In sintesi? 3 giorni di festa tra vino (quello buono, doc o docg…), tra cibo (rurale, tipico, da acquolina in bocca solo a sentirne i profumi), cultura (convegni con relatori difficili da mettere insieme attorno a un tavolo…), arte, e storia.

Ecco cos’è “In Vino Qualitas”, manifestazione giunta alla quarta edizione, che caratterizza il settembre novarese. L’ATL (Agenzia Turistica Locale) della Provincia di Novara ha fissato in questi giorni le date per il 2003: segnatevi sul calendario che, da venerdì 19 a domenica 21 settembre, una gita a Ghemme e Romagnano Sesia è d’obbligo!

Sarete ripagati, come detto, con tre giorni di cantine aperte, mostre, convegni, mercatini e concerti, ma non solo… Sabato 20 e domenica 21, inoltre, arrivate e lasciate l’auto: per visitare le aziende vitivinicole viene messo a disposizione del pubblico un pulmino che condurrà lungo l’itinerario “Cantine Aperte”, con corse dalle ore 10.00 alle ore 18.00, con partenza da piazza Castello a Ghemme e fermate presso piazza della Libertà a Romagnano Sesia e presso tutte le cantine che aderiscono alla manifestazione, nata con lo scopo di promuovere i vini novaresi, e diventata, anno dopo anno, anche l’occasione per far conoscere questo territorio: la collina novarese così ricca di cultura gastronomica e di testimonianze storiche ed artistiche.

Concentriamoci sui comuni protagonisti del prossimo settembre: Ghemme e Romagnano Sesia, le due cittadine della collina novarese coinvolte, sono quelle che nel 2000, in occasione dell’attribuzione della docg al vino ghemme, hanno tenuto a battesimo l’evento.

Durante la settimana che culminerà con le giornate di “In Vino Qualitas”, i ristoranti di Ghemme e di Romagnano Sesia proporranno pranzi e cene -a prezzo concordato- rigorosamente con piatti tipici e vini locali, tra cui il ghemme docg sarà il protagonista. Le cantine, inoltre, saranno aperte sabato 20 e domenica 21 per degustazioni tecniche ed escursioni nei vigneti. Per l’occasione saranno anche organizzati incontri con enologi, cantinieri, viticoltori e giornalisti del comparto agroalimentare.

Il ghemme docg lo merita del resto! Vino rosso, prende il nome dall’omonima cittadina novarese posta ai piedi delle colline, lungo il corso del fiume Sesia. La pianura ricca di risaie, di allevamenti e di aree cerealicole si apre poco più a sud. La vite è stata introdotta in queste zone ancor prima della romanizzazione: l’ipotesi è che a portarla siano stati dei commercianti etruschi i quali avevano con le popolazioni celtiche locali una fitta serie di rapporti.

Il vitigno nebbiolo è il più testimoniato in loco: è quello che meglio si è adattato alle condizioni climatiche che risentono della vicinanza del massiccio del Monte Rosa, ai terreni ciottolosi ed asciutti delle morene, alle stagioni bizzose e che ben si è sposato con l’abitudine celtica di far ammostare e maturare i vini in legno. La lenta ossigenazione, infatti, smussa la ricchezza di tannini del ghemme giovane. Il disciplinare attuale prevede infatti, ancora oggi, un minimo di tre anni di invecchiamento, di cui almeno 18 in legno e 9 in bottiglia. Per la tipologia riserva: quattro anni, di cui almeno 24 in legno e 9 in bottiglia. Reso doc negli anni Sessanta del XX secolo, docg dal 1997, è un vino tradizionale, e tipico, a base nebbiolo, minimo il 75 %, a cui s’aggiungono eventualmente altre due uve locali: la vespolina e/o l’uva rara.

Il nebbiolo dà profumi pieni, speziati dopo l’affinamento; giustamente equilibrato, di grande struttura. Un classico piemontese a cui vespolina e uva rara possono aggiungere colore brillante (il colore del nebbiolo, infatti, si scarica nel tempo), profumi di frutta matura, ulteriore morbidezza al palato. Non è dunque un vino di “gusto internazionale”, ma un tradizionale, tipico prodotto dell’agricoltura novarese!

In Vino Qualitas 2003: il programma