L’Aida a Collegno
Luglio 25, 2004 in Spettacoli da Claris
Sono passati quasi 150 anni da quando scrivere W Verdi significava ‘W Vittorio Emanuele e d’Italia’, ovvero inneggiare all’unità della nostra nazione da secoli disunita. Eppure nell’immaginario collettivo italiano Verdi è rimasto il simbolo della produzione teatrale italiano e opera lirica significa Verdi ed in particolar modo Aida. Sì, perché dalle rappresentazioni dell’Aida si esce sempre appagati: nell’Egitto immaginario di Verdi si vede di tutto, una storia d’amore e di guerra, lontana da noi almeno tremila anni, ma con romanze, cori, balli e quella cosa straordinaria, sempre eccitante, che é la Marcia Trionfale, con le trombe che esplodono da tutte le parti, come nel “Dies irae” del Requiem.
Aida permette di vedere fin dove può arrivare l’inventiva di un regista e di uno scenografo, mette a dura prova la bravura dei cantanti con la loro capacità di suscitare emozioni. Alla fine, forse perché presi dal clima esotico, così remoto ma così fascinoso, con i suoi colori, i suoni, i profumi, si é come storditi, ci si ritrova in uno stato di felice euforia, provati dalla commozione, esaltati dalle parate, dal grande spettacolo.
Aida é proprio “l’opera perfetta“ di Verdi, l’apice della sua eccellenza. Il grande autore la scrisse nel 1870, su commissione del viceré d’Egitto, Ismail Pascià, che con Aida voleva onorare il nuovo teatro della capitale, l’Opera del Cairo, aperto il 6 novembre 1869 (la prima opera rappresentata fu Rigoletto) e celebrare l’inaugurazione del Canale di Suez del 17 novembre. Ecco perché era stato chiesto a Verdi di comporre un inno: ma il compositore gentilmente declinò l’invito, dicendo che non era sua abitudine comporre musica di “circostanza“. A Verdi venne allora proposta l’idea di un altro soggetto, ideata dallo stesso viceré, oltre che dell’egittologo francese Auguste Mariette bey (bey é il titolo conquistato da Mariette per i suoi meriti scientifici). Un soggetto celebrativo in cui la gloria d’Egitto veniva esaltata in chiave retrospettiva, rievocando la vittoria sugli Etiopi, nel Mille avanti Cristo. Una storia in cui per la prima volta in un’opera di Verdi, un uomo viene conteso da due donne: è il valoroso Radamès, scelto dalla dea Iside come condottiero degli Egizi, amato da Amneris, figlia del re, ma innamorato di Aida, figlia di Amonasro, sovrano degli Etiopi.
Diretta da Giovanni Bottesini, l’opera andò in scena al Cairo il 24 dicembre 1871. Verdi rimase a Sant’Agata, ma seguì da vicino la prima europea alla Scala, l‘8 febbraio 1872. Dopo la Scala, “Aida“ cominciò a girare il mondo. Nel 1901 venne data per la prima volta all’aperto, nell’arena romana di Bayon, in Francia; nel 1912, alle Piramidi; nel 1913 inaugurava le stagioni dell’Arena di Verona; nel 1914 veniva rappresentata allo Stadio di Roma… Verdi disse che con Aida avrebbe chiuso la sua carriera, poi per fortuna cambiò idea…
Sul dramma sentimentale si innestano quelli dell’amore di patria e della gelosia: Aida, che é combattuta tra l’affetto per il padre e quello per Radames; Amneris che, divorata dalla gelosia “Fu la sorte dell’armi a tuoi funesta“ dice alla rivale, le rivela la morte del capitano per metterla alla prova; Aida che cade nel tranello svelando il suo amore per lui: “Per sempre io piangerò!“. Via, via, si scopre il gioco: Radames viene condannato ad essere sepolto vivo, ma nella cripta in cui viene rinchiuso, sotto il grandioso tempio di Vulcano, ritrova Aida, che all’insaputa di tutti si é auto condannata, calandosi nel sotterraneo per morire accanto a lui. Insieme cantano uno dei duetti più strazianti scritti da Verdi: “O terra, addio, addio valle di lacrime…“.
La grande opera di Giuseppe Verdi viene proposta lunedì 26 luglio alle ore 21.30 in un ambito insolito. Si tratta della chiusura in grande stile, e sicuramente un po’ a sorpresa, di Colonia Sonora, il grande festival della canzone e della musica che ha entusiasmato, dal piazzale dell’ex manicomio di Collegno, tutta Torino e provincia tra giugno e luglio.
Il regalo finale degli organizzatori è un’Aida a prezzi popolari, all’aperto, con l’intento di offrire a tutti la possibilità di assistere ad una vera e propria opera lirica popolare nell’ambito di una rassegna estiva. Saranno il coro e l’orchestra del teatro dell’opera di Plovdiv ad entusiasmare gli spettatori nella calda serata estiva. L’orchestra filarmonica del teatro dell’Opera di Plovdiv sono stati fondati 40 anni fa e sono un’istituzione che può vantare una lunga tradizione musicale sia nel repertorio classico che lirico, come i musicisti, tutti con un repertorio molto vasto, che spazia dalla musica classica alla sinfonica moderna. Il coro ed il balletto del Teatro dell’opera di Plovdiv sono formati da giovani e dinamici artisti con una preparazione altamente professionale. Ecco gli interpreti principali: Paola Romanò (Aida), Roberta Matelli e Laura Nobili (Amneris), Franco Anile (Radames), Ettore Nova (Amonasro), Enrico Rinaldo e Enrico (Jori Ramfis). Saranno diretti dai direttori d’orchestra Lorenzo Castriota, Marco Berdonini e Greg Hocking per la regia di Alessio Pizzech.
Aida a Colonia sonora 2004
26 luglio 2004 – ore 21,30
Parco della Certosa Reale di Collegno – c.so Pastrengo – Collegno
Informazioni: tel. 011.53.55.29
Posto unico a sedere: 25,00€ (prevendite circuito abituale Metropolis)
Riduzioni a 20,00€ per over 60; tessere CRAL; abbonati Torino Spettacoli; abbonati Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI (riduzioni disponibili presso Box Office di Ricordi e casse della Certosa Reale).
Casse del Parco della Certosa Reale a partire dalle ore 19.00.
di Claris