Il maestro nel mondo bonsai
Maggio 30, 2002 in Giardinaggio da Redazione
L’arte bonsai non può essere considerata un’attività naturale, poiché essa nasce nella misura in cui si è in possesso della tecnica, oltre che della creatività e genialità: solo in questo senso si giustifica la figura del maestro.
Nonostante questo rigido schematismo, l’approccio estetico è differente da una mera razionalità di schemi e di figure. I Giapponesi e gli Orientali in genere hanno elaborato concetti sia razionali che emotivi: i progettisti di giardini evitano le linee dritte e le parallele, le distanze entro e fra gli oggetti non sono mutuamente multiple, le configurazioni non sono regolari dal punto di vista geometrico, però il tutto è estremamente elegante, armonico e emozionante.
Inoltre nei giardini le distese omogenee, come i laghi per esempio, sono interrotte da lingue di terra frastagliate, da isole, da rocce, per cui esse fanno da sfondo e non da protagoniste; da ciò deriva che le superfici non articolate possano assumere la funzione importante di “Spazio Negativo”.
(Fig 4)
Determinazione dei triangoli scaleni
Nel bonsai ciascuno degli aspetti o degli elementi di cui si compone (radici, tronco, chioma) viene concepito come schema di forze che si irradiano in varie direzioni, creando un gradiente di intensità decrescente intorno a ciascun punto focale. Pertanto la dinamica percettiva di un albero è imperniata nelle radici e nel tronco, da cui le forze scaturiscono dal centro alla periferia, percorrendo tutta la rete dei rami in un percorso non solo a senso unico, ma anche retrogrado. Il movimento verso l’alto e verso il basso implica un’interazione drammatica colla forza di gravità; ciò facendo, la pianta conferisce tutto il suo impatto estetico all’osservatore che ne resta affascinato dal percorso visivo delle sue linee di forza e dalla disposizione equilibrata della parte aerea.
Secoli fa artisti orientali scoprirono che alcuni lavori artistici conferivano un senso di armonia e di equilibrio, creando un’illusione di verità: questa verità risulta in un’impressione di armonia e di spazio tridimensionale. Alcuni artisti medioevali impararono anche loro a creare questa illusione, usando regole matematiche nelle loro composizioni ed elaborando la regola aurea. La sequenza Fibonacci aggiunse la codificazione precisa di queste scoperte, infatti dice che ogni numero è la somma dei due precedenti. Così dalla serie:
1+1 =2
1+2 =3
2+3 =5
3+5 =8
5+8 =13
8+13=21
13+21=34
21+34=55
34+55=89
se guardiamo all’ultima linea possiamo vedere che il numero 34 rappresenta circa il 38% del numero 89, pertanto se vogliamo creare una regola aurea dobbiamo separare un bonsai o un suiseki in due parti: la prima del 38% e la seconda del 62%. Eccoci arrivati all’asimmetria armonica.
(Fig 5)
Regola aurea per bonsai e per suiseki
La visione analitica del bonsai consiste nell’educazione visiva che si esplica nell’individuazione dello spazio attivo, della silhouette, del rapporto tra pieno e vuoto (spazio e volume), nella ricerca dei triangoli compositivi, nella ricerca di linee di forza (torsione e movimento), nel rapporto tra i volumi, nella evidenziazione delle principali curve della struttura e del punto focale.
In aggiunta si possono acquisire anche altre informazioni di carattere compositivo esterno al bonsai, come scroll (rotoli dipinti), tavolini, piante cosiddette di compagnia, o interni al bonsai, come i vasi (scelta della forma e dei colori).
Bilanciamento, equilibrio, ritmo e struttura (dei palchi fogliari) devono essere presenti in un bonsai perché condizionano il risultato estetico assieme al concetto di asimmetria (i palchi devono essere inscritti in un triangolo scaleno e tridimensionalmente).
Okakura Kazuko Buddista Zen scrive:
“L’asimmetrico costituisce il tendere dell’uomo verso qualcosa che non può raggiungere, perché è solo la Divinità che ne può essere partecipe; da quando lo Zen è diventato l’arte dell’Estremo Oriente, l’arte ha abbandonato la simmetria perché in essa vedeva non solo l’idea del completo, ma anche quella della ripetizione“.
Eccoci quindi all’essenza principale del pensiero artistico-filosofico cui aspirano gli artisti orientali in tutte le loro espressioni: l’asimmetria è vista come evoluzione e armonia, mentre la simmetria è statica e ripetitiva.
(Fig 6)
Dove trovare gli spazi vuoti, che sono anche tra i rami più bassi e il vaso
di Gaijin Ronin