Il pasto grigio
Gennaio 1, 2006 in Libri da Federico Danesi
Titolo: | Il pasto grigio |
Autore: | Demetrio Paolin |
Casa editrice: | Untitl.Ed |
Prezzo: | € 9,00 |
Pagine: | 108 |
Il secondo romanzo di Demi Paolin parla delle città che ci omologano, del rapporto stantio con gli altri, dell’usuale quotidianità.
C’é un tempo che pare sospeso, anche se tutto gira come dovrebbe. C’é un uomo che pare un giardiniere, anche se è solo un paravento. C’è una donna che sembra di carriera, anche se poi è sola come un cane. Ce n’è un’altra che appare abbandonata, anche se in realtà molto, quasi tutto, ruota intorno a lei. E, sullo sfondo, c’è Torino, che è lei ma potrebbe benissimo essere un’altra città.
C’è questo, ma molto di più, ne “Il pasto grigio”, secondo romanzo di Demi Paolin, pubblicato nella prima terna della collana lanciata dalla Untitl.ed di Milano. Grigia è la nostra esistenza, in quartieri che ci omologano e ci annullano, con lavori per quanto esaltanti, sempre banali. Grigio è il rapporto con gli altri, fatto di convenzioni, da frasi rabberciate e stanche, di quotidianità spessa.
E’ così Matteo, il protagonista, uno che sembra vivere in un mondo nel mondo. Si è costruito un’identità parallela, e con il mestiere che fa come non capirlo. E sopravvive, più che vivere, circondato dal nonsense quotidiano. Non lo interrompono nemmeno le due figure femminili, così diverse eppure simili. Luisa, emblema della femmina forte d’oggi, sempre al limite, sempre vogliosa di certezze, al limite dell’adulazione e del ridicolo. Elvira, la vecchina che tutti noi abbiamo incontrato sulle scale o in ascensore, persa dietro la messa quotidiana e i sui acciacchi. Amante, vera o presunta, l’una. Sorta di novella madre, ma ci verrebbe dire di coscienza, l’altra. Perché una non sa, anche se creder di sapere. L’altra in fondo sa, anche se ci fa capire di non sapere.
Il male, certo. Perché difficile che Matteo si purifichi, e in fondo non lo vuole. Perché difficile che Matteo ami, e in fondo nemmeno questo vuole. Perché è impossibile che possa salvare qualcun altro, nemmeno l’Elvira. Ma anche questo è necessario che succeda.
Da buoni imbonitori potremmo dirvi che è un obbligo tenere sul vostro comodino questa fatica paoliniana. Non lo facciamo. Lasciamo la decisione alla vostra coscienza. Libero arbitrio, ricordate, no?
di Federico Danesi