Italia-Giappone, per la cultura parla Torino
Aprile 13, 2001 in Arte da Redazione
Evento prestigioso per l’arte contemporanea italiana e torinese in particolare, grazie alla presenza della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla manifestazione Italia Giappone 2001 che si sta svolgendo a Tokio. Dal 20 aprile al 1 luglio l’Hara Museum della capitale nipponica ospiterà l’unica mostra della rassegna dedicata all’arte contemporanea e la scelta caduta proprio sulla realtà torinese, nata solo sei anni fa e condotta con oculatezza e professionalità dai suoi organizzatori, dimostra come la nostra città rivesta anche all’estero una posizione predominante e di guida in questo settore. Saranno presenti dodici artisti italiani che daranno vita all’esposizione intitolata “Visioni a catena; famiglia, politica e religione nell’ultima generazione di Arte Italiana”. Curata da Francesco Bonami, la rassegna presenterà opere di Stefano Arienti, Vanessa Beecroft, Simone Berti, Lina Bertucci, Marco Boggio Sella, Maurizio Cattelan, Giuseppe Gabellone, Luisa Lambri, Margherita Manzelli, Diego Perrone, Paola Pivi e Grazia Toderi.
Il percorso espositivo vuole mostrare come l’individuo contemporaneo, abbandonati i vincoli antichi della tradizione culturale, stia affrontando e interpretando il problema della propria autonomia sia in campo artistico sia in rapporto alla vita reale di ogni giorno. Portare in Giappone questo progetto significa mettere a confronto due mondi lontani, che si conoscono ancora poco, dalle tradizioni e culture molto diverse, ma con in comune un patrimonio millenario da difendere e valorizzare. E proprio da questo contrasto tra antico e moderno nasce uno degli interessi principali della manifestazione che dà spazio a linguaggi moderni che introducono nel terzo millennio tutta l’esperienza e il bagaglio artistico di una generazione cresciuta con la cultura del Novecento. Fra i partecipanti, ricordiamo il torinese Marco Boggio Sella, classe 1972, che vive e lavora tra la nostra città e New York. In mostra c’è il suo “Comandante”, una scultura in bronzo realizzata nel 2000, dall’impostazione classica, a testimonianza di come l’arte contemporanea non sia necessariamente una scoperta estetica a tutti i costi ma possa e debba anche riassumere l’armonia dei canoni estetici universali. Interessanti le opere dell’italo-americana Lina Bertucci, nata a Milwaukee nel ’55 che indaga l’uomo e la sua presenza nell’infinito della natura o dell’animo. Uno sguardo colto in uno scatto fotografico o una coppia abbracciata sulla spiaggia diventano testimoni di un’epoca che necessita di amore e affetto nella totale solitudine in cui spesso affonda la società di oggi.
Una mostra e una presenza, quella della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l’Arte alla manifestazione Italia Giappone, che indica anche una strada possibile di cooperazione tra pubblico e privato, in quella che è considerata la rassegna più prestigiosa di tutti i tempi realizzata dall’Italia all’estero perla promozione del nostro Paese. Arte, tecnologia, prodotti, moda, cultura, eno-gastronomia e creatività made in Italy da sempre affascinano il Giappone, tanto da indurre il Ministero per gli Affari Esteri e l’Associazione Italia in Giappone a costituire la Fondazione affidandone la presidenza ad Umberto Agnelli. Una vetrina internazionale nel nome della contemporaneità.
di Guido Folco