Infine arriva l’ultima fata

Giugno 10, 2012 in Net Journal, Primo Piano, Racconti da Cinzia Modena

Dalla settima edizione del premio letterario “Racconti Corsari”, dal tema “Storie di incontri inattesi”
proponiamo il vincitore dell sezione Tema libero di Umberto Defilippi. Il criterio? E’ il primo che appare quando si apre il libro che raccogliere i finalisti del concorso.
Per gli appassionati di racconti e della scrittura, Racconti Corsari ha indetto l’edizione 2012, affrettatevi! La scadenza è il 15 luglio!!
Torniamo alla nostra raccolta di racconti.

Ogni racconto è presentato da un giurato che in due pagine sottolinea aspetti del lavoro che si andrà a leggere o anche aneddoti in sede di valutazione. Aspetti spesso curiosi, in verità. Racconti Corsari nasce nel 2005 e si compone di cinque sezioni principali: Tema libero viaggi, sport, Piemonte, fiabe.

L’edizione del 2011 aveva come tema storie di incontri inattesi e Dario De Vecchis – direttore di Racconti Corsari – aveva scelto questa frase del jazzista Wayne Shorter per poter spiegarne la scelta: “.. la musica che suono ora parla dell’inatteso. Oggi tutta la gente del mondo deve imparare come comportarsi di fronte all’inaspettato, negoziando di continuo con ciò che suona famialiare, il conservatorismo e le abitudini più contrastanti tipo “amo questa canzone” perchè mi ha fatto incontrare mia moglie” o cose del genere. No, no devi interagire con l’inatteso se incontri qualcuno che non è come te, non è della stessa razza o il tu vincino di casa ti sembra differente perchè parla un’altra lingua. Devi tenere conto dell’inatteso a tutti i livelli della politica, dell’arte, di tutto. Siamo in mezzo a un grande cambiamento epocale che non è più possibile ignorare.”

e ora… buona lettura con la prima parte del racconto di Umberto…

Ci sono donne indifese…
La vecchia signora guardava indifesa dalla finestra il grigiore dell’alba fredda che si insinuava tra le ombre della notte quasi a fatica. Era seduta su una poltrona con uno scialle sulle spalle ed una coperta sulle gambe, attenta a ogni rumore che veniva dalla strada o dalla casa. Da un po’ di tempo aveva preso l’abitudine di alzarsi ancora con il buio senza disturbare nessuno, neppure la cameriera.
Guardava semplicemente il cielo nero apettando il giorno. Una sensazione, quasi tragicne, di assenza di futuro, la invadeva. Allora Lili Goermuller ritornava indietro con il pensiero al suo passato. Riviveva le sequenza della sua vita con minuzia, soffermandosi sui dettagli, richiamandosi sui dettagli, richiamando alla alla memoria confusa particolari che balzavano vividi nella sua immaginazione, creandole una muta, silenzioasa, intensa eccitazione.
Quasi se ne era vergognata, la prima volta, quando un ansito, un fremito suo malgrado, l’aveva posseduta risvegliandole, con un guizzo di calore dentro il ventre, una fredda sensualità che credeva spenta. Poi era diventato un irrinunciabile gioco, un bisogno che l’aveva calamitata e la possedeva, cui lei aveva imparato a concedersi come in appuntamento galante. Ed allora la mente riandava indietro nel tempo a quando era giovane. Giovanissima.
Non

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ricordava bene il nome del suo primo fidanzato e neppure il volto … […] Quando suo padre morì, il parroco le trovò un posto in città: la presentò al signor Blum, sarto di Heidelberg abbastanza noto senza tuttavia essere prestigioso, che la mise a cucire e le permise di abitare in soffitta sopra la sartoria con altre ragazze.
Lavorava finché c’era un raggio di sole e poi la sera alla luce della candela.
Blum accudiva personalmente la clientela, fatta per lo più di studenti, commercianti ed onesti artigiani. Lo serviva una ragazza di fiducia; dopo che il sarto aveva fatto accomodare i clienti , scelto la stoffa, lei entrava, discreta e li aiutava a provare i capi.
Quel giorno Blum aspettava addirittura una contessa. Un personaggio così era per lui motivo di grandissomo orgoglio e, quando si prensentò contemporaneamente all’illustre dama anche un giovane studente che pretendeva un abito nuovo, fu preso da panico. Si precipitò agitatissimo in sartoria, quasi trascinò via dal suo lavoro Lili e la cacciò nel camerino dove aveva fatto accomodare il signorino Eric Menser per fargli da cameriera.