La chiesetta
Febbraio 12, 2001 in Racconti da Redazione
La chiesa sembrava dovesse crollare da un momento all’altro. Tutto era pronto per il matrimonio, ma le strutture portanti dell’edificio parevano non poter arrivare a Domenica. Pietro e Paola guardavano preoccupati la lunga crepa che saliva fino in cima al campanile, dove si annidavano le rondini quando era tempo di tornare alle loro terre.
“Ma che ca…, dopo tutto ‘sto tempo che sta lì in piedi proprio adesso ci deve crollare addosso” commentava il futuro sposo che, insieme ad alcuni amici, stava sondando la situazione.
“Io conosco un bravo geometra che sta a Bonvicino, azzardò Carmelo. Potremmo andare a chiedergli che ne pensa”.
In quattro salirono sulla Ritmo di Pietro e andarono da Simone geometra Loiacono, che viveva in una villa lasciatagli in premio dalla camorra per il suo buon atteggiamento. Schivo e pratico, Loiacono aveva progettato la supervilla di don Taddeo, boss numero due della Sacra Corona, proprio in cima alla scogliera che dava sul golfo di Pintale, grazie al benestare del sindaco e dell’intera giunta comunale.
Arrivati che furono a Bonvicino, Pietro, Carmelo, Pino e Raffaele suonarono alla porta del geometra. Una filippina bassa e piuttosto anziana aprì la porta e “Desiderano?”
“Vorremmo conferire con il geometra, rispose solerte Carmelo, è per un fatto urgente”.
“Il geometra non è in casa” rispose l’asiatica.
“Dove lo possiamo trovare?” domandò Paolo, sudando freddo nonostante il caldo d’agosto.
“Se non ho capito male è andato a visitare una chiesa, dalle parti di Bonanima”.
“Ma guarda che fortuna, è proprio lì che lo dovevamo portare” esclamò sorpreso Raffaele, mentre il promesso e gli altri due erano già seduti sulla macchina accesa.
Pietro faceva le curve in terza, andava agli ottanta nei brevi metri di rettilineo, le ruote fischiavano e dentro l’auto il silenzio era totale. Poche svolte separavano gli amici dalla loro vecchia chiesa, teatro di pomeriggi spensierati di gioventù e momenti importanti, come quello della Domenica a venire. costa rica . Poi un’esplosione, violentissima, fece tremare i vetri della vecchia Fiat. eminent domain . cheap hotels Paolo sbandò prima a destra e poi a sinistra, fermandosi giusto sul ciglio della strada.
“Ma che è stato?” disse il primo a riprendersi, Pino.
Pietro aprì la porta e girò di corsa la curva: un cumulo di macerie aveva sostituito la chiesetta. Il geometra Loiacono, date le ultime disposizioni agli operai, stava per salire sul Mercedes.
“Che hai fatto?” lo stringeva al collo Pietro, mentre Loiacono lo fissava dritto negli occhi.
“Ordini superiori, disse staccandosi con abile mossa dalla presa del mancato sposo. Qua dovrà sorgere la villa di don Merola. Lo hai già sentito questo nome, non è vero caro ragazzo? E adesso devo proprio andare, ho alcuni progetti di vitale importanza da portare a termine. Con permesso.”
La Mercedes sgommò via alzando un grosso polverone, proprio mentre i tre amici raggiungevano Pietro.
“Che ha detto il geometra?” domandò con vana speranza Carmelo.
“Don Merola”.
Silenzio assoluto sulla baia di Bonanima, anche le rondini non volavano più attorno a ciò che restava del vecchio edificio, e il mare stesso si andava calmando, smettendo di scagliarsi contro la scogliera.
di Gianluca Ventura