Il Ribes Piccante di Simona Margarino
Marzo 18, 2008 in Libri da Cinzia Modena
Dopo la raccolta di racconti “Il Vuoto, fra l’altro”, la scrittrice e giornalista astigiana Simona Margarino approda al suo secondo lavoro, un romanzo edito dalla casa editrice “L’Autore Libri Firenze”. Vi si narra la storia di due persone, Elia e Carmen, nate e cresciute in posti diversi, con età ed esperienze molto lontane tra loro ma con un comun denominatore: l’animo inquieto alla ricerca di.
In uno stile “musicale” e con una sequenza narrativa cinematografica, la storia si apre su un funerale e su speranze che rimarranno tali uccise dall’imprevisto che aspetta dietro l’angolo, l’incidente lontano dall’umano prevedibile. Le parole si muovono secondo uno stile molto “jazz”, che ricorda le composizioni di Charlie Parker caratterizzate da un “beep-bop” fatto di batteria, pianoforte e contrabbasso che qui descrive una città, la chiave di volta narrativa nell’economia del libro: Rabena, ed i suoi abitanti. Il ribes piccante, da cui il titolo del libro, è un profumo nell’aria, è un’alchimia afrodisiaca, un colore e un sentimento che aleggia nelle pagine.
Il primo capitolo trae in inganno il lettore che si trova di fronte a una giungla di personaggi e di parole che non viene riproposto nel seguito dell’opera. Il motivo, forse, sta nel fatto che quelle espressioni, solo in apparenza caotiche, giocano con colori, significati e associazioni di idee come le note jazz, che non si devono seguire una a una ma cogliere nell’insieme: allo stesso modo l’uso di quei voli pindarici di termini permette di raccontare i suoni confusi di una folla che si agita attorno alla morte di un capitano, realizza le voci concitate che si perdono nell’aria e descrive l’ambiente di una città. Lo stile scelto da Margarino rappresenta anche il caos interiore di quando si intraprende un’avventura nuova, scappando da e in cerca di qualcosa con tutte le incertezze e una sola sicurezza: farlo.
Siamo nel 1998, ma lo scopriamo a metà libro, perché certi vissuti e certe realtà mosse lungo le strade di paesi, come in questo caso, sono e rimangono senza tempo, a meno di cambiamenti epocali.
Elia e Carmen approdano a Rabena perché il primo, nato e cresciuto in montagna, ne scappa, gira il mondo su una nave, scopre che quei paesaggi sono un’emozione troppo grande per lui e dagli orizzonti troppo estesi e cerca o si rifugia nella monotona abitudine. Carmen scappa da dove niente la lega più: da un mondo violento che solo la violenza regalata di suo pugno la fa allontanare per sempre, dopo che anche il suo unico legame sparisce nel nulla.
Dal secondo capitolo in poi, la storia dei due protagonisti si snoda attraverso le singole esperienze. Momenti di tranquillità, di inquietudine, uniti a riflessioni rivolte a interlocutori immaginario si alternano nel corso delle due storie parallele, alla stregua degli assoli di un sax e di una tromba durante una performance jazz notturna, e sullo sfondo una caleidoscopica moltitudine di comparse più o meno importanti.
Un canale di cinque kilometri, delle scarpette verde smeraldo e un po’ di ribes piccante faranno incontrare due naufraghi di vita pronti a riscattare la loro esistenza. Il finale rimane nei sensi del lettore, una sensazione che si gusta lentamente o un’immagine sulla sabbia che non viene facilmente cancellata dalle onde.
Ribes piccante è un libro che racconta di passioni, di amori, di lotta, di continua ricerca. Di vita.
Lo stile di Simona Margarino supera il personale linguaggio e propone una scrittura che è un tutt’uno con lo spirito dei personaggi, creando un lavoro che rimane impresso, come i fotogrammi e le frasi di un film.
di Cinzia Modena