Il flauto magico
Dicembre 5, 2006 in Spettacoli da Stefano Mola
L’EVENTO
Dicembre. Le giornate si accorciano fino al loro minimo. Il regno delle tenebre prevale sulla luce. Quale mese più adatto per vedere in scena la Regina della Notte ed ascoltare la sua sublime superumana furia: Der Hölle Rache kocht in meinem Hertzen (un’infernale sete di vendetta mi arde nel cuore)? Si, Martedì 12, alle ore 20:00, quest’aria terribilmente meravigliosa si alzerà sopra il palco del Teatro Regio. Quella sera si terrà la prima de Il flauto Magico, che il teatro torinese mette in scena proprio in chiusura di quest’anno consacrato ai 250 anni della nascita di Wolfgang Amadeus Mozart.
Dopo l’eccellente Turandot d’apertura, un altro evento vero e proprio. Ci teniamo a sottolinearlo, poiché ormai questa parola è diventata un contenitore enorme in cui ci mettiamo ogni sorta di cosa. Tanto per iniziare, i recitativi sono stati scritti da Alessandro Baricco. La regia è affidata a un talento internazionale, il lituano Oskaras Korsunovas. La bacchetta al vincitore del Premio Abbiati e fondatore dell’orchestra Europa Galante Fabio Biondi. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla conferenza stampa, cui abbiamo assistito Martedì 5.
SCENE DA UNA CONFERENZA STAMPA
L’esordio di Walter Vergnano è significativo: non c’è teatro senza un pubblico. Il Regio, da questo punto di vista, sta benissimo. Il Foyer del Regio era, come si direbbe calcisticamente, gremito in ogni ordine di posti per la conferenza stampa. E come già per la Turandot, tutte le 11 recite sono sold out. Se non avete un biglietto, non vi resta che mettervi in coda e sperare nei 30 ingressi in vendita un’ora prima di ogni recita. Vergnano ha poi letto una lettera di Marco Tutino (come sappiamo ormai diretto ad altri lidi) in cui si ricordava la genesi del progetto, i primi incontri con Baricco, l’adesione entusiasta della sovrintendenza.
Una cosa che ci piace evidenziare, in tutti i discorsi fatti: l’accento che tutti hanno messo sull’entusiasmo e la convinzione di chi materialmente fa lo spettacolo, di tutti coloro che lavorano al Regio. Nessuna idea teatrale, ha detto Vergnano, arriva a compimento senza l’adesione di tutte le componenti che concorrono alla sua realizzazione. Analoghe parole hanno speso Biondi e Korsunovas. Questo ci sembra un segnale importante di salute. Lavorare è una cosa. Aderire con entusiasmo un’altra. In particolare Biondi ha affermato che Torino e l’Italia intera possono essere fieri di questo teatro.
Sostegno che non è mancato nemmeno da parte della Fondazione CRT, rappresentata da Andrea Comba, il cui contributo straordinario ha permesso la messa in scena dell’opera. Altro segnale importante: come ha detto Vergnano, ci sarebbero stati nella stagione spettacoli meno innovativi da sostenere. Ma è stato proprio il suo carattere di novità, ha aggiunto Comba, a stimolare la Fondazione CRT e farla credere nel progetto.
LA NOVITÀ
Dove sta allora la novità, la scommessa? Nel fatto, come già detto, che Baricco ha riscritto quello che sta in mezzo alla musica. Tecnicamente, il Flauto Magico è un Singspiel. Ovvero un qualcosa dove i recitativi non sono cantati, ma proprio recitati, e ovviamente sono in tedesco. Un genere in teoria più popolare dell’opera pura. Ecco, Baricco ha rifatto quelle parti lì, quelle recitate in tedesco. Delle note, nulla è stato cambiato. È cambiata la cornice. Si immagina in pratica che in un paese di provincia debba essere messa in scena un’opera, in occasione della visita d’una autorità. L’impresario diventa una specie di narratore, e gli abitanti partecipano ognuno a suo modo, tra battute e buffi equivoci.
Baricco ha definito tutto questo un’operazione di artigianato, e sé stesso semplicemente come uno che rimette a posto le posate dopo un grande pranzo. Ha anche aggiunto che solo in un mondo come il nostro reinventare i dialoghi de Il Flauto può essere un’operazione coraggiosa. Personalmente, premettendo che ha poco senso parlare di uno spettacolo che ancora non si è visto, non penso sarà sconvolgente non trovare dei recitativi in tedesco. Inoltre, il Flauto è una specie di spazio sospeso, una vicenda fiabesca, svincolata da riferimenti storici. Una specie di mongolfiera. Per quel poco che si può dire, mi sembra che il tutto ci possa stare. Come sempre, l’importante sarà andare con cervello, occhi e orecchie bene aperti. Le terze, come già detto, non correranno rischi.
Interessante invece la scelta per la regia, cosa di cui Baricco si è detto fiero. Scomodo (in senso buono, da intendersi più come stimolante, per la necessità di mettersi in gioco) è stato invece l’aggettivo scelto da Baricco per definire il lavoro con i lituani. A noi sembra un merito del Regio aver portato a Torino Oskaras Korsunovas, premiato a Taormina e a Salisburgo, autore di regie che gli hanno fruttato quest’anno il Premio Europa per le Nuove Realtà Teatrali. Una dimostrazione del fatto che l’opera non è qualcosa di calcificato, ma un genere che può contribuire ad aprire gli orizzonti. Baricco ha anche ringraziato Alessandra Bertini, dell’Istituto Italiano di Cultura a Vilnius, per avergli fatto conoscere Korsunovas e aver così portato il germe dell’operazione (importante sottolineare che ci sono delle istituzioni che funzionano).
Le scenografie, ideate da Jurate Paulekaite sono state realizzate dai laboratori del Regio. I costumi sono invece di Agne Kuzmickaite.
Sia detto en passant: qui non racconteremo la trama (consultate il sito del Regio per questo), né ci addentriamo nell’esegesi della storia. Preferiamo aspettare le suggestioni dello spettacolo.
GLI INTERPRETI
Non ci resta che qualche citazione del cast (la locandina completa è qui, nel sito del Regio). Nicola Ulivieri dopo il premio Abbiati ricevuto proprio per il Don Giovanni torinese sarà Papageno. Günther Groissböck vestirà gli austeri panni di Sarastro. Ingrid Kaiserfeld avrà l’impervio ruolo della Regina della Notte. Rachel Harnisch presterà la voce alla delicata Pamina. Il coraggioso Tamino sarà Topi Lehtipuu, mentre Manuela Bisceglie la spassosa Papagena. Infine, spetterà a I Turbolenti, giovane quartetto di attori comici divenuti famosi per le partecipazioni a trasmissioni televisive di grande audience, interpretare i Baricco-dialoghi. Maestro del Coro del Teatro Regio è Claudio Marino Moretti.
INFO
Undici recite, dal 12 al 24 Dicembre
Per informazioni e vendita biglietti
Biglietteria del Teatro Regio
Piazza Castello 215
Tel. 011.8815.241/242
[email protected]
www.teatroregio.torino.it
di Stefano Mola