Il Grinzane 2006 a Laura Restrepo e Tullio Avoledo
Giugno 18, 2006 in Libri da Stefano Mola
TUTTI AL CASTELLO
Leggere per vivere. Parole di Gustav Flaubert, scelte da Giuliano Soria nell’ouverture di un evento che immaginiamo per lui di grande soddisfazione: la cerimonia di premiazione della venticinquesima edizione del Premio Grinzane Cavour, Sabato 17 Giugno al Castello di Grinzane Cavour. Ci uniamo al ringraziamento che il sindaco di Torino Chiamparino ha voluto fargli a nome di tutti. Il parterre de roi fornitissimo (impossibile citare tutti: ministri, presidenti, premi Nobel, scrittori, amministratori) è dimostrazione e testimonianza di una grande capacità di fare rete per dare spazio a una passione che non fatichiamo a immaginare immensa. Quella per la letteratura e per la sua diffusione tra i giovani, con i piedi ben radicati tra le colline delle Langhe, dove il premio è rimasto e continuerà a rimanere e uno sguardo che si allargato ad abbracciare praticamente tutto il pianeta, con una attenzione particolare alle letterature del sud del mondo.
I SUPERVINCITORI
Ma veniamo subito alla notizia: chi si è aggiudicato il titolo di venticinquesimo supervincitore per le categorie narrativa straniera e narrativa italiana? Per le lettere patrie, netto successo di Tullio Avoledo (Tre sono le cose misteriose, Einaudi). Tra studenti e critici ha raccolto 140 voti. Al secondo posto Silvia Di Natale (89 voti, L’ombra del cerro, Feltrinelli) e infine Silvana Grasso (88 voti, Disìo, Rizzoli). Tra gli stranieri, vittoria di misura di Laura Restrepo (Delirio, Feltrinelli) che con 136 voti la spunta su Miguel Tavares (132 voti per Equatore, Cavallo di Ferro). Al terzo posto Gamal Ghitani (47 voti per Schegge di fuoco, Jouvence). Per l’elenco degli altri premiati, vi rimandiamo qui.
MONDANITIES E CITAZIONI
La cerimonia è stata condotta da un (come sempre purtroppo) paternalistico e gigioneggiante Corrado Augias, talora anche impreciso (Richard Ford non ha scritto solo racconti, né un solo romanzo, per esempio) e dedito alla punzecchiatura del ministro Fioroni (peraltro non fa male che un ministro della pubblica istruzione venga un po’ graticolato sull’importanza del libro). Al ministro va riconosciuta una delle battute migliori del pomeriggio: i democristiani sono una categoria dello spirito (detta dopo aver appreso che il cerchio del premio si chiudeva con lui dopo essersi aperto 25 anni prima con Bodrato). Menzione d’onore per Richard Ford che sul tema politica-letteratura era lapidario: noi scrittori a differenza dei politici siamo responsabili di ciò che diciamo. Da sottoscrivere appieno le parole di Salman Rushdie: il più bel complimento che io possa ricevere da un lettore è: hai raccontato la mia storia. Questo può fare la letteratura: aiutare la gente a sentirsi meno sola ritrovando da qualche parte un riflesso della propria esistenza. L’oscar di bellezza e fascino a Ornela Vorpsi. Voto bassissimo infine al tempo (atmosferico): forse invidioso di tanta festa, ci ha privato del sole e ha generato un tasso di umidità tropicale (come ha riconosciuto uno sfatto Miguel Tavares sul palco). Ma il paesaggio delle colline ha sempre una bellezza antica. Arrivederci al prossimo anno.
di Stefano Mola