IL GOLF … rilassante … GOLF! (seconda parte)
Agosto 13, 2011 in Racconti da Meno Pelnaso
Sono al Science Museum in uno stand per provare il mio swing in un simulatore di golf.
Ho sfoderato il mio migliore swing ma … il computer non ha funzionato … può capitare …
Rimanendo a distanza di sicurezza, allungando un braccio magro e sfoderando un imbarazzatissimo sorriso di circostanza, il tutor mi porge un’altra pallina.
Le gote prima leggermente rosate, ora sono palesemente arrossate.
Bofonchia qualche scusa riguardo a presunti e non meglio identificati problemi al computer, che non ha disegnato al traiettoria della pallina.
Mentre guardo fisso negli occhi il magro ragazzo che ho di fronte, involontariamente, il mio piede destro calcia con calcolata indifferenza la vecchia pallina verso la rete esterna, … lontano dagli occhi del tutor e dei testimoni.
Appoggio la nuova pallina al suo posto … o meglio … in quello che è rimasto del suo posto di partenza.
Lo sento …
… questa pallina è più fortunata …
… questo è il colpo storico.
La pantomima riprende da capo.
Oscillo sulle gambe, …
… brandisco la mazza, …
… prendo la mira, …
… misuro la distanza sul green, …
… m’immergo nei cinguettii, …
… mi concentro sullo swing perfetto …
… questa è la volta buona …
… lo sento!
Carico il colpo, il mio corpo si avvita, i muscoli si tendono, la brezza virtuale mi avvolge, la mazza si solleva …
… il tutor fa un leggero e silenzioso passo indietro …
… con un lieve sussurro tra le labbra cerca di dire qualche cos…
ALL’IMPROVVISO, un’altra straordinaria randellata si abbatte senza pietà sul tee …
Questa volta la pallina parte …
NO. Non vola … parte si, ma … rotola …
Un informe agglomerato di plastica che contiene la pallina, ruzzola sul pavimento del box balzellando verso lo schermo.
Nel frattempo il simulatore mostra una traccia bianca rasoterra che si allontana come un missile passando a pochi millimetri dall’erba rasata del prato, …
… rimbalza sulla collinetta di fronte, …
… s’impenna, …
… si solleva alta nell’aria, …
… ricade sulla sommità della collinetta, …
… e …
… rotola indietro verso l’osservatore.
Ai miei piedi la piastra è ormai scoperta completamente mostrando due grosse crepe in prossimità del solco precedente scavato.
Il frammento più grande del tappetino è rotolato via avvolgendo la pallina, ma tutt’attorno avanzi più piccoli ricoprono il pavimento.
Nessuna speranza, questa volta, di ricostruire il tappetino.
Osservo il tutor che stringe al petto uno dei bastoni che mi aveva offerto.
Lo stringe con tale forza che le nocche delle mani sono sbiancate.
Un pallore innaturale ha preso il posto al rossore delle sue gote.
Questa volta il computer ha funzionato …
… non ci sono più scuse.
Questa volta anch’io sono imbarazzato.
Bofonchio delle scuse … non sono abituato all’ambiente di un simulatore … il rumore della gente … essere osservato … sono stanco del viaggio … sapete … il fuso orario …
… beh …
… grazie …
… lieto di aver fatto la Sua conoscenza …
Restituisco il ferro al ragazzo che, istintivamente, prima si ritrae e poi, con un sorriso ancor più imbarazzato di prima (se umanamente possibile), lo afferra e lo ritira dicendomi, con poca convinzione, che … se volevo … potevo … provare … ancora un po’ …
Mi rendo conto che se dovesse fare mentalmente il conto dei danni, probabilmente mi rinchiuderebbero nella Torre di Londra per i prossimi 100 anni.
Allora approfitto del momento di scombussolamento, lo ringrazio per la sua pazienza e svicolo rapidamente senza guardarmi indietro né, tantomeno, verso il pubblico dietro la rete.
Mi confondo lestamente in mezzo ad una comitiva di olandesi ignari e mi fiondo ai piani superiori.
Per un po’ non prenderò più in mano un bastone da golf …
… AHAAA, … che sport rilassante … il Golf!
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso
di Meno Pelnaso