La Juve presenta Legrottaglie
Giugno 20, 2003 in Sport da Roberto Grossi
Maglietta, bermude e sandali infradito. Nicola Legrottaglie, nuovo acquisto bianconero (cinque anni di contratto), si è presentato in maniera alquanto informale alla conferenza stampa con i giornalisti presenti al centro Sisport di Torino, quasi a voler dimostrare di non avere timori reverenziali verso nessuno.
Il difensore pugliese, ‘scortato’ da Luciano Moggi (presenti anche Giraudo e Bettega nel container adibito a sala stampa dell’impianto di proprietà Fiat), dopo le solite dichiarazioni di prammatica (“Sono onorato di essere arrivato qui, nella squadra più forte del mondo”) ha subito chiarito la portata di alcune sue dichiarazioni apparse nei giorni scorsi su alcuni giornali: “Non ho mai detto che avrei preferito andare alla Roma – ha precisato Legrottaglie – o che i tifosi romanisti sono più simpatici di quelli juventini. Sono state travisate alcune mie parole: i giallorossi e la Juve sono due grandi società, sarebbe stato sciocco fare una scelta e in ogni caso mi andavano bene entrambe. Ora sono qui e sono felice, ho tanto da imparare e migliorare accanto a grandi giocatori e so benissimo che sarà una stagione impegnativa con tante grandi partite: uno stimolo in più per dare il massimo”.
Una stagione strepitosa a Verona culminata con la chiamata in Nazionale sono le credenziali che hanno convinto Moggi a portarlo a Torino: “Dal Chievo ho avuto e ho dato tanto – conclude Nicola – e sono sicuro che la mia ex-squadra, nonostante le cessioni di alcuni pezzi da novanta, continuerà la bella favola che le ha permesso di arrivare ai vertici del calcio italiano. Il segreto? La capacità di saper lavorare bene: anche l’anno scorso, con la partenza dei vari Corradi e Manfredini, si diceva che il miracolo-Chievo sarebbe finito, e invece…”.
A tessere le lodi del barese è intervenuto poi l’avvocato difensore Moggi: “La nostra retroguardia doveva essere ringiovanita con innesti di qualità – ha esordito il dirigente bianconero – e chi meglio di Legrottaglie poteva farlo? Lui è l’uomo giusto per noi, uno dei migliori difensori in circolazione. Altri acquisti non sono all’orizzonte, forse qualche scambio, chissà..”.
Ormai non ci crede più nessuno alle dichiarazioni del direttore generale di corso Galileo Ferraris, capace di negare perfino l’evidenza di fronte alle domande di calcio-mercato dei giornalisti. Basti pensare che solo poche ora prima dell’acquisto di Legrottaglie (il giorno della presentazione di Miccoli) aveva negato qualsiasi altro arrivo che non fosse legato al programma già stilato (teoricamente) all’inizio: il rientro dei vari Blasi, Miccoli e Maresca. Per cui le altre considerazioni legate alla compra-vendita vanno ovviamente prese con le molle: “Trezeguet? Non c’è problema e non c’è fretta. Lui vuole restare e noi vogliamo tenerlo. Le partenze? In difesa non si muove nessuno. Abbiamo bisogno di tutti i giocatori a disposizione per una stagione che si profila estremamente dura e competitiva”.
Da prendere in considerazione invece le riflessioni moggiane sul momento attraversato dal football italiano a livello economico: “Il nostro calcio – conclude Moggi – è un malato sotto terapia: si sta curando ma non sta ancora guarendo. Bisogna che tutti capiscano che non si può spendere più di quanto si ricava, solo cosi si può uscire dai problemi. Noi come società Juve siamo accusati di essere avari, ma non è vero: siamo solo attenti a non acquistare giocatori che non servono o che rappresentano soltanto ‘stelle cadenti’. In questa maniera abbiamo vinto parecchio negli ultimi anni e garantiamo ogni mese lo stipendio ai nostri dipendenti…”.
di Roberto Grossi