La Divina Contessa
Giugno 8, 2001 in Moda da Redazione
Virginia Oldoini Lamporecchi nacque a La Spezia il 23 marzo 1837. Suo padre era il Marchese Filippo Oldoini, sua madre Isabella Lamporecchi. Virginia fu considerata la più bella donna del suo tempo.
A diciassette anni sposò il conte Francesco Asinari Verasis di Castiglione, più vecchio di lei e follemente innamorato, al contrario della futura sposa che non nutriva per lui alcun affetto. Nel 1855, Camillo Benso conte di Cavour, Primo Ministro del Regno di Sardegna, chiese alla Contessa di Castiglione di “…charmer politiquement l’Empereur Napoléon III et coqueter avec lui… “, ingiungendo anche “…réussissez, ma cousine, par le moyen que vous croyez, mais réussissez…”. Ciò che il Conte di Cavour voleva era l’appoggio di Napoleone III e della Francia nella guerra contro l’Austria per la causa della liberazione italiana. Così Virginia lasciò Torino, con il marito ed il figlio Giorgio, per raggiungere Parigi.
La Contessa riuscì nella missione diplomatica che Le era stata affidata: niente, infatti, poteva resistere alla Sua bellezza ed al Suo fascino, dinnanzi al quale principi, regnanti, banchieri, sovrani s’inginocchiarono. Fascino estremo, assoluto, cui niente e nessuno poteva sottrarsi.
Dearling Beauty
Con questo soprannome affettuoso, Lord e Lady Holland chiamarono Virginia, da quando era bambina. Essi la conobbero durante il soggiorno diplomatico di Lord Holland, ambasciatore inglese a Firenze.
Molte cose sono state dette riguardo alla leggendaria bellezza della Contessa di Castiglione: è tutto vero? Era veramente tanto bella? Era davvero così affascinante? Come fu capace di sedurre così tanti uomini, principi, marchesi, ambasciatori, banchieri, imperatori?
Prima di tutto: Virginia era straordinariamente bella. Non solo le parole possono testimoniare tutto questo, ma anche le fotografie. Il viso, un ovale perfetto, di assoluta, classica perfezione, corrispondeva in tutto alle proporzioni fissate da Fidia e Prassitele, i Maestri della Statuaria Greca. Il naso era regolare, leggermente all’insù, gli occhi, verdi, vellutati e profondi, la bocca, piccola, vermiglia. La pelle, bianca come il latte, rosea, sembrava la più preziosa delle sete. Questa descrizione deriva direttamente da ciò che riferì una testimone oculare, la Principessa Paolina di Metternich, moglie dell’ambasciatore austriaco, che incontrò la Contessa di Castiglione ad un Ballo di Corte alle Tuileries.
Queste sono le sue precise parole: “…il collo, le spalle, le braccia, le mani sembravano scolpite nel marmo rosa. La scollatura, per quanto eccessiva, non appariva indecente, tanto quella superba creatura somigliava ad una statua antica. Che dire del viso? Un ovale delizioso, una carnagione incomparabile, occhi verdi, vellutati, profondi, sormontati da sopracciglia che sembravano disegnate dal pennello di un miniaturista, un nasino impertinente “alla Rossellana”, ma assolutamente regolare, denti di perla. In una parola: Venere scesa dall’Olimpo.”
L’aspetto di questa divina creatura ne rispecchiava profondamente il carattere. La Contessa era fredda, distaccata, altezzosa, ma anche ardente, passionale, romantica e malinconica, un groviglio inestricabile di opposti, un insieme molto complicato di euforia e depressione. Virginia amava i colori eccentrici ed inusuali (lilla, violetto, malva, indaco), i gioielli, gli abiti costosi ed elaborati, le acconciature sovraccariche di pizzi, nastri, fiori, piume.
di Crystall d’Ivry