Il Tesoro della Sindone
Aprile 20, 2010 in Arte da Stefania Martini
Nelle sale del primo piano di Palazzo Reale sono esposti, per la prima volta, oggetti, gioielli di arte sacra e paramenti che i Savoia hanno riunito nel corso dei secoli, dal ‘600 fino all’Ostensione del 1931, organizzata in occasione delle nozze di Umberto II e Maria José (in mostra l’uniforme e l’abito da cerimonia che indossarono quando visitarono la Sindone).
Molti di questi gioielli, una settantina, sono stati restaurati per l’occasione.
E’ l’omaggio che il ministero dei Beni Culturali e la Reggia vogliono rendere ai pellegrini che visitano la città.
L’esposizione è curata da Roberto Medico, affiancato da Mirella Macera, ed è organizzata grazie al sostegno della «Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino».
La Compagnia di San Paolo ha finanziato il restauro della Sacrestia della Cappella della Sindone, finora mai aperta al pubblico, da dove prende il via il percorso espositivo.
Gli austeri armadi conservano ostensori, candelabri, portaincenso, pissidi lavorati con estrema abilità da maestri cesellatori.
Davvero splendido è l’”Ostensorio raggiato”, con gli strumenti della Passione e le immagini della Veronica e della Sindone, capolavoro in argento sbalzato e dorato del primo Ottocento, opera di Innocenzo Gaya.
Dalla sacrestia si passa alla «Galleria della Sindone»: da un lato una successione di incisioni che documentano le Ostensioni celebrate dalla fine del 1500, quando il Sacro Lino divenne proprietà dei Savoia, in occasione di matrimoni e nascite nel casato sabaudo, ma anche in segno di ringraziamento ai voti fatti in concomitanza di guerre o epidemie pestilenziali.
Le prime Ostensioni avvennero a Chambery, poi a Torino, quando la Sindone fu trasferita.
Sul lato destro del corridoio, una serie di piramidi di vetro ospitano arredi provenienti dall’altare della Cappella del Guarini, andata distrutta nel 1997 e celata malinconicamente dietro il grande portale scuro che permetteva di accedere direttamente dalla Galleria.
Tra gli oggetti esposti, anche il reliquiario con i resti di San Maurizio. E’ una teca realizzata dal grande ebanista Giuseppe Maria Bonzanigo.
Di straordinaria bellezza la ”Rosa d’oro”, un trionfo di fiori in oro massiccio, realizzato nel 1847 dagli argentieri Francesco Borgognoni e Luigi Cappelletti. Fu donato da Papa Pio IX alla regina Maria Adelaide, moglie di Vittorio Emanuele II, in occasione della nascita della figlia Maria Pia, di cui il Pontefice fu padrino di battesimo.
La Galleria termina alla Cappella Regia, altro splendido gioiello di architettura Settecentesca. Qui, sull’altare, è esposta una copia ottocentesca della Sindone, circondata da preziosi paramenti ecclesiastici.
Il percorso avrà termine nelle Tribune Reali del Duomo, per ammirare un’ultima meraviglia: l’urna di bronzo dorato usata nel Settecento per trasportare in processione la teca d’argento della Sindone.
Il Tesoro della Sindone
Fino al 23 maggio con visita libera dalle ore 8.30 alle ore 19.30 (ultimo ingresso ore 18.20). Biglietto 3,00 €
di Stefania Martini