La cucina di Sicania a Le Meridien
Novembre 16, 2001 in Libri da Gustare da Stefano Mola
Mica difficile, direte voi, dopo aver letto la bella intervista a Pietro d’Agostino, cuoco di origine siciliana ma di rilevanza internazionale, del ristorante Torpedo dell’Hotel Meridien. Pietro d’Agostino c’entra, ma dopo. Dopo cosa? Dopo la presentazione a cura dei Ristoranti della Tavolozza, del libro di Salvatore Vullo.
Un grande successo di pubblico (sala strapiena, gente in piedi) e interventi autorevoli: oltre all’autore, l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Massobrio, Luca Ferrua (giornalista de La Stampa), Claudia Ferraresi (per i ristoranti della Tavolozza) Paolo Gho (curatrice di Osterie d’Italia per SlowFood).
Tra tutti gli interventi, oltre a quello dell’autore, che ha richiamato il significato profondo del libro (raccontare un paesaggio dell’anima, filtrato dalla memoria, attraverso i suoi prodotti coniugati alle tradizioni) ci è parso particolarmente significativo quello di Paolo Massobrio. Che ha dato un significato ampio al cibo e ai prodotti della terra: riportandoci al gusto per la vita, ci permettono di capire che cosa siamo, quali sono le nostre radici, quali valori intendiamo trasmettere. Proprio parlando del cibo, del suo legame con la memoria, possiamo trasmettere qualcosa di bello, fare letteratura, comunicare cultura. È per questo, secondo Massobrio, che occorre prestare grande attenzione al sud d’Italia: per il suo forte senso d’identità, il suo legame con la terra e con le sue tradizioni.
E dopo, appunto, il rinfresco organizzato da I Ristoranti de La Tavolozza, curato da Pietro d’Agostino: un rinfresco a tema: vini (straordinari i bianchi) arancini, patelle, cannoli, cassata… il tutto in ambientazione curatissima: a conferma, se mai ce n’era bisogno, che il cibo ci coinvolge in tutti i nostri sensi.
di Stefano Mola