L’ attimo sfuggente
Dicembre 14, 2009 in Sport da Tomas
Pare essere passato un secolo da quell’ ultimo trionfo, macchiato poi dal processo breve sportivo di Calciopoli. A Bari i bianconeri giocarono l’ ultima partita di serie A contro l’ Udinese, prima di essere retrocessi in B dove rigiocarono, questa volta affrontando proprio i pugliesi, perdendo nelle ultime giornate del campionato cadetto. Tornati in serie A, dopo l’ abbandono di Deschamps alla panchina, fu chiamato Ranieri che riuscì a portare subito i bianconeri in Champions, seppur passando dai preliminari. Quel primo anno di serie A fu il campionato della coppia goal Del Piero e Trezeguet, i quali si contesero, fino alla giornata finale contro la Sampdoria, la vittoria finale nella classifica dei cannonieri, mentre a gennaio arrivò Sissoko a dare quel qualcosa in più a centrocampo. L’ anno successivo il capitano bianconero non riuscì a ripetere l’ annata strepitosa del ritorno nella massima serie, partendo benissimo e disputando due gare memorabili contro il Real Madrid, che portarono i bianconeri a superare la fase a gironi della Champions, ma calando pesantemente nella seconda parte di stagione, dopo un fastidioso infortunio. Infortuni che falcidiarono uno dopo l’ altro quasi tutti i giocatori della rosa, raggiungendo forse un record da pandemia muscolare. Eppure fino alla fine, nonostante la rosa non fosse al top ed eccelsa per quanto riguarda il tasso tecnico, Ranieri riuscì a tenere il passo dei nerazzurri fino alle ultime giornate quando uno strano calo di tensione, forse dovuto all’ eliminazione di Champions contro il Chelsea, portò ad una serie di risultati negativi che fecero esonerare il tecnico bianconero preferendogli Ciro Ferrara. Due partite, due vittorie ed i bianconeri finirono il campionato secondi. La dirigenza, dopo un periodo di riflessione, confermarono il giovane tecnico decidendo di portare avanti un progetto ben preciso: giovani campioni cresciuti in casa, nuovi innesti di classe ad innalzare il tasso tecnico della formazione e la vecchia guardia a coronare il tutto portando quella giusta esperienza che non guasta mai, tantomeno quando si è campioni del Mondo. Dopo 4 gare vinte consecutivamente, con Diego che mostrava subito quale potesse essere il suo apporto alla squadra, arrivano 3 soli punti in 4 gare, con la sconfitta/blackout di Palermo. Nelle successive 5 gare i bianconeri vincono per 4 volte, convincendo soprattutto contro Sampdoria ed Atalanta, soffrendo a Siena ed in casa con l’ Udinese, ma subendo, nel mezzo, una inopinata rimonta e sconfitta casalinga contro il Napoli. Arriva il periodo decisivo per i bianconeri, non resta che concludere il girone di Champions qualificandosi a Bordeaux, o con un punto casalingo contro il Bayern, in mezzo la partitissima contro i nerazzurri, capolisti. A differenza dell’ anno passato l’ impresa, che pareva essere molto più semplice, non riesce, perdendo in entrambe le gare europee, e subendo una incredibile sconfitta a Cagliari che porta i bianconeri a -8 dall’ Inter. Solo la vittoria nello scontro diretto riesce a ridurre la distanza e l’ amarezza per questo periodo nero che si conclude con la sconfitta di sabato sera contro il Bari. 4 sconfitte in 5 gare, tra campionato e coppa, ed ora si cercano le colpe, addossando tutto, come al solito, a tecnico e società, senza dimenticarsi di colpire i nuovi acquisti, ancora fuori dall’ essere così determinanti come ci si aspettava ad inizio stagione. Eppure la gara di Bari poteva essere l’ inizio della riscossa, dopo l’ eliminazione dalla Champions, una gara difficile contro una squadra in ottima forma e soprattutto che corre come pochi in serie A. Ferrara nella conferenza si difende con il coltello tra i denti, non accettando le critiche cattive e prevenute di alcuni, mentre in campo è costretto a scegliere di portare in panchina Grosso, Camoranesi e Del Piero, rilanciando Tiago e Molinaro e affiancando Trezeguet ad Amauri in attacco. Gara impostata sui cross dalle fasce e sulle sponde, ma il Bari trova il goal subito sfruttando un’ incertezza di Marchisio ed una deviazione di Legrottaglie. I bianconeri spingono fino a trovare la rete di Trezeguet e sfiorando di poco il raddoppio, ma nel finale di tempo il Bari trova con un lancio lungo sulla sinistra un uno contro uno tra Barreto e Cannavaro in area che si conclude con un rigore a favore dei pugliesi realizzato dallo stesso giocatore. Nella ripresa il Bari gioca di rimessa mentre i bianconeri tengono sempre il pallino del gioco, ma i momenti decisivi sono sempre sfruttati dai pugliesi mentre gli uomini di Ferrara per sfortuna, incapacità o poca serenità fanno troppi errori, a partire dal rigore del possibile pareggio sbagliato da Diego. Il Bari chiude la gara al 35° con un altro tiro deviato in rete da un giocatore bianconero. 2 deviazioni e 2 rigori sommati agli errori di mira dei bianconeri regalano quindi la gara al Bari di Ventura. Di chi la colpa di tutto questo ? Le cause sono da ricercarsi non solo nel momento sfavorevole attuale, ma devono innegabilmente sommarsi nel percorso di questi ultimi anni. La Juventus vincente che incuteva paura agli avversari non c’è più e se non si vogliono perseguire altri risultati raccapriccianti come quelli delle ultime settimane sarà meglio compattare subito il gruppo senza sparare troppo nel mucchio o puntando l’ indice sui soliti noti, a partire dal tecnico e dai nuovi arrivati. La società ha inspiegabilmente sbagliato i tempi su tutte le scelte prese in questi ultimi anni, partendo da Deschamps fino all’ esonero di Ranieri, portando Ferrara a sobbarcarsi un’ annata dalle alte aspettative, dovuta anche agli acquisti altisonanti dell’ ultima estate. Tocca alla società difendere le proprie scelte fino in fondo, senza alcun timore, cercando soprattutto di aiutare tecnico e giocatori con tutti i mezzi necessari e sufficienti fino al raggiungimento degli obiettivi minimi rimasti in questa stagione: lottare fino alla fine per lo scudetto, e vincere almeno una delle coppe rimaste a disposizione. Se si considerassero irraggiungibili lo si dica subito, senza lasciare troppo soli l’ allenatore e la squadra in questo stillicidio che non fa altro che peggiorare la situazione. Troppo sfuggente è ancora questo attimo di gloria.
Per fortuna Milan ed Inter non vincono ed il campionato resta ancora apertissimo, nella sua bruttezza. Di fatto resta più avvincente la lotta per il quarto posto, con lo scontro diretto tra Samp e Roma che finisce a reti bianche.
di Tomas