Il silenzio dei comunisti
Febbraio 15, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi
Vittorio, Miriam, Alfredo: tre nomi all’apparenza come tanti che diventano “qualcuno” se uniti ad altrettanti cognomi–simbolo della sinistra italiana del Novecento.
Vittorio Foa, Miriam Mafai, Alfredo Reichlin, modi diversi di intendere e vivere quel comunismo che oggi non esiste più, ridotto com’è a pura forma di nostalgia, presi a prestito per “Il silenzio dei comunisti”, titolo-metafora della pagina politica del Progetto Domani di Luca Ronconi, in scena alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri.
La materia delle due ore abbondanti di spettacolo è il carteggio epistolare intrattenuto dai tre “compagni”, con Miriam Mafai e Alfredo Reichlin chiamati a rispondere alle sollecitazioni, e talvolta provocazioni, di Vittorio Foa, grande vecchio del pensiero politico italiano: nasce così uno spettacolo che non offre alcuna risposta, semmai suggerisce domande, spaziando dagli anni centrali del Novecento agli avvenimenti degli ultimi decenni che hanno coinvolto la sinistra italiana: che cosa abbia significato essere comunisti? Comunismo come sinonimo di pacifismo? Comunisti come rivoluzionari?
Questi alcuni degli interrogativi cui i tre interlocutori cercano di dare risposta: nello spazio scenico ideato da Tiziano Santi, un trittico di differenti ambienti vuoti, spogli e all’apparenza anonimi, stanze della memoria dove poter rivivere a ritroso un‘intera esistenza, assistiamo a coinvolgenti dialoghi a distanza tra differenti intellettuali, ognuno esempio vivente di una diversa, ma non per questo meno appassionata, militanza politica.
Da un lato Alfredo Reichlin, dirigente centrale e giovane direttore dell’Unità; dall’altro Miriam Mafai, attivista ebrea, figlia di antifascisti, sempre impegnata nelle periferie ed in territorio decentrati. E poi lui, Vittorio Foa, pensatore di ampio respiro ed al tempo stesso feroce critico e censore di quell’ideologia comunista la cui causa ha sposato per l’intera esistenza.
“Il silenzio dei comunisti” è uno spettacolo documento impreziosito dalla presenza di tre ottimi interpreti come Luigi Lo Cascio, Maria Paiato e Fausto Russo Alesi, non semplici divulgatori di parole, ma appassionati e coinvolgenti testimoni, pur sempre nella finzione teatrale, di un patrimonio umano e civile che appartiene di diritto alla storia della cultura italiana.
di Roberto Canavesi