La fabbrica di cioccolato
Ottobre 27, 2005 in Cinema da Marcella Trapani
Una favola per adulti che vogliono continuare a sognare…
E’ uscito da qualche settimana sugli schermi torinesi LA FABBRICA DI CIOCCOLATO che il regista Tim Burton ha tratto dal libro dello scrittore inglese R. Dahl.
Il film, che è il remake di un film degli anni ’70, è subito balzato in testa alle classifiche cittadine per numero di spettatori.
Dahl è nato in Galles da genitori norvegesi e a 26 anni si è trasferito negli USA dove ha iniziato a scrivere storie per bambini.
Il film…
La trama narra di un bambino povero, Charlie, che riesce ad ottenere il super premio messo in palio dall’eccentrico proprietario di una fabbrica di cioccolato, Willi Wonka, in una piccola cittadina americana. La fabbrica ha chiuso i battenti da 15 anni perché il signor Wonka era stufo di vedersi rubare i suoi brevetti da alcuni dei suoi operai che li trasmettevano alle fabbriche concorrenti.
Wonka allora, alla ricerca di nuovi ingredienti per i suoi dolci, si mette in viaggio e raggiunge il paese di Upalumpa i cui abitanti sono degli esseri minuscoli (riferimento a “I Viaggi di Gulliver”) che adorano le fave del cacao. Wonka li assolda come operai per la sua fabbrica in cambio di semi di cacao. La fabbrica è un mondo surreale dove cinque bambini, ciascuno con un parente, sono coinvolti in viaggio dantesco, ufficialmente per visitare il luogo, in realtà per vedersi punire uno dopo l’altro per i difetti che essi e i vizi che essi hanno ereditato o che in loro hanno suscitato i genitori: maleducazione, arroganza, presunzione, saccenteria. Tutti tranne uno, il piccolo Charlie, che supererà indenne tutti i gironi di questa “Divina Commedia” per ragazzi, insieme al suo nonnino, ex operaio della fabbrica di cioccolato.
C’è molta ironia nel film, contro la cattiva televisione, i cattivi educatori, la competizione esasperata, ma tutto condito da una strana poesia e da tanti riferimenti letterari e cinematografici: esilarante la scena in cui gli Upalumpa nuotano e fanno giochi coreografici nel fiume di cioccolato, facendo il verso ai vecchi film con E. Williams, o quella in cui una maxi tavoletta di cioccolato viene portata sotto il raggio portentoso che la smaterializzerà come il monolito in “2001: Odissea nello spazio”, di cui nella scena viene ripresa la musica.
Willi Wonka è interpretato in modo esemplare da J. Depp che dai tempi de de “La Nona Porta” (1999) e de “La maledizione della Prima Luna” (2003), si è sempre più votato a ruoli eccentrici ma efficacissimi, delineati a tutto tondo. Qui ha la pelle liscia e bianchissima, i denti candidi e l’aspetto etereo di un Peter Pan moderno, in cui molti hanno visto la parodia di M. Jackson. E’ al suo secondo film all’insegna del cioccolato, dopo “Chocolat” (2000) a fianco di J. BInoche. Eppure dichiara di odiare il cioccolato, soprattutto quello di puro cacao.
Il regista, T. Burton, è noto per i suoi film visionari come ed “Edward Mani di Forbice” (1990) e “Sleepy Hollow” (1999): in entrambi aveva lavorato Depp e i due formano sempre un’accoppiata vincente.
di Marcella Trapani