La Bibbia in mostra
Novembre 16, 2001 in Arte da Claris
La Bibbia, con circa mezzo miliardo di copie l’anno, è il libro più venduto al mondo e, di conseguenza, con ottime probabilità, il più conosciuto. Chi di noi in casa non ne possiede, infatti, nemmeno una copia? Penso quasi nessuno; forse è nascosta da qualche parte in soffitta, forse è gelosamente conservata in un cassetto di cimeli, forse è sul comodino sempre pronta per la lettura quotidiana. Pochi però ne conservano una ‘antica e preziosa’, magari dorata e manoscritta da pazienti amanuensi oltre mezzo millennio fa. Ancora più raro, poi, possederne un’affascinante collezione, come quella ospitata nelle sale storiche di Palazzo Bricherasio fino al 25 novembre, grazie all’Associazione Biblìa e al patrocinio della Regione Piemonte.
La collezione contiene antichi volumi (il più datato dei quali risale al 1482, cioè 10 anni prima della scoperta dell’America) in un contesto di assoluto interesse storico e documentale con ricostruzioni plastiche, spiegazioni dettagliate, fotografie e manoscritti rarissimi e dalle fatture particolari. Ecco in sintesi l’interessante mostra, che si snoda in un percorso ricco e curioso: dagli antichi manoscritti, opera ammirevole degli amanuensi, si giunge alle versioni attuali, passando attraverso l’invenzione della stampa a caratteri mobili (Gutemberg, 1450), che costituì un efficace mezzo di diffusione soprattutto dei libri sacri.
La mostra vuole però soprattutto mettere in evidenza l’utilità della diffusione di questo testo fondamentale, reso libera dal Concilio Vaticano II nel 1965. La cultura, l’arte e la morale della nostra civiltà sono, infatti, permeate dai contenuti della Bibbia e ancora oggi la sua lettura può spingerci a riflettere sulle domande essenziali della vita e a cercarne le risposte nelle sue pagine.
L’esposizione presenta circa 450 volumi e, sempre attenendosi al contesto biblico, inoltre, sono esposte alcune curiosità, come il modello del Tabernacolo, o tenda di convegno durante la peregrinazione di Israele nel deserto ai tempi di Mosè, una riproduzione funzionante del torchio da stampa di Gutemberg, pagine della Bibbia incise su superfici ridottissime come capocchie di spillo. Tra le parti più degne di attenzione, la Scrittura stampata su foglietti di plastica per essere inserita di nascosto nelle minestre dei cristiani perseguitati e dei deportati nei lager. Testimonianza di quanto la religione possa andare oltre i regimi politici e possa contribuire, in maniera parziale o totale, ad offrire una speranza all’uomo in ogni situazione.
Una mostra, dunque che non manca di affascinare tanto i cultori di libri antichi quanto i semplici curiosi, de “i libri”. Il nome Bibbia, infatti, deriva dal greco “ta biblìa” che significa i libri.
Con questa espressione si indicavano i rotoli di papiro o di pergamena che erano comuni al mondo antico e sui quali si usava correntemente scrivere. In effetti la Bibbia comprende un gran numero di libri, originariamente tra loro indipendenti, di carattere vario: storici, poetici, sapienzali, profetici; alcuni libri sono in realtà delle lettere (epistole). Furono scritti nell’arco di molti secoli, ovviamente da un numero elevato di autori diversi. Tra loro troviamo profeti, condottieri, re, sacerdoti, rabbini, medici, pescatori. Tuttavia, pur con questa varietà di autori, la Bibbia presenta una sorprendente unità.
La nostra civiltà è permeata dall’influsso bilico; l’arte e la letteratura ne hanno tratto, in ogni tempo, materia di ispirazione. Alcuni dei suoi personaggi sono diventati eroi delle scene o degli schermi. Le nostre leggi, le istituzioni, la morale, dipendono direttamente o indirettamente dalla Bibbia. I Cristiani di tutto il mondo hanno fondato le loro convinzioni e la loro condotta sull’insegnamento della Bibbia. Gli Ebrei dal canto loro ne continuano ad onorare la parte più antica, quella che per i Cristiani è l’Antico Testamento.
Una domanda legittima: dove sono finiti gli originali? Di nessun libro, sia dell’Antico Testamento che del Nuovo, possediamo il manoscritto originale. Nelle più importanti biblioteche del mondo sono conservate solo delle copie di copie (a partire dai mitici manoscritti di Qumran, scoperti per cao a meta ‘900 da un pastore in Israele). Un’osservazione va comunque fatta: il problema degli originali non c’è soltanto per la Bibbia. Tutto quello che possediamo della letteratura classica antica è giunto a noi in copie di vari secoli più recenti rispetto agli originali.
Nella mostra sono ben evidenziati i principali sviluppi del testo biblico attraverso le traduzioni lungo i secoli. Da quella in latino, nota come “Vulgata”, che Girolamo, insigne studioso, eseguì a Cesarea intorno all’anno 400 dall’ebraico per l’Antico Testamento e dall’antico latino per il Nuovo, alla traduzione inglese di John Wycliffe, umanista di Oxford, antesignano della Riforma in Inghilterra. E poi trasposizioni della Bibbia nelle lingue parlate “moderne” nei secoli XVI e XVII, le prime Bibbie in lingua italiana, le traduzioni cattoliche in italiano della fine del ‘700, quella dell’arcivescovo di Torino Antonio Martini, per ordine del Papa, ritenuta dai cattolici a giusta ragione un “capolavoro letterario”, nonché traduzione ufficiale della Chiesa di Roma fino alle edizioni “rivedute del XX secolo, la versione del Diodati, quella riveduta dal valdese Giovanni Luzzi… Infine, la Bibbia dopo il Concilio Vaticano II (1965), fine della proibizione per i cattolici di leggere la Bibbia nella propria lingua, salvo permessi speciali.
Approfondimenti sul tema saranno inoltre dibattuti in due conferenze tenute da esperti relatori nel settore:
– sabato 17 novembre alle ore 18.00 il dott. Valente parlerà di “Archeologia e Bibbia”;
– sabato 24 novembre, sempre alle 18.00, il dott. Apicella si occuperà di “Attualità e Bibbia”.
La Bibbia
Luogo: Palazzo Bricherasio – via Lagrange, 20 – Torino
Periodo: dal 9 al 25 novembre 2001
Orario: lunedì 15-19; martedì, mercoledì e domenica 9.30-19.00; giovedì, venerdì e sabato 9.30-22.00
Ingresso: gratuito
Informazioni: Associazione Biblìa – tel. 011.779.2471 – 011.248.7709
di Claris