Il Laboratorio del Graal illustra Shan
Maggio 25, 2007 in Attualità da Redazione
Esistono dei percorsi invisibili e spesso difficili da rintracciare nella storia dell’umanità. Parallelamente alla canonica ricostruzione del passato possono coesistere anche altre interpretazioni, in grado di restituire valori aggiuntivi. Lo sviluppo umano, in questa ottica, non è solamente una progressione di fatti e contenuti, ma un concetto incluso in un bacino di altissima spiritualità.
Il film Shan – Il cuore antico dei popoli naturali, del gruppo musicale LabGraal, ha proposto in maniera convincente uno sviluppo possibile, che ha come punto di partenza proprio i Popoli Naturali.
Partendo da affinità archeologiche e antropologiche di popoli anche molto distanti fra loro, il film ripercorre un filo apparentemente invisibile che ha come matrice di sostrato la cultura celtica. È un punto di vista, certo, ma estremamente efficace.
Il film, che è stato presentato in anteprima nazionale il 30 marzo 2007 a Torino, ha subito ottenuto un alto consenso di pubblico e critica. L’universo invisibile dei Celti proposto da Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro ha incuriosito e interessato immediatamente, creando negli spettatori l’esigenza di un confronto nuovo con la spiritualità. La realtà dei Popoli naturali, proposta dal film, è in grado di mettere a contatto con una dimensione spirituale che non passa attraverso le grandi religioni. “Shan”, infatti, è un nome complesso, simbolico, che presuppone più interpretazioni. È innanzi tutto l’antico nome con cui i Nativi europei definivano la Natura e il suo mistero, ma è anche il nome con il quale si identificava il Graal. La natura e il simbolo della fertilità della Terra sono l’elemento comune della spiritualità di tutti i Popoli naturali.
Ognuno di questi temi verrà trattato venerdì sera al Garage di Arte e Cultura in piazza Statuto. Interverranno la cantante solista del Laboratorio del Graal, Rosalba Nattero e il musicista Giancarlo Barbadoro. L’incontro ovviamente si inserisce nel contesto didascalico del film, a cui fa costante riferimento.
Le prospettive spirituali aperte da “Shan” saranno considerate nella loro interezza, con un approfondimento sul legame (difficile da dissolvere) fra la cultura celtica/bretone e le tradizioni dei territori piemontesi, in particolare della Val di Susa. Ma non è tutto. No, perché le affinità vanno ben oltre l’Europa, come una sorta di dreaming che coinvolge tutti i popoli della terra. La stessa spiritualità comprende anche l’Australia e l’America Latina, in un rassicurante disegno che implica l’unione di tutti i popoli. I Nativi appunto.
Ricordiamo brevemente che le riflessioni proposte dal LabGraal trovano consistenza anche in un mito, quello della città di Rama, una città megalitica situata in Piemonte. Nelle descrizioni sopravvissute nella leggenda, Rama sembrerebbe assomigliare alle città delle fortezze megalitiche peruviane e dell’Oceania. Oltretutto al suo interno, così si narra, sarebbe custodito il Graal.
Una sovrapposizione affascinante, documentata anche archeologicamente, che certo non può lasciare indifferente nessuno che si accosti a questi studi.
Provare per credere.
Shan: l’universo invisibile dei Celti con cui ci confrontiamo
Venerdì 25 maggio 2007 ore 21.15
Presso il Garage di Arte e Cultura
Piazza Statuto 15, Torino
ingresso libero – sala climatizzata
Con il patrocinio di:
di Davide Greco