Il ritorno del re cremisi, “Eterno mutante”
Giugno 30, 2003 in Spettacoli da Gino Steiner Strippoli
Oltre 35anni di attività musicale hanno consegnato da tempo alla storia del rock il laboratorio di Robert Fripp: i King Crimson! Già dal lontano 1969 questo stupendo progetto segnò l’inizio, dando la vera impronta sperimentale, al rock progressivo. E se oggi all’appello mancano quasi tutte le grandi band di quel passato, coinvolte nei passaggi generazionali, il “Re Cremisi” è vivo sul trono del rock, che lo vede Re mutante quel tanto necessario per rimanere sempre su in cima nell’Olimpo del rock, che non ha mai lasciato da quando fece uscire quel suono sperimental-rock in un mitico concerto ad Hyde Park, in memoria di Brian Jones, organizzato dagli Stones, nel ‘69 . Poi arrivò anche i dipinto più bello di sonorità, il capolavoro per antonomasia di tutta la storia del rock ovvero l’uscita del primo album “In The Court of The King Crimson”, affresco gotico nelle musiche e nei testi, è il rock progressivo esplose in tutta la sua maestosità. Già una storia avvincente, fatta di cambi innumerevoli di formazione , dettata sempre dal genio creativo di Re Fripp Cremisi. L’identificazione della band con il Maestro è assoluta, grazie anche a questo aspetto possiamo sentire ancora oggi i Crimson. Le liriche non sono cambiate, sempre visionarie ed oniriche tra recitazione e canto, con le progressioni musicali realizzate in improvvisazioni lunghissime, quanto complesse, forse oggi più tecnologiche ma sempre sperimentali, votate ai suoni a volte più graffianti e metallici ad altre atmosfere più sognanti.
Agli inizi di questa storia, fine anni ’60, chiesero a Robert Fripp cosa volessero rappresentare i King Crimson e lui rispose: “Il nostro scopo è organizzare l’anarchia, utilizzare il potere latente del caos e permettere a svariate influenze di interagire e trovare il proprio equilibrio. La musica poi si evolve senza seguire linee predeterminate ma nella sua giusta naturalezza. Il nostro repertorio , molto variabile, ha come tema quello di rappresentare i nostri umori mutevoli”.
Ancora oggi, ascoltando anche l’ultimo album “The Power To Believe”, la definizione che Fripp diede è assolutamente valida, difficile infatti dare una definizione precisa a questa band. E’ assolutamente mutante.
Questo è quanto emerge anche dalle parole di Adriaw Belew, in una recente conferenza stampa, autore di molti testi dei Crimson, ma anche musicista, in passato, di Bowie: “Quando abbiamo deciso, due anni fa di inziare il nuovo lavoro, io e Bob (Fripp) ci siamo detti e chiesti – possiamo reinventarci a livello musicale, con sonorità nuove, tanto da sentirci nuovamente vergini? Abbiamo accettato la sfida e penso che “The Power of Believe” lo dimostri”.
Voi continuate sempre a leggere la musica attraverso partiture strumentali come “Level 5”
Questo è un brano epico pieno di variazioni ritmiche, diciamo che segna il distacco netto dal passato, quest’album è un po’ il nostro biglietto da visita per le giovani generazioni che amano i Tools, i Nine Inch Nails e non sanno o hanno mai ascoltato i King Crimson.
Voi siete stati sempre considerati una band di rock progressivo, ma forse vi sta un po’ stretta questa definizione.
Infatti non siamo una band con una definizione precisa, non abbiamo categoria di appartenenza. I Crimson sono inclassificabili. Pensa che agli inizi degli anni ’70 le mie band preferite erano gli Yes, i King Crimson, i Gentle Giant e anche la vostra Premiata Forneria Marconi! Oggi però lo spirito artistico del Re Cremisi è talmente infinito che non ha limitazioni musicali.
Questa sera al Teatro Colosseo di Torino la magia di Fripp e Co innonderà la platea in un concerto, organizzato da Metropolis, sicuramente memorabile, che servirà per i vecchi quarantenni cinquantenni fans di rinverdire un po’ di passato e molto presente, portandosi magari dietro i propri figli alla scoperta del rock infinito e mutante! Sul palco i King Crimson saranno: Robert Fripp, Adrian Belew, Pat Mastellotto e Trey Gunn. La musica che ha sempre creato i grande Fripp va vista come il suo stile di vita , dove aleggia quella saggezza orientale, quella piena consapevolezza di creare, che conobbe nel 1974 quando incontrò la filosofia del Maestro di saggezza orientale George Ivanovic Gurdijeff in maniera diretta, rispetto al nostro Battiato, essendo divenuto un discepolo di John G. Bennet.
di Gino Steiner Strippoli