La Biblioteca “Giuseppe Grosso” si amplia
Febbraio 17, 2010 in Attualità da Redazione
Giovedì 18 febbraio alle 11,30 a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna (sede della Provincia di Torino) saranno presentati il nuovo allestimento e l’ampliamento dei locali che ospitano la Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”.
Alla cerimonia saranno presenti il Presidente della Provincia e l’Assessore alla Cultura e al Turismo.
Il nuovo settore che sarà inaugurato giovedì 18 ospita tre delle raccolte più prestigiose della Biblioteca, fino ad oggi conservate in spazi angusti ed inaccessibili ai lettori, allo scopo di valorizzarle e di renderle maggiormente fruibili.
A trovare una nuova collocazione in altrettante sale auliche di Palazzo Cisterna saranno i fondi librari (con relativi archivi) di Carlo Ignazio Giulio, Giorgio Ermanno Anselmi e Marino Parenti, per un totale di circa mezzo chilometro di documenti.
L’arredamento delle stanze, ubicate nell’ala settecentesca che si affaccia su via Carlo Alberto, è stato progettato in modo tale da rispettare uno dei principi fondamentali della biblioteconomia, che impone di non smembrare le raccolte, ma di conservarle secondo i criteri seguiti da chi le ha assemblate, cercando tuttavia di interferire il meno possibile con un ambiente storico di altissimo pregio.
Gli scaffali e le tonalità dei colori sono stati predisposti con particolare cura e con l’obiettivo di produrre un allestimento in grado di armonizzarsi con i veri e propri tesori architettonici e artistici delle sale.
Le sale stesse, dotate dei necessari dispositivi antitaccheggio, saranno inserite nel percorso di visita di Palazzo Cisterna.
UN PATRIMONIO DI STORIA E CULTURA
La Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Provincia di Torino, istituita nel 1956 su impulso dei professori Luigi Firpo e Giuseppe Grosso (allora Presidente dell’Amministrazione Provinciale e poi Sindaco di Torino) venne ufficialmente aperta al pubblico nel maggio 1964.
Costituita per dotare il capoluogo e la sua provincia di un organismo specializzato nella raccolta di opere di argomento piemontese, attualmente la Biblioteca dispone di un patrimonio di oltre 100.000 titoli fra monografie, periodici, manoscritti, cinquecentine, stampe, carte geografiche e tesi di laurea.
Rappresenta per gli studiosi un punto di riferimento importante per ricerche approfondite in svariati settori: dalla letteratura all’arte, dalla politica alla sociologia, dall’economia alle discipline scientifiche.
La prima importante acquisizione è datata 1961: si tratta del Fondo bibliografico e archivistico a carattere giuridico del senatore Giorgio Ermanno Anselmi, nato a Valperga Canavese nel 1873.
Tra le biblioteche familiari, si distingue quella della casata Giulio-Falconieri, caratterizzata dagli interessi scientifici di Carlo Ignazio, figura di spicco per il suo eclettismo, che ben rappresentò gli stimoli intellettuali del Piemonte sabaudo nella prima metà dell’Ottocento.
Grandissima importanza dal punto di vista letterario riveste invece la raccolta di Marino Parenti, bibliofilo milanese, appassionato collezionista di prime edizioni dell’Ottocento e del primo Novecento.
In anni più recenti si sono aggiunte le accessioni dei Fondi “Lange”, “Campini”, “Fusi” e “Bertagna”. Parte notevole del patrimonio della Biblioteca è costituita, infine, da una quarantina di fondi archivistici. Fra gli archivi nobiliari, è di particolare interesse quello della famiglia feudale “Bosses di Bosses”, preziosa raccolta di 494 pergamene datate fra il 1225 e il 1788.
L’archivio “Claretta” contiene invece documenti sulle principali famiglie nobili piemontesi, mentre l’archivio “Carron di San Tommaso” è ricco di interessanti carteggi.
Altrettanto importanti sono gli archivi risorgimentali, tra i quali spicca quello del Deputato al Parlamento Subalpino Lorenzo Valerio, con oltre 200 lettere di eminenti personalità politiche e letterarie dell’800, da Cavour a D’Azeglio, da Gioberti a Mazzini, da Brofferio a Garibaldi, con autografi di Napoleone III e Vittorio Emanuele II.
LA CERTIFICAZIONE HERITY
La certificazione “Herity”, che sarà consegnata ufficialmente alla Biblioteca “Grosso” il 18 febbraio, viene rilasciata dall’omonimo organismo internazionale per la gestione di qualità del patrimonio culturale. Herity deriva il proprio nome dall’unione delle due parole heritage e quality ed è stato costituito nel 1994 per contribuire ad una migliore amministrazione del capitale di beni culturali nei quali risiede la memoria collettiva dell’umanità e la storia di ogni essere umano o sua aggregazione nel tempo.
L’impostazione culturale di Herity considera il patrimonio culturale e storico come una risorsa strategica per lo sviluppo economico e per la comprensione reciproca fra i popoli.
Herity definisce come compatibile un processo di innovazione basato su un intervento rispettoso del contesto su cui va ad inserirsi; sostenibile lo sviluppo derivato da un processo che diviene autonomo anche economicamente.
Poiché la compatibilità e la sostenibilità tendono ad essere inversamente proporzionali, Herity persegue lo scopo di individuare il punto di equilibrio tra le due, che è diverso da bene a bene.
IL CARTEGGIO CAVOUR-VALERIO, CON LE LETTERE AUTOGRAFE DEL CONTE CAMILLO BENSO
Uno dei patrimoni documentali di maggiore interesse della Biblioteca “Grosso” è senz’altro il “Fondo Lorenzo Valerio”, di cui fanno parte lettere autografe di autorevoli personaggi del Risorgimento subalpino.
Lo storico Domenico Berti ha definito l’archivio come un vastissimo carteggio degli uomini più liberali dell’Italia e dell’Europa.
Spiccano tra i documenti conservati a Palazzo Cisterna le lettere di Camillo Cavour, indirizzate al deputato del Regno Lorenzo Valerio, datate fra il 1852 ed il 1860. Tra di esse ve n’è una datata marzo 1852, che rievoca i disordini sanguinosi accaduti a Sassari il 24 febbraio di quell’anno.
In un’altra, del 19 settembre 1856, Cavour trasmette a Valerio il libro di Bayle St. John sul Piemonte.
Numerosi sono poi i rapporti epistolari di cortesia, o intesi a fissare al deputato una serie di appuntamenti presso il Ministero dell’Interno.
Curioso notare come Cavour ci tenesse a rimarcare la distanza politica con Valerio, al quale si rivolge con ironia, firmandosi “Suo devotissimo avversario C. Cavour” (Torino, 31 dicembre 1859).
In altra occasione, con una lettera del 10 marzo 1859, divergendo dalle opinioni dell’impulsivo e combattivo Valerio, Cavour stigmatizza così la rivoluzione: non si deve respingere l’elemento insurrezionale, o, se meglio le piace, rivoluzionario, ma non si può somministrare in dosi troppo forti, sia a ragione dell’Europa, sia del proprio Paese, che non ha stomaco fatto per digerirlo, se non moderatamente (Lettera di Cavour a Valerio. Torino, 10 marzo 1859).
Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte “Giuseppe Grosso”
via Maria Vittoria 12 – Torino.
La Biblioteca è aperta al pubblico il lunedì dalle 8,15 alle 12,15 e dalle 13,15 alle 15,45, il martedì, mercoledì e giovedì dalle 8,15 alle 12,15 e dalle 13,15 alle 16,45, il venerdì dalle 8.15 alle 12.
di Redazione