Jane Campion da Lezioni di cinema
Giugno 18, 2004 in Cinema da Adriana Cesarò
Jane Campion, è la regista del film “In the Cut”, proiezione che ha preceduto la quarta “Lezione di Cinema”. Al Taormina BNL filmfest, la regista, ha esordito così: Sono stata molto sorpresa, quando ho saputo che la gente veniva alle nove del mattino a vedere il mio film “molto forte”. In effetti, il film è stato un duro colpo mattutino perché racconta l’erotico romanzo di Susanna Moore, con interprete principale l’attrice Meg Ryan. Il film è ambientato nei sottofondi di Lower Manhattan. E’ la storia di una insegnate d’inglese, Frannie Averey che dopo aver, involontariamente, assistito ad un incontro erotico, nello scantinato di un locale, ne rimane sconvolta per la morte della ragazza.
La conoscenza di un investigatore di polizia, la porta ad avere con lui, uno sfrenato e morboso rapporto erotico che la coinvolgerà nelle indagini. Indizi e sospetti sono legati ad un tatuaggio che ha nel braccio il suo amante Malloy, (Mark Ruffalo). Il tatuaggio è anche la risoluzione finale, per identificare il vero assassino. La regista di “Lezioni di piano” che le ha fatto conquistare un Oscar per la migliore sceneggiatura, ha parlato del suo rapporto di lavoro con gli attori e delle prove iniziale di un film Ritengo che queste lezioni siano molto costruttive e, insieme a voi -spiega Jane Campion – voglio parlare dei problemi che nascono durante le prove. Interessante, quello che succede con gli attori, o meglio, ho scelto degli amici per essere sicura che avrebbero fatto quello che desideravo. Non sempre è così, molto spesso può succedere che gli attori prendano il sopravvento su quello che il copione impone e, anche se penso di avere una spiccata personalità, non sempre si ottengono dei risultati soddisfacenti nei rapporti, sia tra gli attori stessi, sia con tutta la troupe.
La prima scena, insieme agli attori è quella dell’improvvisazione, si da spazio alle loro idee, ai loro movimenti sulla scena, alle loro sensazioni, mentre la regista segna su un foglio, tutte le loro postazioni, collocazioni ed espressioni del momento per cogliere la naturale realtà. Il processo di prova e il punto di vista degli attori è fondamentale – spiega la regista – sono vulnerabili, quindi, bisogna infondere fiducia. Parlare con loro significa raggiungere fino in fondo l’aspetto più infantile, la più debole e, inserirsi in quello spazio più profondo, si arriva al genio che si cela in loro. In questo modo, si può sviluppare quello che hanno di meglio da esprimere. Questa è la ricetta essenziale per infondere in loro la fiducia che è la cosa più importante per la realizzazione del copione. La regista ha spiegato quale cura e attenzione riserva nello scegliere l’ambiente che deve essere privato, intimo, nessuno deve osservare, non sono ammessi estranei. L’obiettivo deve farsi amico e ispirare fiducia nell’attore.
Da non sottovalutare la prova dei costumi, gli attori scelgono cosa indossare, scelgono i colori – spiega Jane – per fortuna, la costumista è molto brava, in poco tempo taglia, accorcia, allunga, cambia i colori, modifica e capisce subito quello che l’attore desidera indossare in una scena. In questo film, Jane Campion, ha voluto che tra le principali protagoniste, si venisse a creare una buona amicizia trascorrendo molto tempo insieme, scambiandosi anche dei regali per conoscersi e capirsi. I due poliziotti protagonisti per fare conoscenza ed amicizia hanno scelto la musica, il loro contatto era suonare una chitarra per raggiungere una migliore intesa lavorativa. Nicole Kidman, amica d’infanzia della regista, inizialmente, doveva esserne la protagonista ma si è fermata nel ruolo di coproduttrice.
di Adriana Cesarò