L’incantevole abitudine
Novembre 10, 2002 in Musica da Gino Steiner Strippoli
romantiche intimità…
La Marina Rei urlatrice rabbiosa fra congas e black music pare ormai un lontano ricordo ascoltando la sua ultima perla discografica. Già perché se di perla si parla è perché i suoni e i testi hanno assunto una dimensione celestiale , intimista, dove l’artista in maniera molto semplice arriva diretta all’anima di chi l’ascolta. Prima la sua carica rabbiosa aveva conquistato tutti fin però ad arrivare, come spesso accade quando si eccede, ad un capolinea assai sprecato per il talento e la sensibilità di Marina. “L’incantevole abitudine” (BMG), suo quinto album, è il cambiamento! Una maturità artistica che passa attraverso la genialità e l‘intuizione di Daniele Sinigallia, suo produttore, che ha capito sin da subito che forse era il caso di dar maggior risalto alla vocalità e ai testi della Rei rispetto alle sonorità complesse del passato. Ma i cambiamenti passano anche e forse dal suo essere una donna nuova in quanto mamma. Si sa quanto la maternità possa influire nel proprio io. Infatti in questa nuova prova discografica intimità e romanticismi attraverso testi ipnotici e commoventi come in “Verrà il tempo” sono l’esempio lampante di come Marina Rei abbia scoperto una forza diversa rispetto alla rabbia.
Altra stupenda esecuzione con un concentrato di archi a tenere testa è la canzone “ La parte migliore di me” quasi un pop neo barocco, le sonorità cambiano spesso non hanno una linea precisa ma soprattutto tendono a ad accompagnare e sottolineare la bravura della Rei, spesso nel passato soffocata. E cosi’ ecco uscire un bel ritmo psichedelico in “ Cosi’ lontani” e di “ Qualcuno con cui restare”, fino ad arrivare all’omonima canzone che da il titolo all’album “L’incantevole abitudine” che pone le basi per un nuovo romanticismo elettrico. Il 19 novembre al Barrumba, in via San Massimo, 1, ore 23, l’artista romana sarà in concerto a deliziare un pubblico che la troverà un po’ cambiata rispetto al passato, fresca di nuove canzoni che la pongono ad una svolta decisiva per la sua carriera. Sarà accompagnata da Daniele Sinigallia, Giulio Iraci, Clemente Ferrari e Simone Prattico.
Allora Marina Rei ci siamo allontanati dalla rabbia del passato?
Diciamo che oggi sono serena, in pace con me stessa come non lo sono stata mai, dopo un decennio di concerti in giro per l’Italia ho sviluppato una forza diversa che arriva da dentro, un energia molto più intima.
L’incantevole abitudine”, tuo quinto album, sembra vivere di momenti e di canzoni incantevoli, tali che all’ascolto si portano in linea diretta con l’anima che ne pensi?
Di sicuro è il mio disco più intimista, un disco malinconico che nasce attraverso cambiamenti importanti della mia vita, ma è anche pieno di serenità in ogni canzone che è poi la voglia di far della vita un’ incantevole abitudine.
Le tue canzoni si contraddistinguono attraverso dei testi scritti in un linguaggio molto anglosassone e poco italico nella forma, ma come nascono?
A volte mi capita di scrivere un testo come se fosse uno sfogo, una lettera, un appunto sul mio diario. Può succedere in qualsiasi momento della giornata all’improvviso. Lo spunto può essere un ricordo, un libro appena letto, una riflessione qualsiasi, purchè mi appartenga! Deve venire da dentro, non riesco a scrivere stimolata da agenti “esterni”. Le parole le lascio cosi’ come sono venute…le cambio solo se magari hanno un suono spigoloso che proprio fa a pugni con la musica.
Un album quindi che finalmente ti colloca ad artista che mette la sua voce al servizio di sonorità e testi che hanno bisogno di una grande interprete, e non solo per accompagnare l’amore di un ritmo come succedeva nel passato
Per molti anni ho cantato per produzioni che rischiavano sempre di alterare la mia voce. Finalmente oggi grazie anche a Daniele è venuto fuori un disco essenziale dove le mie canzoni non vengono soffocate dai suoni
Ma come è nata questa produzione?
Intanto siamo entrati in studio – ci racconta Daniele Sinigallia – senza una pre-produzione alle spalle per evitare di perdere certe atmosfere, certi sapori. Questo ci ha consentito di lavorare quasi come dei pittori! Avevamo una tavolozza bianca sulla quale ogni giorno tracciavamo pennellate, una voce guida, una chitarra, un pianoforte…solo cosi’ ci rendevamo conto del “mondo” che stavamo costruendo attorno a quella canzone
Ed infatti ne è nato un album dove la forza delle canzoni è esattamente quella di non trascurare mai l’idea di una melodia a favore di una sovrapposizione effettuata di suoni.
di Gino Steiner Strippoli