Il guardiano
Febbraio 15, 2001 in Spettacoli da Momy
In scena al teatro Juvarra, da ieri a domenica 11 febbraio, “Il guardiano”, di Harold Pinter, intellettuale dalla forte coscienza civile. Il dramma, scritto dall’autore inglese nel 1959, è rappresentato dalla compagnia teatrale Kripton (Giancarlo Cauteruccio, Fulvio Cauteruccio, Giuseppe Savio).
Si esce dallo spettacolo con un insieme ingarbugliato di sensazioni, con una confusione mentale sul vero senso dell’esistenza. Nel modo di comportarsi verso gli altri, chi ha ragione? Le persone normalmente considerate consapevoli o coloro che nella mentalità comune sono considerate anormali, con le loro stranezze, ma anche con la loro particolare sensibilità? Oppure chi, senza nulla da perdere, si sente superiore a tutti e può permettersi di non rispettare le regole della società? La risposta, personale, è sicuramente uno sviluppo delle sensazioni raccolte nell’ora abbondante del dramma di Pinter.
Al centro della rappresentazione un edificio misterioso e periferico, una stanza della tortura, uno spazio angusto nel quale coesistono barattoli di vernici, scatole, vasi, un carrettino per la spesa, un secchio di carbone, un paio di valigie a terra, un acquaio, una statua di Buddha e quant’altro di immaginabile e soprattutto inimmaginabile possa trovarsi in un luogo di dimora.
Il caos della camera come espressione del caos della vita dei tre protagonisti: due fratelli caratterialmente opposti e un petulante vagabondo. Dei due fratelli, il primo (Mick) conduce un’esistenza più o meno regolare, mentre il secondo (Aston), già ospite in una clinica psichiatrica, insegue immagini solitarie e passa la giornata trastullandosi tra piccoli impianti elettrici e costruzioni in legno, in un continuo monologo mirato all’esaltazione del miracolo quotidiano delle proprie mani, ovvero “un’autentica officina creativa”.
Il vagabondo vecchio e sporco (Davies), raccolto dalla strada da Aston, è un individuo losco, che spesso si nasconde dietro un ventaglio di nomi. Un uomo crudele, che si aggrappa a qualunque cosa per evitare la fame, ma nello stesso tempo ostenta in modo impudente la propria superbia e la propria vigliaccheria.
Proprio questi sentimenti forti di rivalsa e di vendetta contro tutto e tutti, uniti all’incapacità di domare il mondo esterno, creano una lotta intestina per il possesso del dentro, come se questo potesse in qualche modo definire l’identità dei personaggio o affermarne addirittura l’esistenza.
Gli attori mettono in gioco se stessi fino in fondo, con le proprie nevrosi, esercitando una sorta di sopraffazione della lingua che diventa l’elemento determinante della messa in scena.
Il progetto è il risultato di una sintesi della ricerca che Krypton ha condotto negli ultimi anni, nella quale l’elemento tecnologico continua a sollecitare la regia in una direzione innovativa, senza per questo sopraffare la scrittura scenica.
Il guardiano
8, 9, 10, 11 febbraio 2001
Teatro Juvarra – via Juvarra, 15 – Torino
Spettacoli: gio, ven, sab h. 20.45 – domenica h. 16.00
Informazioni e prenotazioni: tel. 011.540.675
di Monica Mautino