Il tempo libero in Centrafrica
Ottobre 1, 2001 in Viaggi e Turismo da Redazione
La Repubblica Centrafricana, come forse ho già spiegato a voi amici del Traspi, si chiama proprio così “Repubblica Centrafricana”, soprattutto non ha amministrativamente nulla a che vedere col Congo, anche se é confinante; e il nome in epoca coloniale era Oubangui-Chari, probabilmente ignoto ai più. In Europa, vi rammento ancora; ha avuto un periodo di infelice notorietà a causa di quel famoso Bokassa che ebbe la rara ventura di proclamarsi Imperatore fuori tempo massimo, quando gli Imperi proprio non erano più di moda.
Poiché sono in vena ludica, anche questa volta vi metterò; a parte di alcune considerazioni un po’ frivole sul Centrafrica, in particolare su cosa fare avendo soldi & tempo libero.
1. Occuparsi della manutenzione del vostro frigo a petrolio; infatti, se siete in provincia, é molto probabile che non abbiate l’elettricità, nel qual caso cercherete di sbrogliarvela con pannello solare o generatore e frigo a petrolio. Il frigo a petrolio ha in tutto e per tutto l’aspetto di un frigo normale, però; ha dei problemi tutti suoi, in particolare cercate per favore di ricordarvi che:
– Se lo stoppino è corto, la fiamma si spegne (e le provviste vanno in tanta malora)
– Se lo stoppino è lungo, il frigo minaccia di prendere fuoco (e a volte, lo fa)
– Se la fiamma é blu, la medesima si spegne (e le provviste vanno in tanta malora)
– Se la fiamma è gialla, la medesima inizia a produrre fumo nero (ed affumica in poche ore la cucina oppure l’intera casa)
– Se ci si scorda di aggiungere il petrolio, la fiamma si spegne e non si é più capaci di accenderla (e le provviste vanno in tanta malora)
– Se nel frigo sono conservate con tanto tanto amore le scorte di parmigiano venuto dall’Italia, é statisticamente certo (p<0.005) che il frigo stesso si spegnerà e il parmigiano se ne andrà in tanta malora.
2. Andare al ristorante: per quanto un po’ scalcagnata, Bangui é pur sempre una capitale, e dunque vi si offre una (relativa) scelta fra una manciata di ristoranti a cucina europea, camerunese, libanese, mista. A volte si può; perfino avere una pizza, però; é cucinata da centrafricani (che se la possono pure cavare) sotto supervisione francese (e questi ultimi, é molto più difficile che se la cavino….). Per pranzo, é possibile recuperare un panino con coca-cola in qualche bar, o addirittura sulla terrazza del Sofitel, strategicamente piazzata sulla riva centrafricana del fiume Obangui, dove ci si può; ingozzare di panino e spremuta di pompelmo con vista sulla Repubblica Democratica del Congo (perché qui é il fiume, come é giusto che sia, a tracciare il confine).
Se siete in provincia, le cose si fanno più complicate: ad ogni modo, almeno nei capoluoghi di Prefettura, volendo cenare fuori potrete sempre trovare un ristorantino informale, dove probabilmente mangerete pure benissimo (gazzella, o pesce grigliato, o pollo, con manioca o pane o insalata, e se vi va bene pure papaya o mango a seconda della stagione), però; bisognerà prenotarsi il giorno prima passando l’ordinazione precisa: sarete infallibilmente i soli clienti, e il ristoratore farà la spesa esclusivamente ed appositamente per voi.
3. Andare al Parco: ad esempio, al Parco di Zdanga-Sangha, nel sud-ovest del Paese, un triangolino di terra centrafricana incuneato fra Cameroun e Congo, in una zona non infestata dal banditismo (notevole vantaggio logistico-automobilistico rispetto al resto del Paese, ndr). Ci si arriva dopo dieci ore di strada (la prima ora su asfalto, il resto su pista) ed il paesaggio é profondamente diverso dalla savana arborea del nord: abbonda la vegetazione, abbondano le palme, si attraversa la foresta di Ngotto, si passano miriadi di corsi d’acqua (uno con un traghettino, uno con un ponte flottante e tutti quanti gli altri con i piccoli ponticelli sommariamente costruiti con una manciata di assi di legno) e si arriva al villaggio di Bayanga, che sta proprio accanto alle strutture di accoglienza del parco. Che si stia in piena zona forestale, lo dimostrano pure le case del villaggio, che sono costruite quasi tutte in legno (altra differenza rispetto al nord).
Il villaggio e le strutture del Parco stanno lungo il fiume, nel quale capita di intravedere qualche ippopotamo a distanza. Il Parco é un Parco Forestale, lo si gira a piedi (piove sempre! l’acqua arriva pure a metà coscia) oppure in piroga, accompagnati dalle guide che sono minutissimi e simpaticissimi pigmei. Si avvistano qualche scimmia, qualche erbivoro, uccellacci e uccellini, e soprattutto decine e decine e decine di elefanti, tutti puntuali con mogli e figlioli all’abbevarata del pomeriggio alla Grande Salina. Nella zona, sono stati censiti più di 2500 elefanti, senza contare i …. non recensiti. Inoltre, ci stanno pure i gorilla, ma questi per il momento li vedono solamente gli studiosi.
Se poi proprio avete fortuna, passerete in capitale in occasione di uno dei concerti organizzati dall’Alliance Francaise. Chi vi scrive ha visto quello di Ismael Lo, un (bel) cantante senegalese che fa musica dello stesso genere di quella di Yossouf Ndour, e che vi consiglio caldamente di provare ad ascoltare, casomai aveste l’occasione di recuperare un suo nastro o CD…….
di raffa