti di tal genere in relazione alle prime forme di vita: ragionevolmente, anche oggi, i fossili generati da animali privi di struttura ossea sono un numero estremamente esiguo (l’eccezione che conferma la regola, come ci mostra Minelli, è un resto fossilizzato di medusa, rarissimo proprio perché l’animale risulta sprovvisto di parti dure).
L’intervento del Dott. Benedetti, a chiudere la serata, si focalizza sull’analisi di alcuni punti cardine dell’etologia, branca della biologia che studia il comportamento degli animali. Proprio perché questa scienza non è ancora riuscita a svelare diversi misteri, viene da molti considerata la componente oscura del sapere in campo biologico. L’adattamento animale non riguarda soltanto i processi di evoluzione fisica e strutturale ma anche l’aspetto comportamentale, in stretta correlazione con il modo in cui l’essere vivente reagisce ad un dato stimolo esterno. Attraverso curiosi e sorprendenti accenni, dalla vita sessuale dei ragni (mai più avrei immaginato di sentire una storia di ‘sesso e violenza’ in tale contesto!!) agli esperimenti condotti da Arlow – a dimostrazione che le cure materne sono il risultato di un modello acquisito, ci viene spiegata la differenza tra comportamento istintivo, appreso e intelligente. A volte i fenomeni di adattamento sono più incisivi di quanto si possa immaginare (è il caso di una certa specie di farfalle che per scoraggiare i predatori diviene molto simile ad un’altra, velenosa e dunque temuta), mentre – in opposti casi – sembrano semplici capricci della natura. In conclusione ci chiediamo: è possibile che le infinità di colorazioni dei piumaggi dei volatili o tutte le volute delle ventose di polpi e calamari abbiano una specifica e determinata ragione funzionale? Alcuni dettagli possono essere ricondotti al caso o ancora all’incontenibile fantasia universale? E’ bello pensare che così possa essere… anche se, forse, non lo scopriremo mai. Sono passati tre miliardi di anni dalla comparsa delle prime forme di vita sulla terra ma ancora tantissimi enigmi devono essere risolti: le meraviglie della natura continuano a nascere e a moltiplicarsi e noi, nel nostro piccolo, non possiamo far altro che rallegrarcene.
Conoscere la vita. Il romanzo dell’evoluzione
Centro Congressi Unione Industriale – Via Fanti, 17 Torino
Per informazioni: tel. 0115718246
I prossimi appuntamenti
Il miracolo della vita. Il trionfo dell’embrione: dall’uovo fecondato all’individuo
Relatori: Aldo Fa
solo (Università di Torino), Bruno Gambarotta (giornalista)
Dall’alga all’albero. Come i vegetali hanno conquistato le terre emerse
Relatori: Silvano Scannerini (Università di Torino), Silvia Rosa-Brusin (TG3 Leonardo RAI)
Lunedì 10 giugno h 21.15
L’uomo e i suoi antenati. Dal toporagno di 70 milioni di anni fa, ai mammiferi, alla scimmia, all’Homo Sapiens
Relatori: Patrizia Messeri (zoologa), Brunetto Chiarelli (Università di Firenze)
Lunedì 17 giugno h 21.15
La formica e l’acacia e altre storie. Le alleanze per sopravvivere nella Foresta Amazzonica, così come scoperte da spedizioni scientifiche
Relatori: Maria Luisa Bozzi (biologa e divulgatrice scientifica), Giorgio Malacarne (Università Piemonte Orientale)
La conferenza che avrebbe dovuto inaugurare la serie, lunedì 13 maggio (relatore Alessandro Cecchi Paone), è stata rinviata a martedì 25 giugno c.a.
Il terzo ciclo di Conoscere la vita avrà inizio nell’autunno 2002.
di Sonia Gallesio